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 2023  luglio 11 Martedì calendario

Tra mille baci stellari, ha mai rifilato anche un ceffone altrettanto astrale?«Mmm... mai. Al massimo baci semplici, che valgono come uno schiaffo»

Tra mille baci stellari, ha mai rifilato anche un ceffone altrettanto astrale?
«Mmm... mai. Al massimo baci semplici, che valgono come uno schiaffo».
A proposito, ha ancora la sua bocca tatuata quasi là dove non batte il sole?
«Certo, sono proprio le mie labbra, disegnate da un artista, con due ali di stelle, all’attaccatura del lato B. “Ma che hai combinato?”, mi chiese mia madre Gianna. “Tranquilla, è soltanto hennè”».
PUBBLICITÀE «Wonder», come la chiama lei, le ha creduto?
«Nemmeno per un secondo», ride Valeria Marini, romana di nascita ma orgogliosamente sarda nel cuore (e talvolta nell’inconfondibile accento che riaffiora). Da quando a 7 anni Lolli – così la chiamava l’amato papà Mario («Sei il mio Angelo», lo ha ricordato giorni fa su Instagram) – dopo la separazione dei suoi, si trasferì a Cagliari.
La sua Sardegna di bimba.
«Ho tanti ricordi belli nella tenuta dei nonni materni, era un parco giochi, con conigli e galline e tanti cuginetti con cui giocare».
Isolana vera e pura.
«Nei valori che mi ha insegnato mamma: lealtà, sincerità, generosità. E testardaggine: volere è potere».
Tutto passa, la Valeria nazionale resta.
«Perché in ciò che faccio metto amore e passione, condivido emozioni e il pubblico lo sente. E sono un’ottimista, pure nei momenti difficili, non è che non ne ho avuti. Trasformo le difficoltà in cose belle. Come stamattina. Ho preso una storta al piede, camminavo lenta, allora ne ho approfittato per fare selfie con chiunque. Se mi chiedono una foto non dico di no, una volta così ho perso l’aereo».
Nel 1993 Pingitore la scelse come star del Bagaglino.
«A Ninni devo tanto, non smetto di ringraziarlo. Pamela Prati aveva lasciato la compagnia, lui prese me. Successo incredibile. Sorrisi & Canzoni mi dedicò due copertine di fila. Titolo: “Che bomba!”».
La storia che Pamela l’avrebbe graffiata per ripicca è vera o leggenda?
«No dai, è stato un momento di gelosia, poi ci siamo chiarite e siamo amiche, l’invidia non mi appartiene».
In coppia con Alba Parietti a «Serata mondiale».
«Ci siamo divertite da morire. Un pizzico di sana competizione ci sta. Però mi piace che gli altri abbiano successo. I numeri insieme diventarono cult. Specie la sigla. Io uscivo per prima, poi lei, che fino all’ultimo provava i passi. Ascolti da paura. Un mito, di una bellezza incredibile».
Amici veri tra colleghe/i?
«Antonella Clerici e Simona Ventura. Milly Carlucci. Carlo Conti e Renato Zero, che adoro, siamo vicini di casa, una sera lui e Giorgio Panariello mi hanno cucinato dei favolosi spaghetti mantecati».
Molti dicono: «Valeria ha un gran cuore».
«Davvero? Mi rende felice. Se posso tendo una mano, al mondo c’è posto per tutti».
Pure troppo buona?
«Spesso sì. Sono sincera, cristallina, mi piace regalare amore e felicità. Col tempo ho imparato a dare affetto solo a chi lo merita e mi ricambia».
A cavallo di una mortadella per il film «Bambola» di Bigas Luna, scena stracult.
«Surreale, nessun imbarazzo, buona la prima. Per me è sempre così, pure nell’ ultimo film, Billie’s Magic World, con Alec e William Baldwin. Due grandi. Eppure ero l’unica a non sbagliare le battute».
C’era pure un’anguilla.
«Un’invenzione di Bigas, gli sembrava sexy. Il protagonista maschile Jorge Perugorrìa era perplesso: “No entiendo”. L’anguilla puzzava da morire. Ho girato la scena senza respirare. Però Bambola ha sbancato, battendo Missione impossibile. Al Festival di Venezia, spente le luci, sembrava di stare allo stadio».
Sanremo 1997 con Mike Bongiorno e Chiambretti.
«Mike faceva corsetta e saltelli dietro al palco, per scaldarsi. Severo, con me però fu un amore. Una volta l’ho chiamato “Buongiorno”, che lapsus, non se la prese. Piero era appeso al soffitto vestito da angelo. Per scherzo aveva legato un filo alla coda del mio abito rosso di Dior. Ma l’ha tirato troppo, sotto ero quasi nuda e si è visto».
Baudo e «Domenica In».
«Pippo era ed è l’enciclopedia della tv, un monumento. Preparavo le domande per le interviste e lui me le cambiava tutte, però non me la prendevo. Lui, Mike, Chiambretti, Alberto Sordi, i grandi con cui ho lavorato, erano tutti dei Gemelli, curioso no?».
Il flirt estivo con Jovanotti.
«L’ho conosciuto in un locale di Porto Rotondo, io ragazza immagine, lui dj, eravamo giovanissimi. Meraviglioso, solare, giocoso. Mi ha insegnato a guardare le stelle in cielo nella notte di San Lorenzo. Durò un anno».
Ha raccontato che Jova baciava molto bene.
«Mai detto, però è vero».
E con Alfonso Signorini?
«Amore a prima vista, ma ci sono tanti tipi di amore. Gli voglio un gran bene, mi è stato accanto nei momenti duri, come io con lui».
Vittorio Cecchi Gori la conquistò con un biglietto.
«Mi mandò un enorme fascio di rose ma del biglietto non ricordo. Mi invitò a cena a casa sua. Quando arrivai dovetti aspettarlo un’ora perché si stava facendo la manicure».
Gli è stata vicina nel bene e nel male, aiutandolo, pagando – si dice – persino gli stipendi della Fiorentina.
«Non intendo scendere nel dettaglio. Per me i soldi non hanno valore, se lo meritava. Se avesse seguito i miei consigli sarebbe ancora il Vittorio Cecchi Gori degli Oscar».
La perquisizione all’alba a Palazzo Borghese.
«Menomale che c’ero io, fu una messinscena organizzata per rovinarlo».
Del (non) marito Giovanni Cottone detesta parlare.
«Altra farsa. Ho avuto l’annullamento dalla Sacra Rota in 4 mesi. Per fortuna me ne sono liberata in fretta».
Poi le storie con...
«Non me li nomini».
L’estate scorsa c’era Ed...
«La prego, basta. L’unico a cui voglio tuttora un gran bene è Patrick Baldassarri, che fa parte della mia famiglia».
Non è stata fortunata.
«Dopo Vittorio, per cui ho fatto la crocerossina, troppo presa dal lavoro, ho sbagliato tante scelte, commesso errori di valutazione».
«Però non smetto di sognare», ha detto. Cosa?
«L’amore, la felicità, il sorriso, le cose più belle».
Rimpianti?
«Non ne ho. Preferisco valutare bene gli errori per prendermi le mie rivincite».