Il Messaggero, 9 luglio 2023
La finta principessa araba raggira il super-manager
Con infinita pazienza lo ha fatto innamorare e convinto di essere una principessa saudita fuggita da una famiglia opprimente, con una cugina malata e bisognosa d’aiuto. Lo ha persuaso persino che aveva tra le mani una storia incredibile, da bestseller; un racconto che, se pubblicato, gli sarebbe valso una fortuna, tanto da chiedergli una somma esorbitante per i diritti. Peccato che di vero in questa storia vi fossero solo i soldi che l’uomo ha versato sul conto della donna credendo di aiutarla.
Vittima del raggiro un nome noto in Toscana, l’imprenditore Ferdinando Minucci, ex direttore generale e presidente della squadra di pallacanestro senese Mens Sana Basket, radiato dalla Fip e condannato per il crac della società. Questa volta è stato lui a portare in tribunale qualcun altro. Lei si presentava con il nome di Amira Fabiani Al Saud, ma la sua vera identità era un’altra. L’imputata Silvia Lombardi, 57 anni, è italianissima, nel sangue non ha nulla di arabo. La sua dimora è a Campi Bisenzio, cittadina industriale alla periferia di Firenze, senza oasi nel deserto né ville moresche per opulenti sceicchi.
L’INCONTRO
I due si sono incontrati per la prima volta nel 2020 in un centro olistico di Colle di Val d’Elsa, nel Senese. La conoscenza si è fatta intima durante il periodo del Covid. Quando non potevano vedersi per il lockdown, i due si scambiavano email amorose. La loro storia è andata avanti fino all’estate del 2021, due anni in cui la sedicente principessa gli avrebbe spillato 138.500 euro. Soldi che la donna avrebbe dovuto impiegare per esami e visite mediche, oltre che per l’acquisto dei diritti della sua storia. L’imprenditore si era convinto di scrivere un libro su questa fuggiasca, figlia di un principe dell’Arabia Saudita, scappata dall’oppressione dei familiari, che si è ritrovata senza un soldo. Amira, di madre italiana, si è rintanata nel Bel Paese a casa di una cugina di nome Silvia Lombardi, dalla salute e dal conto in banca precari. Una fiaba da mille una notte. Tutto falso.
I PRECEDENTI
Minucci non ha potuto far altro che accrescere la propria stima per quella donna che sembrava più forte di una tempesta nel deserto, ma che di grande aveva solo la sua abilità teatrale. Era ignaro del fatto che Silvia fosse in realtà non il nome della cugina malata, ma quello della sua nuova "amica". Si è mostrata talmente abile che avrebbe impietosito persino la ex moglie e la figlia di lui, tanto da farsi prestare del denaro pure da loro. Nessuno sapeva che la 57enne nel suo casellario giudiziale avesse già due condanne per truffa e altrettante per sostituzione di persona.
Amira nei messaggi faceva sentire il suo benefattore importante, prezioso. Non gli chiedeva esplicitamente denaro, ma sottolineava l’importanza di ogni sua donazione. E intanto il coinvolgimento emotivo della vittima cresceva. La fiducia dell’uomo ha cominciato a vacillare per i continui rinvii richiesti dalla sedicente principessa nella pubblicazione del libro. Intanto il bisogno di denaro proseguiva.
L’INCHIESTA
Insospettito, Minucci ha interrotto i contatti e presentato una denuncia nei confronti della donna. Sulla vicenda ha indagato la Guardia di Finanza di Firenze. Giovedì si è tenuta la prima udienza in tribunale dove né la Lombardi né il suo difensore, con sorpresa di tutti, si sono fatti vivi. «Il mio assistito l’ha presa con la difficoltà di misurarsi con una ingenuità, con un po’ di imbarazzo, ma è un uomo di mondo - commenta Michele Passione, avvocato di parte civile che, insieme a Sara Palandri, difende l’ex imprenditore - Ora attendiamo la versione dei fatti dell’imputata». La prossima udienza è fissata a ottobre.