il Fatto Quotidiano, 10 luglio 2023
”Vatican Tabloid”, monumentale thriller sul rapimento Orlandi
L’Italia è per antonomasia una repubblica fondata su indicibili arcana imperii, laddove Norberto Bobbio ammoniva che una democrazia vera non può avere segreti ché il potere che si fa invisibile è fuori dalla Costituzione. E nel nostro Paese sono quarant’anni esatti che tra i tanti segreti non svelati c’è quello di Emanuela Orlandi, un rapimento che è diventato la terrificante metafora dell’“inconfessabile”, mettendo insieme il Vaticano, la banda della Magliana, la mafia, la massoneria deviata (lo Ior piduista del monsignore americano Paul Marcinkus), i Servizi segreti, i depistaggi internazionali ai tempi della guerra fredda, le connivenze della politica e probabilmente la pedofilia, la criminalità neofascista e altri casi irrisolti come il delitto del giornalista Mino Pecorelli (1979). Non solo. Per tornare alla lezione di Bobbio: quali sono ancora i segreti indicibili che impediscono alla famiglia Orlandi di conoscere la verità sulla ragazza sparita in un pomeriggio di giugno del 1983, nei pressi del Senato? Insomma: chi ricatta chi, al punto che persino un papa di rottura come Francesco si è rifugiato in un silenzio omissivo?
Così capita di finire di leggere Vatican Tabloid e allo stesso tempo di apprendere dal notiziario di ieri che al fratello di Emanuela, Pietro Orlandi, sono state squarciate le gomme dell’auto. Inquietante. Indicato in copertina come romanzo (e certamente lo è), Vatican Tabloid – Baldini+Castoldi, 517 pagine, 22 euro – è una monumentale e accuratissima ricostruzione storica con la cifra e il ritmo del thriller (evviva i capitoli brevi e la scrittura secca) che mette al centro della trama i rapimenti di Mirella Gregori (Roma, 7 maggio 1983) e Orlandi (Roma, 22 giugno 1983). L’autore è lo scrittore e avvocato Pietro Caliceti.
Il libro si apre con l’immagine di Warren Hamilton, ex rugbista sudafricano, che da poco è stato eletto papa dall’ala progressista dei cardinali in Conclave. Hamilton ha preso l’apocalittico nome di Pietro II (secondo la profezia di Malachia l’ultimo pontefice di Roma prima della fine del cattolicesimo) e ha indetto un Anno Santo per far risorgere la Chiesa. Il suo pontificato si regge su un patto scellerato con l’Isis, ereditato dagli avversari tradizionalisti, e nel primo giorno della trama (in tutto sono 23) gli viene recapitata una minaccia anonima: “Ridacci i nostri soldi o morirai”. Alla stessa ora, nella Nunziatura Apostolica di Villa Giorgina a Roma, vengono rinvenute delle ossa umane. Si saprà poi che sono i resti di Mirella Gregori.
A partire da questi due fatti, la minaccia e le ossa, Caliceti costruisce uno scenario verosimile, sulla base di dettagli giudiziari, del caso Orlandi, in linea con quello detto proprio ieri da Carlo Lucarelli in un dialogo con Maurizio de Giovanni sulla Lettura del Corsera: “Siamo quelli che aprono i cassetti e tirano fuori i segreti, mettendo magari in scena un’ipotesi possibile della realtà e soprattutto dei meccanismi”. La pista accreditata da Caliceti è quella della pedofilia in Vaticano, con l’aiuto decisivo della banda della Magliana e corrisponde all’ipotesi di un altro giallo: La ragazza scomparsa di Giancarlo Capaldo, il magistrato di Roma che indagò sul caso Orlandi fino a che non intervenne Giuseppe Pignatone.