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 2023  luglio 11 Martedì calendario

Tutte le bugie di Daniela Santanchè (secondo Report)

Daniela Santanchè con le spalle al muro dopo l’inchiesta di Report. La sua posizione all’interno del governo è appesa un filo, anche se Meloni, seppur non apertamente, continua apparentemente a sostenerla. Ma fino a quando? Indagata dalla Procura di Milano per falso in bilancio e bancarotta fraudolenta, Santanchè smentisce se stessa. O meglio, l’imprenditrice smentisce la ministra. In un impietoso fact checking, alla lettera «verifica dei fatti», la trasmissione d’inchiesta Report, condotta da Sigfrido Ranucci, ieri sera su Rai 3, ha messo a confronto le azioni concrete di Santanchè a Visibilia e dintorni e le sue dichiarazioni in Senato.
Emergono numerose ed evidenti contraddizioni. A partire dalla sua affermazione a Palazzo Madama, il 5 luglio scorso: «La mia partecipazione in Ki Group srl non ha mai, ripeto mai, superato il 5 per cento». Peccato che la società sia di proprietà di Ki Group spa, che a sua volta è controllata da Bioera. E il bilancio 2013 rivela che Daniela Santanchè possedeva il 14,9 per cento di Bioera tramite la D1 Partecipazioni, un’altra holding in cui lei è socia con l’ex fidanzato Alessandro Sallusti.
Sempre in Senato la ministra del Turismo ha dichiarato di essere entrata in Ki Group esclusivamente per supportare il figlio Lorenzo Mazzaro. Ma nel 2013 il ragazzo aveva solo 17 anni e non lavorava. E invece in quell’anno le aziende della Santanchè del gruppo Visibilia, che già non navigavano in acque tranquille, venivano finanziate da Bioera, e quindi con i soldi di Ki Group, per 1 milione e 300 mila euro finalizzato a un aumento di capitale.
La ministra, poi, nega di aver avuto un ruolo in Ki Group srl. Ma viene tradita dal bilancio 2014 che dimostra che già allora era la presidente della Ki Group spa, la controllante. Dai bilanci si evince inoltre che ha spalleggiato l’ex fidanzato Canio Mazzaro fin dall’inizio dell’impresa del biologico, assumendo nel 2012 la presidenza di Bioera, carica che conserverà anche negli anni successivi.
E ancora: Santanchè ha ribadito che i suoi compensi non sono mai stati superiori a 100 mila euro lordi all’anno, tra il 2014 e il 2018, mentre documenti interni attestano che ha incassato oltre 400 mila euro lordi all’anno anche quando la società perdeva 7 milioni di euro. Viene inoltre smentita anche a proposito dei dipendenti licenziati senza liquidazioni: lei nega di essere stata operativa in azienda all’epoca dei fatti, ma come si legge nel bilancio 2021 di Ki Group srl il licenziamento della quasi totalità dei dipendenti risale al 2021-2022, quando Daniela Santanchè era perfettamente operativa all’interno dell’azienda.
La ministra ha respinto l’accusa relativa al fatto che la dipendente Federica Bottiglione, che lavorava mentre era in cassa integrazione a zero ore, fosse all’oscuro della sua situazione contrattuale e ha negato che abbia lavorato in cassa integrazione. Ma la verità raccontata da Bottiglione di fronte alle telecamere è completamente opposta. «Non sapevo di essere in cassa integrazione a zero ore. Durante il Covid ho sempre lavorato. Soprattutto perché il mio ruolo di responsabile affari societari e investor relator è obbligatorio in Borsa, è quella persona che dà comunicazioni al mercato, e non si può smettere di darle se si è quotati». La donna veniva pagata, a sua insaputa, a rimborso chilometrico nonostante durante il Covid nessuno si potesse spostare: «Né poi ricevevo le buste paga nei tempi in termini di legge. Il 24 giugno 2020 ho ricevuto le buste paga del semestre. In realtà loro mi hanno sempre pagata. Però mi sono accorta poi sempre andando al Caf che questi pagamenti risultavano come rimborsi spese. E quando ho chiesto spiegazioni mi hanno detto «sono come per gli altri, facciamo rimborsi spese chilometrici». E a quel punto ho detto «ma c’è stato il Covid, nessuno girava, dove sono andata?». Federica Bottiglione guadagnava mille euro al mese, mentre Canio Mazzaro che ricopriva il suo stesso ruolo in Ki Group e Bioera aveva anche una casa pagata a 10 mila euro al mese.
Un autentico mistero è anche il fondo arabo Negma. Secondo la ministra ha portato benefici agli azionisti di Visibilia, ma nei fatti nel giro di tre anni, dopo il finanziamento Negma, il valore delle azioni è crollato da 90 euro a 10 centesimi nel 2022. Eppure Santanchè insiste che dal gennaio 2023 il titolo di Visibilia è cresciuto del 500 per cento. Ma viene contraddetta dall’azionista di minoranza di Visibilia, Giuseppe Zeno, che a Report dichiara: «È una cosa ridicola questa, perché il titolo viene giù da 40 euro, è arrivato a 0,20. Quindi adesso da 0,20 a 0,60 è ridicolo dire che abbia avuto una ripresa del 200% perché siamo sempre sotto del 90%».
Come affronterà i debiti di Visibilia? In Senato la ministra ha assicurato: «Ho messo a disposizione il mio patrimonio». Parole al vento per il perito della Procura di Milano che nella sua relazione boccia la considerazione perché «troppo generica». Insufficienti paiono infatti, come garanzie, l’immobile di lusso di Milano e il Twiga, lo stabilimento per vip a Marina di Pietrasanta, di cui ha ceduto le quote al fidanzato Dimitri Kunz (anche lui indagato) e a Flavio Briatore. Per non parlare del rischio di un possibile conflitto di interessi, considerato che il governo dovrà mettere all’asta le concessioni balneari.