ItaliaOggi, 13 luglio 2023
In Germania sempre meno banche
All’inizio di luglio ero a Roma per qualche giorno, e sono andato alla Deutsche Bank di via del Tritone per un piccolo problema sul mio conto in Germania. E una guardia privata mi ha fermato all’ingresso. Chiusa per lavori? ho chiesto. No, per sempre. Poi ho saputo che lo storico edificio, di fianco al Messaggero, verrà trasformato in un albergo a quattro stelle.
Ero in vacanza, avevo tempo e sono andato in un’altra filiale a Testaccio. Ho trovato solo una gentilissima funzionaria seduta a una scrivania.
La filiale svolgeva solo pratiche finanziarie, non era collegata, non poteva collegarsi e darmi informazioni sul mio conto. Però mi ha indicato dove potevano aiutarmi. E così è stato, ma nella terza filiale, sempre un’unica giovane e efficiente funzionaria teneva i contatticon i clienti.
La banca mi aveva avvertito per lettera a Berlino, ma pochi giorni prima della chiusura. L’ho trovata al mio ritorno. Mi dispiace per la chiusura, andavo alla filiale di Via del Tritone dall’anno in cui cadde il muro, nel 1989, ed era stata la prima nella capitale. Non è una gran notizia, le filiali di tutte le banche chiudono, in Italia, in Germania, in Europa.
La Bundesbank, la Banca Centrale, comunica che sono scese a 20.446, con un calo del 6% l’anno scorso, nel 2021 erano diminuite del 10%. In dieci anni si sono dimezzate. Chiudono nei paesi e nelle cittadine, nelle grandi città, e a Berlino.
I clienti hanno imparato a far da sé, a gestire il conto con l’home banking, da casa, al computer, o in viaggio con il cellulare. Lo so usare anche io, ma non sempre funziona, a Roma avevo bisogno di una spiegazione che il computer non mi poteva dare. E non tutte le persone anziane, in provincia, hanno un telefonino, o un computer. Devono farsi aiutare da un amico o da un parente, o andare in auto alla cittadina più vicina.
Il funzionario di banca per molti era un amico di cui si fidavano, cui chiedere consiglio, o magari scambiare solo due chiacchiere. Ma i piccoli clienti fanno perdere tempo, e dunque rendono poco.
Anni fa, la Deutsche Bank annunciò che si sarebbe presa cura solo dei correntisti che avessero almeno centomila euro sul conto. Ma i grandi clienti sono in realtà quelli spesso meno affidabili, che creano buchi per decine di milioni. I piccoli, tutti insieme, lasciano in deposito miliardi che le banche investono come vogliono. Tempo dopo, Deutsche Bank, corse ai ripari comprando la Post Bank che aveva 13 milioni di piccoli risparmiatori.
Le banche chiudono le filiali per risparmiare sul personale, ma non trovano giovani funzionari. La Commerzbank ha chiuso di recente 50 filiali perché non è riuscita ad assumere nuovi impiegati preparati.
Una notizia della Frankfurter Allgemeine che sembra contraddittoria. Ancora negli anni Novanta, dieci giovani si candidavano per un posto in una scuola di tecnica bancaria. Oggi le banche offrono più posti per praticanti di quanti vengano richiesti. In passato, dopo la maturità, i ragazzi sognavano un posto in banca. Oggi, è una professione non più ambita. Mi sembra evidente il motivo.
Cito la Deutsche Bank non perché ce l’abbia con lei, al contrario, per affetto. Mi ha accompagnato fin dall’inizio da quando cominciai da giovane a lavorare come corrispondente, da Amburgo a Bonn a Berlino. E ho conservato la mia filiale a Bonn, anche se mi sono trasferito nella capitale.
Avevo visto Alfred Herrhausen, il capo della Deutsche Bank, seguire Helmut Kohl a Mosca, nel primo incontro con Gorbaciov nel 1987. Era amico e consigliere del Cancelliere. Quando cadde il Muro, Kohl gli chiese: e ora che facciamo con la Ddr? Herrhausen rispose: la compriamo.
Fatti i calcoli, la Germania Est costò 4 Deutsche Mark a metro quadrato, circa due euro. Un cattivo affare? Forse all’inizio, ma la storia non si valuta in miliardi di dollari o di rubli.
Herrhausen, a 59 anni, fu ucciso con una bomba dagli ultimi terroristi della Baader-Meinhof, il 30 novembre del 1989, tre settimane dopo la caduta del Muro. Sosteneva che una banca ha anche un compito sociale, non solo quello di far profitti. Capisco che oggi suoni retorico, sarò ingenuo, sono convinto che lui ci credesse.