la Repubblica, 11 luglio 2023
Il selfie fa storia agli Uffizi
FIRENZE – La collezione degli autoritratti degli Uffizi è una gloria del patrimonio culturale italiano. La più grande al mondo per estensione temporale e per numero di pezzi: oltre duemila raccolti dalla fine del Seicento, quando la collezione fu cominciata dal cardinale Leopoldo de’ Medici, ai giorni nostri. L’ultimo autoritratto donato alla galleria fiorentina è quello del cinese Yan Pei Ming, arrivato una settimana fa.
Una finestra sempre aperta sul contemporaneo nel più famoso museo del Rinascimento italiano, che adesso trova collocazione in una specifica nuova sezione di dodici sale al piano nobile dell’ala di ponente. Così gli Uffizi, che sotto la guida del direttore uscente Eike Schmidt hanno inaugurato e rinnovato numerose sale, da quelle nuove di Leonardo e Michelangelo a quelle dedicate al cinquecento toscano ed emiliano, sono ancora più grandi. Un museo nel museo, con una selezione di oltre duecentocinquanta autoritratti, da Andrea del Sarto, uno dei primi ad entrare nella collezione, ai videoritratti di Bill Viola e Fabrizio Plessi, passando per Beato Angelico, Federico Barocci, Rubens, Luca Giordano, Rembrandt, Delacroix, Bocklin, Francesco Hayez, Giuseppe Pellizza da Volpedo, fino ai più recenti di Antony Gormley, presente con una scultura in ghisa, e Ai Weiwei che ha realizzato il suo autoritratto con mattoncini di plastica. E poi tante artiste: la pittrice francese Elizabeth Chaplin, la scultrice Anne Seymour Damer, la quale nel 1778 si firma in caratteri greci per affermarsi in una cultura che era appannaggio solo maschile, ed Helene de Beauvoir, sorella minore della scrittrice e filosofa. Sulle pareti color rosa corallo – un colore che rimanda alla veste cardinalizia di Leopoldo dei Medici – sfila in senso cronologico la storia dell’arte, dal Quattrocento ad oggi, vista con gli occhi degli artisti che prendono sempre più coscienza del loro ruolo sociale e col tempo lasciano che, oltre al loro volto, altre dimensioni della loro vita – la bottega, l’atelier, la loro famiglia – entrino nell’inquadratura dei dipinti.
La sezione degli autoritratti degli Uffizi è un unicum per molte ragioni, e tra queste c’è il fatto che comprende il fumetto, una presenza che non ha precedenti nei grandi musei del mondo. Dal 2021 le Gallerie degli Uffizi hanno avviato unacollaborazione con la manifestazione dedicata al fumetto Lucca comics& games, all’interno del progetto del Ministero della culturaFumetti nei musei, che oggi porta a esporre 54 autoritratti di disegnatori come Altan, Milo Manara, Lorenzo Mattotti e Will Eisner, per una definitiva promozione del fumetto tra le arti nobili. I disegni sono sistemati sotto le vetrine in due sale affrescate nell’Ottocento da Luigi Ademollo.
Il nuovo allestimento, finanziato con un milione e mezzo di euro donato dalla famiglia Pritzker, è stato preceduto da restauri e imponenti campagne di studio i cui risultati verranno pubblicati in un catalogo di cinque volumi, ed è solo temporaneo: le opere su carta, data la loro natura facilmente deteriorabile, non possono essere esposte per più di tre o quattro mesi e più o meno con la stessa frequenza avverrà una rotazione delle opere esposte per permettere la conoscenza e il godimento dell’intera collezione.
Gli autoritratti aspettavano di tornare alla luce da anni. Dagli anni Settanta e fino al 2016 centinaia di questi pezzi si trovavano nel Corridoio vasariano, il camminamento aereo sull’Arno tra Palazzo Vecchio e Palazzo Pitti, a fare da pendant alle vedute sui tetti di Firenze. Nel 2016 la chiusura del Corridoio per ragioni di sicurezza. Ma la necessità di più adeguate condizioni di conservazione aveva subito reso evidente il bisogno di trovare un’altra sistemazione. Oggi, a distanza di sette anni, e ad eccezione di una piccola anticipazione nel 2021, gli autoritratti tornano visibili al pubblico, finalmente apprezzabili anche grazie ad un’illuminazione migliore di quella che avevano nel Corridoio.
Per lo più i dipinti sono stati tirati fuori dai depositi, oppure sono frutto di acquisti come l’autoritratto di John Francis Rigaud con moglie e figli, donato di recente dai Friends of Uffizi galleries, ramo americano degli Amici degli Uffizi; oppure quello del romano Michelangelo Cerquozzi che il direttore Eike Schmidt si è aggiudicato all’asta poco tempo dopo il suo insediamento alla guida del museo. Altre opere provengono invece da Palazzo Pitti, come iQuattro filosofi di Rubens.