La Stampa, 11 luglio 2023
Il caso Beatrice Venezi
Com’è triste Venezi, almeno per i francesi. La direttrice d’orchestra più di destra d’Italia, anzi "direttore" come piace a lei da precursora del "presidente del Consiglio" e sua amica Giorgia Meloni, viene criticata a Nizza perché «neofascista» da dodici associazioni che si oppongono alla sua direzione del concerto di Capodanno all’Opéra chiedendo al sindaco macroniano Christian Estrosi e al direttore del teatro Bertrand Rossi di annullare l’evento.
Un nuovo incidente oltralpe per Madame Beatrice dopo le contestazioni a Limoges e un ulteriore grattacapo per i rapporti complicati tra il governo italiano e quello francese. Venezi è anche consulente per la musica del ministro della Cultura Sangiuliano, che ieri si è affrettato a difenderla: «Beatrice è una grande artista e una straordinaria professionista. Sono orgoglioso di averla al mio fianco. Chi a Nizza vorrebbe impedirle di esercitare la sua arte dimostra tutta la sua ignoranza e va contro quei principi di libertà e democrazia che sostiene di voler difendere. Forza Beatrice!». Solidarietà anche da diversi parlamentari di Fratelli d’Italia, mentre per il Pd si è alzata la voce della senatrice Tatjana Rojc: «Confido che le manifestazioni artistiche possano rimanere una zona franca dalle polemiche politiche e che un direttore d’orchestra si giudichi dalle capacità interpretative e espressive, solo da quelle. E che il giudizio sia severo. È però indubbio che una delle conquiste delle democrazie liberali sia la libertà d’espressione, e quella artistica dovrebbe essere tra quelle più protette. Non entro nel merito delle idee politiche di Venezi, che pure hanno accompagnato una parte della sua carriera. Ma l’arte è linguaggio universale e altro è la qualità dell’artista. Non vorrei mai che qualcuno mettesse all’indice i miei lavori letterari solo perché io sono del Pd».
Il concerto di Capodanno in ogni caso non sembra in reale pericolo, almeno stando al direttore dell’Opéra Rossi: «La musica ha il potere di superare gli schieramenti e di riunire gli individui attorno a un’esperienza comune e si deve dunque separare l’arte dalla politica. Come istituzione culturale, il nostro ruolo è favorire la libera espressione artistica e creare un’atmosfera in cui tutti possano sentirsi a proprio agio e rispettati, indipendentemente dalle proprie affiliazioni politiche. Venezi tra l’altro era già stata accolta a Nizza l’anno scorso per un concerto ».
Ma cos’è che ha spinto dodici associazioni, movimenti e sindacati riuniti nel collettivo di sinistra "Touscitoyen06" a chiedere l’annullamento della partecipazione della direttrice d’orchestra? «In un contesto di banalizzazione dell’estrema destra e del fascismo, l’invito fatto a Nizza costituisce un gesto politico che contestiamo e denunciamo con fermezza. Venezi è una neofascista vicina al governo Meloni, per cui fa la consigliera per la musica. Lo scorso anno ha partecipato alla convention del partito di estrema destra Fratelli d’Italia e ha dato all’ideologia che difende la più ampia visibilità possibile». E poco importa che per guidare il concerto di Capodanno sia stata scelta una donna: «Venezi sostiene un governo che pretende di limitare i diritti delle donne ed esibisce valori come "Dio, patria e famiglia", eredi dell’ideologia mussoliniana». Di conseguenza secondo le associazioni «la città di Nizza non deve dare un assegno in bianco al neofascismo italiano sotto la copertura di un evento artistico e strumentalizzando l’Opéra».
Venezi, che stasera sarà sul palco del Lucca Summer Festival a dirigere l’Orchestra del Teatro Carlo Felice di Genova per i cento anni dalla morte di Puccini, si è limitata ad affidare a Instagram "la rabbia e l’orgoglio". Prima ha ripreso un sondaggio sulla polemica nizzarda del profilo "Dì la tua": «Che teste di c... o giusto così?». E poi ha citato una sua follower: «Il talento non si inchinerà mai davanti a dei miserabili».