Il Messaggero, 13 luglio 2023
Invalsi, un diplomato su 2 non capisce cosa legge
Un maturando su due non capisce un testo scritto, né un problema, non legge e non comprende la lingua inglese. Arrivano in questo modo all’esame di Stato gli studenti italiani, alla fine dell’intero corso di studi. Praticamente uno su due andrebbe bocciato e invece, come ogni anno accade, saranno promossi alla maturità nel 99% dei casi. Ad analizzare i livelli di preparazione degli alunni sono i test Invalsi e gli esiti, quest’anno, non hanno segnalato quell’inversione di tendenza che tanto si sperava dopo l’effetto covid. Anzi, in alcune classi gli esiti sono anche peggiori rispetto al 2019.
I RISULTATI
I test si sono svolti a partire dal mese di marzo coinvolgendo oltre un milione di alunni della scuola elementare, per le classi II e V, circa 570.000 studenti della terza media e più di 1 milione di studenti delle classi II e V delle superiori. A suscitare maggiore perplessità sono proprio i risultati dell’ultimo anno delle superiori perché i test si svolgono circa 3 mesi prima dell’inizio della maturità: in Italiano solo il 51% degli studenti dell’ultimo anno raggiunge almeno il livello base e in questo caso con una forte differenza tra Nord e Sud, dove il meridione resta indietro di ben 23 punti percentuali. In Matematica raggiunge il livello base solo il 50% degli studenti e il divario tra le aree del Paese raggiunge i 31 punti percentuali, mentre in inglese raggiunge il B2 nella prova di reading il 54% degli studenti e il 41% quella di listening.
Non si registrano miglioramenti rispetto agli anni della pandemia e delle lezioni in dad anzi, nella seconda classe, si rileva addirittura una perdita in italiano di 3 punti sul 2022 e di 7 sul 2019. Per quanto riguarda la scuola media, i risultati del 2023 registrano che si è fermato il calo in italiano e matematica rilevato tra il 2019 e il 2021, ma non si riscontra ancora un’inversione di tendenza. Gli esiti di inglese sono invece in miglioramento: in italiano raggiunge il livello di preparazione adeguato il 62% degli alunni, in matematica il 56%, in inglese nella parte reading si arriva all’80% e nella parte listening il 62%.
Anche in questo caso i divari territoriali rimangono troppo pesanti: in alcune regioni del Sud, come Campania, Calabria, Sicilia e Sardegna, si registra un maggior numero di allievi con livelli di risultato molto bassi, che si attesta al 50% della popolazione scolastica in italiano, al 55-60% in matematica, al 35-40% in reading e al 55-60% in listening. Gli esperti dell’Invalsi sottolineano che «sono in parte ampliate le forti evidenze di disuguaglianza di opportunità di apprendimento nelle regioni del Mezzogiorno sia in termini di diversa capacità della scuola di attenuare l’effetto delle differenze socio-economico-culturali sia in termini di differenze tra scuole e, soprattutto, tra classi». Dai test emerge anche che i problemi degli studenti quest’anno iniziano in anticipo, si registrano già alla scuola elementare visto che in seconda primaria i risultati di italiano e di matematica sono più bassi di quelli del 2019 e del 2021, uguali al 2022, e in V i risultati del 2023 sono più bassi di quelli degli anni precedenti, compreso il 2022, in tutte le discipline, incluso l’Inglese. E già dalla II elementare emergono i primi divari territoriali, più marcati nella V classe rispetto alla II e soprattutto più evidenti per la matematica e l’inglese listening. In sostanza quasi 9 ragazzi su cento rientrano nella cosiddetta dispersione scolastica implicita, per cui pur frequentando le lezioni non si apprende il necessario: nel 2019 si attestava al 7%, per salire al 9,8% nel 2021, anche a causa della pandemia, nel 2022 era scesa al 9,7% e nel 2023 conferma il calo scendendo ancora fino all’8,7%. Ma anche qui sono forti le differenze territoriali: in Campania arriva al 19%, in Sardegna al 15,9 %, in Sicilia al 13,6%, in Calabria al 13% e in Basilicata al 10,6 %.
IL MINISTRO
«I divari a sfavore del Mezzogiorno - ha spiegato il ministro all’Istruzione e al merito, Giuseppe Valditara - si accentuano nella secondaria, dove troviamo anche un aumento del divario in italiano: -15 punti percentuali rispetto all’Italia settentrionale al termine del Primo ciclo e -22/23 punti percentuali al termine della secondaria di II grado. Per quanto riguarda la matematica, si arriva addirittura a percentuali di svantaggio pari rispettivamente a 25 punti e a 30 punti». Per questo si sta lavorando all’Agenda del Sud, in 10 punti, tra cui interventi mirati in 240 scuole, individuate in base alle difficoltà degli studenti, tra cui 120 scuole elementari.