il Fatto Quotidiano, 16 luglio 2023
Com’è cambiato il mercato della droga
“La situazione sul traffico di stupefacenti in città è veramente preoccupante, se non è fuori controllo poco ci manca”. Le parole del procuratore capo di Roma, Francesco Lo Voi, mercoledì pomeriggio in Commissione parlamentare Antimafia, hanno rilanciato l’allarme sulla crescita esponenziale del mercato di droga nella Capitale. “L’offerta è enorme perché risponde ad una domanda che è altrettanto enorme”, ha spiegato l’ex capo dei pm di Palermo.
Ma cosa è cambiato negli ultimi tre anni a Roma? Come ogni settore economico che si rispetti, non c’è solo il prezzo o la qualità del prodotto a invogliare il consumo, ma anche la facilità con cui il pubblico può fruirne. In questo caso, il mercato della droga capitolino – come desumibile dalle recenti operazioni eseguite da Carabinieri e Guardia di Finanza – ha compiuto un importante salto di qualità, introducendo la figura del “rider” e spostando buona parte delle attività delle 100 piazze di spaccio romane sulle chat di Telegram.
Qualche esempio? Nei giorni scorsi i carabinieri della compagnia di Montesacro hanno arrestato 5 soggetti accusati di aver messo in piedi un sistema “che ricalca quello della consegna a domicilio equivalente al food delivery”. Uno di questi “era dedito a svolgere le mansioni di centralinista”, coadiuvato dai “pusher di turno che, a seconda dei giorni e degli orari, che si muovevano a bordo dei veicoli per incontrare gli acquirenti”. Una delle chat associate al servizio era quella di “Pablo New Roma”, che inviava agli iscritti il tariffario della cocaina, le offerte applicate (simili al 3×2 dei supermercati) e l’indicazione del servizio reso “dalle ore 14 alle ore 2 tutti i giorni”. I pacchetti erano di solito tre: 0,6 grammi per 30 euro, 1 grammo per 50 euro e 5 grammi per 200 euro. All’arrivo del “rider” l’acquirente era invitato anche a lasciare una mancia per la consegna. Nell’inchiesta di Montesacro uno dei fattorini era un tassista e dunque si muoveva con la sua auto bianca. Spiegano fonti investigative che nella gran parte dei casi questi “rider illegali” si muovono in monopattino o con le biciclette elettriche, con le ruote spesse, ormai diffusissime. E, aggiungono le stesse fonti, la quantità di droga associata ad ogni corsa è molto ridotta, proprio per abbassare le conseguenze dei controlli o addirittura potersi giustificare con l’uso personale.
Come raccontato da Il Fatto nel marzo scorso, ormai il mercato della droga dentro il Grande Raccordo Anulare è arrivato a superare 1 miliardo di euro di giro d’affari. Lo Voi, in commissione parlamentare, ha ricordato che nella Capitale coesistono da sempre più livelli di “mafie”, tra clan strutturati, gruppi autoctoni, criminalità “interstiziale” e bande straniere. Oltre un mercato diffuso, come sottolineato dal rapporto 2023 della Direzione Centrale per i Servizi Antidroga, che offre oltre a cocaina, hashish ed eroina anche droghe sintetiche (mdma e altre) e le “nuove droghe”, tra cui ghb e glb.