la Repubblica, 9 luglio 2023
Biorgrafia di Edgars Rinkevics
MOSCA – Per un Paese dove l’omosessualità era illegale fino a 31 anni fa e i matrimoni tra persone dello stesso sesso sono tuttora vietati, è una vittoria. E lo è anche per la stessa Unione europea. Da ieri Edgars Rinkevics è il primo presidente della Lettonia e il primo capo di Stato di tutta la Ue dichiaratamente gay. Prima di prestare giuramento come più alta carica del Paese baltico per un mandato di quattro anni, il 49enne Edgars Rinkevics era stato giornalista di politica estera presso la radio statale Latvijas, poi segretario di Stato della Difesa, capo della cancelleria del presidente e infine, dal 2011, ministro degli Esteri. Incarico che ha ricoperto più a lungo di qualsiasi altro suo predecessore promuovendo una linea dura nei confronti del “grande vicino” russo e un granitico sostegno all’Ucraina e alla sua adesione a Nato e Ue. Che a fare notizia non sia tanto il suo curriculum, quanto la sua dichiarata omosessualità, la dice lunga sul cammino dei diritti Lgbt nei Baltici e in Europa.
Rinkevics aveva già fatto scalpore quando, il 6 novembre del 2014, aveva twittato: «Annuncio con orgoglio che sono gay… Buona fortuna a tuttivoi». Un coming out inusuale nell’ex Repubblica sovietica, oggi Paese membro della Ue e della Nato, che in passato ha più volte indossato la maglia nera per il rispetto dei diritti Lgbt. Quest’anno la Lettonia si è piazzata al 37° posto sui 49 Paesi europei dell’indice Rainbow Europe e al 71° dell’Equality Index che invece monitora i diritti Lgbt in tutto il mondo. Ma anche in questa parte d’Europa qualcosa sta cambiando: la vicina Repubblica baltica, l’Estonia, due settimane fa, è diventata il primo Paese post-sovietico a legalizzare i matrimoni gay. La Ue invece ha già avuto capi di governo dichiaratamente gay – il primo fu l’ex premierbelga Elio Di Rupo – ma mai uncapo di Stato.
«Mi batterò per una Lettonia moderna e forte, per una Lettonia legale e giusta, per il benessere delle persone, per una società inclusiva e rispettosa», ha promesso ieri durante il giuramento. Benché il presidente della Lettonia sia in gran parte una carica cerimoniale, è di fatto la figura unificante in un Paese russofono per un terzo. E rappresenterà la Lettonia anche al vertice Nato che si terrà la prossima settimana nella vicina Lituania, dove avvertirà delle minacce della «Russia imperiale e del regime del bielorusso Lukashenko».