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 2023  luglio 15 Sabato calendario

I conflitti di Santanchè

Venti milioni di euro di debiti da coprire con accordi con i creditori per evitare il fallimento delle società della galassia della ministra Daniela Santanchè. E tra i creditori non ci sono solo Invitalia e il Fisco, ma diverse banche e anche grandi aziende con le quali i manager di Visibilia e Ki Group stanno cercando di trovare una intesa: mentre lei resta con un piede in entrambe le aziende, seppure senza poteri gestionali ma solo come socio o come “accollante”, cioè garante, di alcuni debiti. Ma non c’è un conflitto di interesse costante di una ministra, che siede anche in Consiglio dei ministri, mentre i manager delle sue aziende bussano alla porta di banche e creditori vari per evitare il fallimento?
A scorrere l’elenco dei creditori delle aziende Visibilia e Ki Group, come compare nelle relazione dei periti del Tribunale di Milano ci sono nomi che contano nel panorama italiano: lo stesso mondo con il quale potrebbe trovare a confrontarsi da ministra del Turismo o comunque per iniziative politiche del governo guidato da Giorgia Meloni. La situazione peggiore è quella di Visibilia srl: secondo la perizia in mano alla procura di Milano «la società si trova in stato di liquidazione con unpatrimonio netto negativo di 3,2 milioni di euro già alla data del 31 dicembre 2020 e appare evidente come l’incapacità di far fronte ai debiti abbia ripercussioni estremamente gravi sui bilanci delle società creditrici Visibilia Editrice srl e Visibilia concessionaria». Insomma, se cade una carta cade tutto il castello Visibilia. La società in liquidazione ha un debito da 4,5 milioni di euro per un prestito non restituito a Banca Intesa San Paolo: banca che a sua volta ha ceduto questo finanziamento alla società di recupero crediti Kerdos che ha affidato la pratica legale a Prelios credit servicing. Nella perizia si legge che «si rileva l’esistenza di interlocuzioni finalizzate a una trattativa a fronte delle quali si è ancora in attesa della relativa formalizzazione». Ma c’è di più: la ministra siè accollata come socia o attraverso la società immobiliare Dani debiti per 3,6 milioni di euro. Tanto che nel discorso al Senato Santanchè ha detto di aver messo a garanzia anche la sua casa: «Meriterei un plauso», ha aggiunto. Ma scrivono i periti del tribunale: «Complessivamente, a causa della diversa posizionesia di socio che di accollante, il socio di riferimento ha un impegno complessivo per versamenti e garanzie di 3,6 milioni: non sono tuttavia disponibili informazioni patrimoniali specifiche per poter verificare la capienza del socio in termini di soddisfazione degli impegni presi».
Insomma le garanzie non sono chiare, secondo i periti stessi.
Ma anche sul fronte Ki Group la situazione non è diversa. Il perito del Tribunale nella relazione sulla procedura negoziata per evitare il concordato su debiti per 12 milioni di euro (procedura naufragata comunque) segnala come a novembre, quando lei era già ministra, siano stati fatti quattordici incontri tra i dirigenti della società e i manager diaziende creditrici. E scorrendo l’elenco delle aziende coinvolte nei debiti Ki Group ci sono ad esempio banche e imprese che contano: Popolare di Milano, Banco popolare di Desio, la società Prelios, ma anche il gruppo Danone, il gruppo del biologico Alcenero, il mondo delle coop con Biancoviso e il gruppo International food, Insomma, tra i creditoridelle società della ministra non ci sono solo società pubbliche che dipendono dal suo compagno di banco in Consiglio dei ministri Giancarlo Giorgetti, e cioè Invitalia e l’Agenzia delle entrate che fanno capo al ministero dell’Economia, ma anche grandi gruppi bancari e grandi aziende del Paese. E sempre per cifre importanti.