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 2023  luglio 11 Martedì calendario

La nuova geografia della Chiesa con i 21 nuovi cardinali

Papa Francesco ha annunciato come di consueto a sorpresa – anche per i diretti interessati – la creazione di 21 nuovi cardinali di Santa Romana Chiesa, di cui 18 con meno di ottanta anni e quindi abili a partecipare ad un eventuale Conclave. Lo ha fatto domenica al termine della recita dell’Angelus. «Adesso – ha detto – vorrei annunciare che il 30 settembre prossimo terrò un Concistoro per la nomina di nuovi cardinali. La loro provenienza esprime l’universalità della Chiesa, che continua ad annunciare l’amore misericordioso di Dio a tutti gli uomini della terra. L’inserimento dei nuovi cardinali nella diocesi di Roma, inoltre, manifesta l’inscindibile legame tra la Sede di Pietro e le Chiese particolari diffuse nel mondo». E introducendo i nomi dei tre ultraottantenni, ha aggiunto: «Insieme ad essi unirò ai membri del Collegio cardinalizio: due arcivescovi ed un religioso che si sono distinti per il loro servizio alla Chiesa».
I nomi delle porpore
Ecco chi sono i 18 nuovi cardinali elettori, che diverranno tali solo dopo il Concistoro del 30 settembre. Dodici hanno meno di 65 anni, in 6 sono cinquantenni: Robert Francis Prevost, 68 anni, statunitense, agostiniano, arcivescovo-vescovo emerito di Chiclayo in Perù, dall’aprile 2020 prefetto del Dicastero per i vescovi; Claudio Gugerotti, 68 anni, arcivescovo, già nunzio apostolico in Bielorussia, in Ucraina e in Gran Bretagna, dal gennaio scorso prefetto del Dicastero per le Chiese orientali; Víctor Manuel Fernandez, 61 anni, argentino, arcivescovo emerito di La Plata, lo scorso 1° luglio nominato prefetto del Dicastero per la dottrina della fede; Emil Paul Tscherrig, 76 anni, svizzero, arcivescovo, nunzio apostolico in Italia dal 2017 dopo esserlo stato in Argentina dal 2012; Christophe Louis Yves Georges Pierre, 77 anni, francese, arcivescovo, nunzio apostolico negli Stati Uniti dal 2016; Pierbattista Pizzaballa, 58 anni, frate minore, originario della provincia di Bergamo, dal 2020 patriarca latino di Gerusalemme dopo essere stato amministratore apostolico dal 2016; Stephen Brislin, 67 anni, dal 2009 arcivescovo di Città del Capo (Kaapstad) in Sud Africa; Ángel Sixto Rossi, 65 anni, gesuita, dal 2019 arcivescovo di Córdoba in Argentina; Luis José Rueda Aparicio, 61 anni, dal 2020 arcivescovo di Bogotá in Colombia; Grzegorz Rys, 59 anni, dal 2017 arcivescovo di Lodz in Polonia, esponente di spicco dell’ala più moderata dell’episcopato; Stephen Ameyu Martin Mulla, 59 anni, dal 2019 arcivescovo di Juba in Sud Sudan, che per installarsi aveva dovuto attendere molto tempo: il fatto che non fosse originario della capitale aveva suscitato lunghi mesi di proteste, tensioni e violenze; José Cobo Cano, 58 anni, da giugno arcivescovo di Madrid in Spagna; Protase Rugambwa, 63 anni, dallo scorso aprile arcivescovo coadiutore di Tabora in Tanzania, dopo essere stato dal 2012 segretario aggiunto e dal 2017 segretario di Propaganda fide; Sebastian Francis, 72 anni a novembre, dal 2012 vescovo di Penang in Malesia; Stephen Chow Sau-Yan,
64 anni, gesuita, dal 2021 vescovo di Hong Kong in Cina; François-Xavier Bustillo, 55 anni a novembre, frate francescano conventuale, originario di Pamplona in Spagna, ha studiato in Italia e Francia dove ha svolto la sua attività pastorale diventando dal 2021 vescovo di Ajaccio in Corsica, autore di un volume (“Testimoni, non funzionari”) più volte citato ed elogiato dal Papa; Américo Manuel Alves Aguiar, 50 anni a dicembre, dal 2019 vescovo ausiliare di Lisbona in Portogallo, presidente della Fondazione Gmg di Lisbona; don Ángel Fernandez Artime, 63 anni, spagnolo, dal 2013 rettor maggiore dei salesiani.
Questi invece i tre futuri cardinali ultraottantenni e quindi senza diritto di voto: Agostino Marchetto, 83 anni, nunzio apostolico, storico del Concilio Vaticano II; Diego Rafael Padron Sanchez, 84 anni, arcivescovo emerito di Cumaná in Venezuela; padre Luis Pascual Dri, 96 anni, frate cappuccino, confessore nel Santuario di Nostra Signora di Pompei a Buenos Aires (Argentina): è lui il religioso, più volte citato da papa Francesco, che si scusava con Gesù per aver perdonato troppo, aggiungendo: «Sei stato Tu a darmi il cattivo esempio!».
