Corriere della Sera, 10 luglio 2023
La nuova Rai3 e quella pretesa di raccontare «la verità»
Da giorni, sto rimuginando su una frase che il nuovo dg della Rai, Giampaolo Rossi, ha detto in un’intervista alla nostra Antonella Baccaro. Si riferiva alla nuova Rai3: «Come ogni rete, racconterà l’Italia com’è realmente, non come qualcuno la vorrebbe». Forzando un po’ il senso delle parole e semplificando, il significato potrebbe essere questo: prima Rai3 era una rete di sinistra e dava della realtà un’interpretazione ideologica, ora non sarà più così.
Già le premesse mi sembrano azzardate (l’ultima Rai3 era di sinistra? Ho forti dubbi), ma non penso che il dg Rossi voglia credere alla favola dell’obiettività. Un giornalista, un conduttore, un programma che dicono la «verità», raccontano l’Italia «com’è realmente», sono attendibili solo quando ammettono di aver tratto i fatti secondo le proprie opinioni. La credibilità di un giornalista o di un conduttore dipende unicamente dalla sua capacità di seguire un metodo riconoscibile, dichiarato e applicato con coerenza. Potendo, anche uno stile.
Questo vale anche per persone come Buttafuoco o Mascheroni, tanto per citare giornalisti che mi piacerebbe vedere in video. Non così potrei dire di altri che pure sono stai confermati, su Rai3.«L’Italia com’è realmente»: in Rai finora l’unico esempio di questo desiderio è l’intervista al Premio Strega che Geppi Cucciari ha fatto al ministro della Cultura, sperando non venga osteggiata per il suo ardire. Però, a dire il «vero», c’è anche una questione di generi: nella Rai delle origini il racconto dell’Italia, non solo com’era ma anche come avrebbe dovuto essere, era affidata, a bravi inchiestisti come Mario Soldati, Ugo Zatterin, Giovanni Salvi, Virgilio Sabel, Ugo Gregoretti; purtroppo oggi l’inchiesta non gode di grande stima, da quando punta più alla gogna che alla «verità».
Qual è allora il genere che meglio «racconta l’Italia com’è realmente?».
Ho qualche difficoltà a rispondere, perciò pongo la domanda in altro modo: noi italiani assomigliamo di più a quei personaggi che appaiono nelle trasmissioni più congegnate o in quelle più trash?
Sarà dunque, gentile Giampaolo Rossi, una Rai3 dedita al trash?