Avvenire, 12 luglio 2023
Ogni giorno 84 reati contro l’ambiente
L’edilizia e gli appalti tornano al centro degli affari dei clan mafiosi. Ed è un vero e proprio boom. Lo denuncia Legambiente nel nuovo rapporto Ecomafia 2023. I reati contro l’ambiente restano ben saldi sopra la soglia dei 30mila, esattamente 30.686, in lieve crescita rispetto al 2021 (+0,3%), alla media di 84 reati al giorno, 3,5 ogni ora. Crescono anche gli illeciti amministrativi arrivati a 67.030 (+13,1%). L’insieme delle attività illecite monitorate da Legambiente genera un fatturato illegale pari a 8,8 miliardi di euro. Mentre dal 1994 ad oggi sono 375 i clan delle ecomafie censiti. In testa all’illegalità ambientale è proprio il cemento con incrementi da preoccupare. Gli illeciti nel 2022 sono stati 12.216, pari al 39,8% del totale, con una crescita del 28,7%. Crescono del 26,5% le persone denunciate (12.430), del 97% le ordinanze di custodia cautelare, che sono state 65, addirittura del 298,5% il valore dei sequestri e delle sanzioni amministrative, per oltre 211 milioni. In crescita, da 1,8 a 2 miliardi di euro, anche il business dell’abusivismo edilizio con un incremento netto delle abitazioni «in una misura che non si osservava dal 2004 (+9,1%)». Completano il quadro i decreti di scioglimento dei Comuni, 22 quelli attualmente commissariati, «dove la violazione delle più elementari regole nell’assegnazione di qualsiasi tipologia di appalto e l’abusivismo edilizio più “impunito” sono la norma». Questi dati, denuncia Enrico Fontana, responsabile dell’Osservatorio ambiente e legalità Legambiente, «dovrebbero sollecitare risposte coerenti ed efficaci, al di là delle dichiarazioni d’intenti, da parte di chi ha responsabilità politiche e istituzionali, mentre accade spesso il contrario: deregulation, come quelle inserite nel nuovo Codice degli appalti, invece di semplificazioni; condoni edilizi più o meno mascherati invece di ruspe demo-litrici ». Non è certo un caso che il rapporto si apra con una citazione di Giovanni Falcone, che scriveva che il mafioso «se fa il costruttore, amplierà il suo raggio d’azione fino a comprendere le cave di pietra, i depositi di calcestruzzo, i magazzini di materiale sanitario, le forniture in genere e anche gli operai». Dopo il ciclo del cemento e gli appalti, seguono i reati contro la fauna con 6.481 illeciti penali (+4,3%) e 5.486 persone denunciate (+7,6%). Scende al terzo posto il ciclo illegale dei rifiuti con una riduzione sia del numero di illeciti
penali, 5.606, (−33,8%), sia delle persone denunciate (6.087, −41%), ma aumentano le inchieste in cui viene contestata l’attività organizzata di traffico illecito di rifiuti (268 contro le 151 del 2021). Numeri che spaventano, basti pensare che le tonnellate di rifiuti finite sotto sequestro hanno superato i 60 milioni, una per ciascun italiano. La gran parte dei sequestri ha riguardato rifiuti speciali e pericolosi, dai rottami e metalli di origine industriale (40%) ai fanghi di depurazione contaminati (35%), con la novità dei traffici di oli vegetali esausti. E resta forte l’esportazione illegale. Due le rotte principali: quella africana, in crescita, e quella verso l’Europa dell’Est. Al quarto posto, dopo il terribile 2021, i reati legati a roghi dolosi, colposi e generici (5.207, -3,3%). In aumento i controlli, le persone denunciate (768, +16,7%) e i sequestri (122, +14%). Un capitolo a parte viene dedicato al settore agroalimentare, con 41.305 reati e illeciti amministrativi. Infine censite dal 1 agosto 2022 al 30 aprile 2023 ben 58 inchieste su fenomeni di corruzione connessi ad attività con impatto ambientale. La Campania si conferma al primo posto per numero di reati contro l’ambiente (ben 4.020, pari al 13,1%), persone denunciate (3.358), sequestri (995) e sanzioni amministrative (10.011). Seguita dalla Puglia, con 3.054 reati. Terza la Sicilia, con 2.905 reati. La Lombardia, sesta con 2.141 infrazioni penali, è prima del Nord. Balzo in avanti dell’Emilia-Romagna, dal dodicesimo all’ottavo posto, con 1.468 reati (+35%). E questo preoccupa in previsione dei molti fondi in arrivo per l’alluvione. «Mai come in questo momento storico - commenta Stefano Ciafani, presidente di Legambiente - si devono alzare le antenne per scovare inquinatori ed ecomafiosi. E bisogna farlo presto, dentro e fuori i confini nazionali, perché stiamo entrando nella fase operativa del Pnrr. L’Italia può e deve svolgere un ruolo importante perché la transizione ecologica sia pulita anche nella fedina penale». Per Legambiente occorre approvare il disegno di legge contro le agromafie; introdurre nel Codice penale i delitti contro la fauna; emanare i decreti attuativi della legge 132/2016 che ha istituito il Sistema Nazionale per la protezione per l’ambiente; garantire l’accesso gratuito alla giustizia per le associazioni iscritte, come Legambiente, nel Runts, il Registro unico nazionale del Terzo settore.