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 2023  luglio 13 Giovedì calendario

Biografia di Lina Cavalieri

Fra i ritratti del pittore ferrarese Giovanni Boldini – straordinario interprete della Belle Époque e delle sue immaginifiche, sfavillanti dame in abiti da sera, piume e gioielli – uno colpisce per il rigore. Raffigura una signora, il cui severo vestito nero è rischiarato da solo da fili di perle. Il suo volto bellissimo, però, è rimasto impresso nella memoria collettiva non tanto per questo o per altri quadri, bensì per un piatto, un tondo dove è stato stampato e poi replicato, con infinite varianti, in centinaia di versioni differenti. È stato il geniale decoratore e pittore Piero Fornasetti, ad avere avuto quell’idea che somiglia a una ossessione. E il viso così bello – che ancor oggi molti ammirano, senza magari sapere a chi appartiene – è di Lina Cavalieri.LA VITA"La massima testimonianza di Venere in terra” la definì Gabriele D’Annunzio, dedicandole una copia de Il Piacere. Non era l’unico a ritenere che fosse la donna più avvenente del suo tempo. Celebre in Italia come in Francia e nella costa orientale degli Stati Uniti, Lina avrà sempre stuoli di ammiratori disposti a tutto per condividere con lei un tratto di vita. O semplicemente per starle accanto, persino fingendosi autisti. Pare che abbia ricevuto oltre ottocento proposte di matrimonio. Lina nasce a Roma la vigilia di Natale del 1875: il suo vero nome, infatti, è Natalina. La sua è una famiglia povera, proveniente da Viterbo. La mamma è una sarta e la bambina viene avviata allo stesso mestiere. Ma lei sa cantare: una dote che induce sua madre, non senza sacrifici, a farle prendere lezioni. La ragazza, ormai adolescente, impara una serie di canzoni napoletane, tuttavia rimane incinta del maestro. Di lì a qualche tempo nascerà un figlio, Alessandro, che crescerà in collegio. Lina allora ha 17 anni e la sua vita sta per cambiare. Si trasferisce a Napoli e lì comincia a farsi notare con il suo repertorio esibito nei caffè e in locali sempre più ricercati.IL SUCCESSOArriva infine il successo e Napoli diventa lo sfondo di una carriera straordinaria. Da cantante leggera, infatti, Lina si trasforma in cantante lirica. Nel 1900, a 25 anni, interpreta La Bohème al teatro San Carlo. Certo, i puristi del bel canto avrebbero qualcosa da dire sulle qualità della sua voce. Sembra infatti che il timbro, perfetto per i café chantant, sia un po’ limitato per sostenere un opera. Non importa. Tutti restano colpiti dal portamento altero, l’eleganza degli abiti, la sensualità dei movimenti della Cavalieri, che incarna davvero lo spirito dei tempi. L’Italia unita da pochi decenni ha voglia di credere in se stessa, crescere e arricchirsi, rivendicando un posto tra le altre potenze. E di questa Italia Lina è l’icona: bella, intelligente, moderna nelle passioni, nello stile di vita poco in sintonia con la morale corrente. Non a caso dice “arrivederci” a Napoli e agli amici importanti, come Enrico Caruso, e approda a Parigi. Le Folies Bergère diventano il suo regno e per i francesi la Cavalierì (con l’accento sull’ultima sillaba) si trasforma in un emblema. Ancora oggi viene ricordata come uno dei simboli di quella stagione folle e travolgente che fu la Belle Époque: anni che si pensavano eterni, dominati da un crescente benessere non ancora di massa, anche se non più solo elitario. Lo stile importato dal Nuovo mondo fa capolino; ovunque la smania di divertimento prevale sulla precarietà del vecchio secolo ormai alle spalle. Non è strano, dunque, che questa donna irrequieta abbia deciso di varcare l’oceano e di misurarsi con l’America. A New York il copione è lo stesso: il successo senza mezze misure in teatro e nella vita mondana. Nel frattempo, Lina continua a collezionare mariti. Il primo era stato, brevemente, un nobile russo. Negli Stati Uniti è la volta di un miliardario; matrimonio breve anche in questo caso, ma da cui trae un’ingente ricchezza immobiliare. In seguito toccherà a un membro della famiglia Campari. In tutto pare siano stati cinque i mariti della Cavalieri, oltre a diversi amanti. Ma a nessuno lei cede il suo cuore, e nessuno consente di interferire nella carriera, che mai avrebbe lasciato per fare solo la moglie. Poi, all’improvviso o quasi, il ritiro dalle scene. Nel 1914, proprio mentre l’Europa scopre che l’età d’oro è finita, la Cavalieri abbandona il palcoscenico. Quando il dramma della guerra si placa, lei è una sopravvissuta di un’epoca tramontata. Ma non si scoraggia. A Parigi apre un istituto di bellezza e anche questo è un successo: Lina si dimostra una capace imprenditrice.IL DECLINOInfine, arriva il declino. Forse, come molte donne troppo belle, la Cavalieri non sopporta di perdere la venustà. Si trasferisce nella sua villa a Rieti, ai piedi delle montagne. E trascorre molto tempo anche in un’altra villa, in una città che ama molto, Firenze. Proprio lì trova la morte nel bombardamento alleato del marzo 1944. Ha 68 anni e un’esistenza tumultuosa alle spalle. Una decina di anni dopo verrà realizzato un progetto concepito quando Lina era ancora in vita: un film con Gina Lollobrigida. Film biografico, benché romanzato. Ma forse, nemmeno troppo.