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 2023  luglio 11 Martedì calendario

Tutti i nomi del bel paese

L’Eroe dei Due Mondi, il Vate, il Duce, il Migliore, il Campionissimo, il Papa Buono, la Bersagliera, la Tigre di Cremona, la Pantera di Goro, il Gran Lombardo, il Pirata, e si potrebbe continuare quasi all’infinito. Siamo un popolo di inventori di antonomasie. Non per nulla ci chiamiamo anche il Bel Paese, antonomasia inaugurata da Dante («il bel paese là dove il sì suona»), proseguita con Petrarca e adottata nel 1876 come titolo dall’abate Antonio Stoppani, trent’anni prima di diventare la marca di un formaggio. L’antonomasia è una figura retorica compagna dell’enfasi: è l’attributo o l’epiteto che acquista la maiuscola e diventa nome proprio. Sicché Dante è il Divin Poeta e Baggio il Divin Codino. Qualche eroe nazionale particolarmente divisivo ha il privilegio di essere titolare della doppia antonomasia, positiva e negativa: Andreotti è il Divo ma anche Belzebù; Berlusconi è il Cavaliere e anche il Caimano, oltre che familiarmente Silvio. Coniglio Mannaro, ovvero Arnaldo Forlani, è soltanto Coniglio Mannaro, così come Craxi è rimasto il Cinghialone. Del resto, si sa, siamo un paese che ha bisogno di eroi (e di antieroi) immortali. In Fare nomi (Bompiani), il linguista Nunzio La Fauci ci ricorda tra l’altro che nel 1965 il Mago (Helenio Herrera) portò allo scudetto il Sinistro di Dio, la Roccia e il Gigante di Treviglio, che erano (sono per l’eternità), rispettivamente, Corso, Burgnich e Facchetti. Raggiunti domenica nello Stadio dell’aldilà da Luisito Suarez, l’Architetto della Grande Inter, detta la Beneamata (per antonomasia). Il Giovanni (Battista) dell’antonomasia sportiva era Brera, battezzatore per eccellenza o per antonomasia: Abatino per Rivera è suo, come Rombo di Tuono per Riva, Piper per Oriali e Deltaplano per Zenga. Uscendo dall’antonomasia e arrivando ai nomi propri dei comuni mortali, La Fauci ne segnala la mutevolezza: e spiega perché Antonia non è più Tonia ma Anto; Federico una volta era Rico mentre oggi è Fede; Alessandra era Sandra e oggi è Ale. Nessun nome proprio è per sempre. Ogni epoca ha i suoi nomi propri, i suoi vezzeggiativi, le sue antonomasie, cioè i suoi eroi e antieroi, i suoi Ettori e i suoi Achilli. Quelli che si merita. Perciò è utile studiarli. Luisito Suarez era l’Architetto, da non confondere con l’omonimo attuale (quello del morso a Chiellini), detto il Pistolero.