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 2023  luglio 13 Giovedì calendario

Gianni De Michelis visto da Umberto Pizzi

Forse per i suoi modi leggiadri, o magari per quei boccoli che gli cadevano sulle spalle strette, ma lì per lì Gianni de Michelis dava l’idea di essere un po’ omosessuale. Un giudizio superficiale, perché a lui le donne piacevano eccome. Prediligeva quelle di un certo livello sociale, ma non schifava quelle, per così dire, più facili. Il raduno annuale lo teneva a Venezia, quando in occasione del carnevale organizzava feste così pazzesche che tutti i fotografi erano banditi. Una volta mi ero appostato là sotto insieme a un mio amico; era febbraio e faceva un freddo cane quando spuntò De Michelis: “Se posate gli obbiettivi vi faccio salire, come miei ospiti”. Ma sarebbe stato come chiedere a un giornalista di togliersi il cervello, gli dissi, quindi rifiutammo.
Al contrario di tanti altri della Prima Repubblica lui mi stava simpatico, ma non gli risparmiavo comunque nulla, anche perché si prestava parecchio. A Roma lo trovavo spesso in quello che avevamo ribattezzato “il triangolo delle bevute”, e a cui vertici c’erano i locali più in vista degli anni Ottanta come la Gilda, dov’era uno di casa. Andava a ballare, o a bere, appena uscito dal parlamento, se la godeva. Ebbe una storia anche con Debora Caprioglio, diventata famosa coi film di Tinto Brass. Fu uno scandalo, ma a lui non fregava niente.
Tangentopoli cambiò tutto, compresi abitudini e persino il volto di De Michelis. Un giorno lo trovai in una festa al Jackie O’, accompagnato dall’amico Paolo Cirino Pomicino. Stava seduto a tavola per tutto il tempo, alzandosi solo per andare a riempirsi il piatto dal buffet; a un certo punto, mentre stava per accomodarsi, un fetente non meglio identificato gli spostò la sedia e lui cadde a terra. Si rovesciò il cibo su se stesso e provai una gran pena, tenendo basso l’obiettivo. Anni dopo si ripeté una scena simile a Palazzo Sturzo, a Roma. Era col fratello Cesare, l’editore, per la presentazione di un libro, quando inciampò salendo le scale, cadendo di faccia. Nemmeno quella volta lo fotografai. La Prima Repubblica invece era già caduta da un bel pezzo.