Corriere della Sera, 16 luglio 2023
Dal comunismo al capitalismo con lo zar (e Prigozhin)
Mosca è stata per qualche decennio, dall’ottobre 1917, la Gerusalemme del comunismo. Accoglieva fraternamente i comunisti dell’intero pianeta e ospitava nei suoi alberghi i segretari generali dei partiti fratelli quando visitavano la capitale dell’Urss per assistere fedelmente alle celebrazioni della casa madre. Erano gli anni in cui il comunismo, in alcuni ambienti sociali, era una fede laica; e nell’aria dei suoi convegni vi era sempre qualcosa di religioso. Queste impressioni mi tornano alla mente quando mi imbatto nella storia di un movimento che mi è sembrato in molte circostanze quasi più religioso che politico. Il movimento, in questo caso, porta il nome operistico di Wagner ed è noto per essere diventato una associazione paramilitare della Federazione Russa. Il gruppo ha un proprietario, Evgenij Prigozhin, un uomo che nelle scorse settimane riempì la stampa internazionale con alcune iniziative che sembrarono preparare un colpo di Stato. Il personaggio divenne ancora più interessante quando si scoprì che aveva legami con il presidente russo Vladimir Putin anche in altri continenti. La persona è nota da qualche anno ma ha acquistato maggiore notorietà quando fu evidente che stava diventando il rispettato regista delle ultime vicende politico-militari del governo russo. Erano momenti difficili. La crisi del comunismo aveva permesso che il mondo politico del Paese divenisse un campo di battaglia fra i numerosi attori di una scena sempre più tumultuosa. Vicende di questo genere erano già accadute, ma in questo caso vi era qualcosa di nuovo, a cui non eravamo abituati: il denaro. Alcuni uomini politici, fra i quali Prigozhin, avevano scoperto che il seguito del partito comunista in Africa poteva permettere di fare affari in quel continente. Non erano i primi. Anche qualche notabile della Repubblica popolare cinese aveva fatto la stessa scoperta, ed esiste ormai in Africa un nuovo colonialismo in cui l’ideologia serve a conquistare miniere e a trasformare il comunismo in una straordinaria fonte di denaro. Il fenomeno era cominciato probabilmente nell’Africa settentrionale dove i militi della Wagner hanno approfittato di guerre civili per installarsi nella regione e impadronirsi delle sue ricchezze. Non sappiamo quale sia la personale posizione di Putin in queste vicende, ma sembra essere costretto ad ammettere che il suo comunismo in alcuni Paesi sta diventando capitalismo.