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 2023  luglio 16 Domenica calendario

Intervista a Jorit

Gramsci, Allende, Che guevara. Anche San Gennaro, ma ritratto col volto di un suo amico operaio. I megadipinti di Jorit, classe ‘90, tra gli street artist più conosciuti e talentuosi della sua generazione (l’eminente Bonito Oliva ha paragonato a Caravaggio con le bombolette spray) sono in Usa, Sud America, Cina, Palestina. Del Dostoevskij dipinto dall’artista mezzo italiano, mezzo olandese (completamente napoletano) nella periferia di Napoli ne ha parlato Putin. Dopo il suo viaggio in Donbas, il muralista ha scoperto di essere finito nella lista di un database ucraino in cui vengono pubblicati nomi e dati di sostenitori della causa russa o presunti tali, la stessa in cui finì, ricorda Jorit in un post su Instagram, il giornalista Andy Rocchelli, ucciso nel 2014: “sul sito dei Mirotvorez, sulla nome di Andy, compare la dicitura eliminato. La sua storia ora è anche la mia: in quella lista hanno inserito anche me”.
Il ritratto di Rocchelli lo avevi già disegnato: nell’occhio del ritratto di Assange.
Assange l’ho dipinto su una palazzina di 20 piani nella periferia di Mosca, dove mi hanno invitato anni fa a un festival a cui hanno partecipato muralisti di tutto il mondo. L’anno prima ho dipinto il mio supereroe, il figlio di un falegname che è diventato il primo uomo nello spazio: Gagarin. Con gli stessi organizzatori adesso ho partecipato ad un progetto con dei bambini nella Russia meridionale. Ho chiesto poi di vedere il Donbas, mi hanno avvertito che era pericoloso, io non volevo fare l’eroe e si poteva arrivare fino a Mariupol. Non ero mai stato in una zona di guerra, per me ci sarà sempre un prima e dopo questa esperienza segnante, quando si parla di armi con la bava alla bocca si dovrebbe vedere cosa generano. Una volta lì, ho chiesto di dipingere.
Chi è la bambina ritratta?
Esiste davvero, è nata in Donbas, è diventata adolescente con la guerra, che per molti è iniziata solo l’anno scorso.
Social e giornali per questa tua scelta ti hanno dato del filo-russo.
Hanno dato del filo-russo anche al Papa. Mi hanno supportato le persone comuni, sanno quale spirito mi muove. Io non sono russo o cinese, io sono italiano, quindi sono occidentale e sento il dovere morale, la responsabilità di fare qualcosa per la pace. “Noi” occidentali abbiamo partecipato al colpo di Stato in Cile in cui è stato ucciso Allende, ma all’epoca siamo stati anche quelli che hanno fatto manifestazioni per far sì che queste cose non si ripetessero. Comunque ho avuto problemi anche quando ho disegnato Ahed Tamimi, in Palestina.
Saresti andato a Kiev?
Sì, anche se il mio compito è un altro. Se tutti i media fanno vedere solo un lato, io come artista ho il compito di andare dall’altro lato. Non voglio semplificare, ridurre tutto all’osso. Togliamo soldi alla scuola, alla sanità per darli alle fabbriche di missili. Ci sono carnefici potenti, ma non starei mai al loro posto. Io arrivo dalla strada, dai movimenti: l’arte mi ha riscattato dalla periferia abbandonata e degradata. Non faccio il finto modesto: oggi sono un artista quotato, sarebbe comodo schierarsi col pensiero dominante, ricevere applausi. Ma a me applausi e basta, glorificazioni, non sono mai interessati.