137 elettori: un record
Dopo il Concistoro fissato per sabato 30 settembre i cardinali saranno, sic rebus stantibus, 243, di cui (non computando tra loro Angelo Becciu) 137 elettori, che scenderanno a 136 il giorno successivo, perché il 1° ottobre compie 80 anni il porporato Patrick D’Rozario del Bangladesh. Una cifra record, che supera i 135 cardinali elettori che si registrarono dopo lo storico Concistoro di Giovanni Paolo II del febbraio 2001. Gli elettori scenderanno a 132 a fine anno, e per rientrare sotto il tetto canonico di 120 – stabilito da Paolo VI
ma più volte superato dai suoi successori – bisognerà aspettare la fine del 2024, anno in cui 13 cardinali raggiungeranno gli 80 anni.
Il nuovo Collegio cardinalizio
Francesco ha tenuto un Concistoro ogni anno di pontificato (eccetto il 2013 e il 2020). Dopo il prossimo, che sarà il nono, il Papa avrà creato complessivamente 142 cardinali, di cui 113 elettori al momento della nomina. Il 30 settembre i cardinali elettori creati da Bergoglio diventeranno 99 su 137 (29 quelli fatti da Benedetto XVI, 9 quelli di Giovanni Paolo II). A fine 2023 saranno 96 su 132 e al termine del 2024 91 su 119 (con 22 di Benedetto XVI, 6 di Giovanni Paolo II).
L’Europa meno debole
Le nuove porpore riguarderanno in buona parte l’Europa (8), quindi l’Africa (3), Asia (3), America latina (3) e Nordamerica (1). Computando il patriarca di Gerusalemme Pizzaballa in quota asiatica, ci sarà solo Gugerotti a “rimpolpare”, molto parzialmente, la sempre più esigua presenza di italiani nel Collegio degli elettori: saranno 14 su 137 il 30 settembre e 13 su 119 a fine 2024. Erano 26 e 25 su 111 nei due conclavi del 1978, 20 su 115 in quello del 2005 e ben 28 su 115 in quello del 2013. Complessivamente dopo il 20 settembre l’Europa avrà 52 porporati elettori su 137, 24 l’America latina, 24 l’Asia, 19 l’Africa, 15 il Nordamerica, 3 l’Oceania. A fine 2024 su 119 l’Europa sarà a quota 49, l’Asia a 20, l’America latina a 19, l’Africa a 15, il Nordamerica a 13, l’Oceania a 3.
Tre capi dicastero cardinali
Benché la nuova Costituzione apostolica sulla Curia Romana non lo prevedesse in modo “automatico” come avveniva in passato, Francesco concederà la porpora ai tre capi dicastero da lui nominati più di recente: l’agostiniano Prevost, l’italiano Gugerotti e l’argentino Fernandez. Ma il peso della Curia nel Collegio non aumenterà. Prima della fine del 2024 saranno infatti sei i cardinali curiali che raggiungeranno gli 80 anni (Giuseppe Versaldi, Angelo Comastri, Leonardo Sandri, Luis Ladaria, Marc Ouellet, Mauro Piacenza).
I gesuiti superano i salesiani
Col nuovo Concistoro ci saranno due gesuiti e un salesiano elettore in più. Quindi nel Collegio i figli di sant’Ignazio supereranno quelli di don Bosco (6 a 5), ma entro il 2024 verranno risorpassati perché un paio di loro faranno 80 anni (Pedro Barreto e Ladaria). Dal 30 settembre poi avremo due porporati conventuali (non era mai successo), anche i frati minori saranno in due. Inoltre avremo di nuovo un cardinale agostiniano elettore (l’ultimo, Sebastiano Martinelli, fu creato nel 1901, mentre Prosper Grech quando venne creato da Benedetto XVI nel 2012 aveva già compiuto 80 anni). I cappuccini saliranno a 5 ma il numero di votanti rimarrà invariato, 3. Complessivamente la famiglia francescana conterà su 7 elettori.
Conferme, novità e curiosità
Come è noto, papa Francesco non su sente vincolato alle cosiddette diocesi cardinalizie. E privilegia nomine ad personam e le sedi periferiche. Comunque con il nuovo Concistoro Madrid avrà un nuovo cardinale, anche se l’emerito (Carlos Osoro Sierra) ha meno di 80 anni. Continuerà ad avere la porpora l’arcivescovo di Bogotà in Colombia, mentre dopo un periodo di “digiuno”, torneranno ad averla quelli di Cordoba in Argentina (dopo Raul Primatesta), Cape Town in Sud Africa( dopo Owen McCann) e il vescovo di Hong Kong (dopo John Tong Hon). La berretta arriverà invece per la prima volta in Sud Sudan (Juba) in Malesia (Penang). Per la prima volta ci sarà un cardinale a Tabora in Tanzania e a Lodz in Polonia. Per la prima volta il patriarca latino di Gerusalemme durante munere sarà cardinale. Mentre Ajaccio per alcuni anni ebbe come vescovo un cardinale, Giovanni Stefano Donghi, ma siamo nel lontano XVII secolo. Francesco poi ha preconizzato la porpora per l’ausiliare di Lisbona, patriarcato oggi guidato da un porporato (Manuel Clemente, che però compirà a breve 75 anni). Con lui i cardinali elettori portoghesi diventano 4, come quelli canadesi e il doppio di quelli messicani e filippini, un record. Infine Francesco ha preconizzato cardinali due nunzi in attività, anche se hanno già superato i 75 anni. Ma questa scelta irrituale non è una novità. Dal 2016 risiede a Damasco un rappresentante pontifico, Mario Zenari (77 anni), che veste la porpora.