Corriere della Sera, 11 luglio 2023
Intervista a Francesco Paolo Sisto
Viceministro Francesco Paolo Sisto, cosa pensa del nuovo scontro sulla giustizia?
«Occorre esorcizzare il fantasma di una magistratura supplente della politica. Ma basta con le guerre di religione “vintage”».
Quindi il testo della riforma può cambiare?
«Il ddl Nordio è stato bollinato e presto sarà in commissione Giustizia, al Senato. Sarà il Parlamento a stabilire se le nostre scelte sono conformi ai programmi e ai problemi reali del Paese».
L’Anm ne ha criticato diverse misure.
«L’Anm, a mio avviso, ha pieno titolo a esprimere critiche, perché ogni contributo è utile e può essere valutato nel dibattito parlamentare. Ma sia chiaro: l’articolo 101 della Costituzione stabilisce che i magistrati sono soggetti soltanto alla legge».
E quindi?
«Condivido la preoccupazione di Luciano Violante: occorre evitare che la magistratura assuma i compiti del Parlamento. Ci si confronta, ma poi decidono i parlamentari democraticamente eletti dal popolo italiano, come previsto dalla Costituzione».
La convince la tesi che i casi Santanchè, Delmastro e La Russa jr mostrino l’esistenza di un complotto contro il governo ordito da pezzi della magistratura ed esponenti del Pd, come evocato da suoi colleghi?
«Non mi convince. È necessario evitare qualsiasi diversivo retroscenista e far sì che le riforme vedano al più presto la luce. È la migliore risposta a chi dovesse cercare, anche dall’esterno, di minarne la credibilità».
Qualcuno dovrebbe fare un passo indietro?
«FI è sempre stata garantista con tutti. Regole cogenti non ce ne sono. Spetta alla sensibilità di ciascuno. Per noi conta la presunzione di non colpevolezza».
Berlusconi non c’è più, ma lo scontro è più duro che mai.
«La sua scomparsa è stata una grave perdita per il Paese e per FI che con lui è diventato il luogo amato dai moderati perché denso di valori fondanti. La nostra missione, in suo nome, è dare presente e futuro a quei valori di cui il garantismo costituisce l’anima portante. Ecco perché bisogna rifuggire da ogni tentazione di guerre che trovo ormai superate. Serve altro».
Non penso ci sia un complotto contro il governo che lega
le inchieste È necessario evitare qualsiasi diversivo retrosceni-sta e far sì che le riforme vedano la luce
Che cosa?
«Una nuova maturità che veda affiancati i migliori avvocati, magistrati, politici di buona volontà».
La separazione delle carriere è una ritorsione?
«È inappropriato pensarlo. Era nel programma elettorale. Abbiamo ricevuto il consenso su questo impegno e lo manterremo».
Non tutti sembravano convinti. Ora?
«Era nel cronoprogramma delle riforme, fin dalla sua stesura originaria, collocata subito dopo il secondo intervento sulle norme ordinarie, che riguarderà fra l’altro la prescrizione e le intercettazioni».
È il primo passo per il controllo del governo sul pm?
«L’articolo 104 della Costituzione stabilisce che la magistratura è un ordine autonomo e indipendente da ogni altro potere. Nessun componente di questo governo porrà mai in discussione questo principio. L’art. 111, però, stabilisce che solo il giudice, non il pm, è terzo e imparziale».
Sicché?
«Il cittadino deve percepire la giustizia come un triangolo isoscele: in cima il giudice, alla base, alla stessa distanza dal giudice, il pm e la difesa».
L’Anm dice che per far funzionare la giustizia servono più magistrati, cancellieri e computer. Sbaglia?
«Su questo hanno ragione. E stiamo lavorando pancia a terra per risolvere le questioni organizzative».
I rilievi tecnici sulla riforma invece non la convincono?
«Sindaci di tutte le provenienze hanno chiesto di abrogare l’abuso d’ufficio. L’indeterminatezza del traffico di influenza è unanimamente condivisa. Che a decidere quali intercettazioni pubblicabili sia il giudice tutela i terzi estranei. Queste e le altre misure dimostrano che la nostra preoccupazione è restituire al cittadino la fiducia nella giustizia, ahimè, oggi in profonda crisi».