il Giornale, 13 luglio 2023
Gli 80 anni di Mick Jagger
Secondo le ultime notizie, ha appena comprato una casa di vacanze (a Portopalo di Capo Passero in Sicilia) e ha chiesto alla fidanzata di sposarlo (Melanie Hamrik, ballerina, con lui dal 2014). Un quadretto da quarantenne di buona famiglia tutto casa e lavoro. Però Mick Jagger di anni ne compirà 80 il 26 luglio, delle proprie case ha probabilmente perso il conto e, qualora tutto andasse a buon fine, Melanie sarebbe la terza moglie, lui è già padre di otto figli, ma è nonno e pure bisnonno oltre che essere un dio di quella curiosa religione che si chiama rock e mescola musica, attitudine, moda, vizi e cultura come nessun altra nell’ultimo secolo. Buon compleanno Mick, una delle poche rockstar per le quali non c’è bisogno di Wikipedia perché tutti sanno tutto di lui, dalla casetta di Dartford a est di Londra alla London School of Economics ai Rolling Stones che dopo 60 anni di attività nel loro ultimo tour hanno incassato 115 milioni di dollari in un anno. Nell’epoca di giovani molto spesso già vecchi, Mick Jagger è un vecchio che rimane giovane e non è soltanto merito della palestra (tutti i giorni), della dieta (seguita da esperti) o, banalmente, del Fattore C ossia della fortuna che non l’ha fatto entrare nel cosiddetto Club dei 27 (Kurt Cobain, Amy Winehouse, Brian Jones, Janis Joplin ecc) o in qualsiasi altro infausto circolo di rockstar distrutte dalle droghe. Anche a 80 anni, vagamente ingobbito e ricoperto di rughe (sempre sia lodato per non aver mai abusato della chirurgia come altri colleghi ormai inguardabili) Mick Jagger rimane un simbolo di gioventù perché non si ferma, continua ad aver progetti, rimane fedele a una generazione di musicisti che disprezzava così tanto la vecchiaia da abolirla del tutto. Quand’era giovane Mick Jagger, come gli Who o i Beatles, pensava di morire prima della maturità e non si immaginava neanche di invecchiare perché, capite anche voi, nella Swingin’ London dei piaceri ininterrotti e del profumo di vita eterna, immaginarsi in una Rsa era vietato per legge. Così, quando l’anagrafe ha iniziato a presentare il conto, ha fatto finta di niente e ancora oggi pensa a registrare nuovi dischi (atteso il nuovo dei Rolling Stones) e a fare concerti mentre si gode la vita come pochi altri sono riusciti a fare. Dopotutto, con un patrimonio da mezzo miliardo di dollari secondo Celebrity Net Worth (occhio ci sono anche 250 milioni in immobili) arrivare a fine mese non è un problema e ci si può concentrare sui piaceri. Ma non solo. Il Mick Jagger che l’anno scorso correva cantando come un ventenne a San Siro in una serata d’estate bollente non è solo il nuovo, fortunato testimonial dell’eterna gioventù. È anche la conferma che a invecchiare sono soprattutto gli slogan. Come ricordato da Andrea Laffranchi, sir Michael Philip Jagger nel 1975 aveva detto: «Preferirei essere morto che cantare Satisfaction a 45 anni». Allora ne aveva 32. Ora che ne ha 80 non vede l’ora di cantare Satisfaction anche a 90 o magari pure oltre, chissà. In Gimme shelter, uno dei brani più belli della storia non solo rock, canta «dammi un riparo oppure scomparirò» e forse lo sta ancora cercando, questo riparo. Nonostante il cambiamento epocale, quasi traumatico della musica, Mick Jagger resta ancora al centro non soltanto nel ruolo di «vecchia leggenda» ma in quello molto più autorevole di «punto di riferimento». Anche l’ultimo trapper che canta di Ferrari (senza averne neanche una) sogna di poter diventare il Mick Jagger del futuro e forse questo è il vero elisir di eterna gioventù del neo ottantenne: rigenerarsi nei sogni delle nuove generazioni. Ovvio, nessuno suonerà più come i Rolling Stones, nessuno mescolerà più il blues del Mississippi con le camicette di Celia Birtwell, a meno che non sia un irriducibile nostalgico. Ma tutti vogliono essere Mick, anche i ventenni che odiano i boomer, anche i trapper che odiano il rock, anche i politicamente corretti che oggi sai come si indignerebbero se leggessero di Mick Jagger ritrovato dalla polizia con la testa tra le gambe di Marianne Faithfull di fianco a una barretta di Mars piazzata proprio lì (secondo la leggenda mai smentita, accadde nel 1967, la polizia si mosse su soffiata del News of the World, oggi le soffiate dei giornali sono altre...). Insomma, dall’alto del suo cielo rock, Mick Jagger entra negli ottant’anni come è entrato nei trenta, nei quaranta e via di seguito: facendo progetti e godendosi la vita perché «I can’t get no satisfaction but I try...», non posso essere soddisfatto ma ci provo. Il bello è che ha intenzione di provarci ancora per un bel po’.