il Fatto Quotidiano, 9 luglio 2023
L’Iran sfiora i 43 °C in montagna
In Italia – La prima settimana di luglio è trascorsa con tempo in gran parte soleggiato, asciutto e caldo in aumento al Centro-Sud e in Sardegna (38 °C ad Alghero venerdì 7), più instabile con temporali quotidiani al Nord – seppure in un contesto estivo – a causa dello scorrimento di aria atlantica. Il Milanese e la pedemontana lombarda sono stati colpiti due volte da nubifragi e allagamenti, nella notte tra martedì 4 e mercoledì 5, e nuovamente al mattino di giovedì (103 mm di pioggia in due ore e mezza a Busto Arsizio, rapida piena dell’Olona, del Seveso e del Lambro). Poche ore dopo, giovedì pomeriggio una colata di detriti ha interessato parte dell’abitato di Dongo (lago di Como), e una supercella temporalesca nel suo lungo tragitto da Torino a Savona ha prodotto vento impetuoso e grandine distruttiva con chicchi fino a 6-8 cm di diametro tra Roero, Monferrato e Langhe, devastando vetture, vigneti e frutteti. Altre rovinose tempeste di vento e grandine a Castelfranco Emilia lunedì sera, 3 luglio, e nella notte seguente a Senna Comasco, dove due donne sono state ricoverate dopo essere state travolte da un’ondata di fango e chicchi di ghiaccio che ha sfondato la porta di casa. Prevedere fenomeni di questo tipo con molte ore o giorni di anticipo è una delle più difficili sfide previsionali, tuttavia il radar meteorologico è uno strumento sempre più utile e promettente per giungere a servizi di allertamento a brevissimo termine (decine di minuti), anche alla luce dell’intensificazione degli eventi estremi a causa dei cambiamenti climatici. Se n’è parlato dal 3 al 5 luglio a Bologna a RadMet2023, quinto convegno nazionale di radar-meteorologia. Questa settimana protagonista sarà invece una lunga e intensa ondata di calore nordafricano che promette temperature oltre 40 °C per molti giorni in Sardegna e Sicilia.
Nel mondo – In queste settimane il sistema climatico sta più che mai inviando segnali inquietanti, con molteplici eventi statisticamente fuori scala. Il Climate Change Service di Copernicus, agenzia europea di monitoraggio satellitare della Terra, comunica che giugno 2023 è stato il più caldo a livello globale, con anomalia di +0,53 °C rispetto al trentennio 1991-2020. Al primato hanno contribuito le intense ondate di calore marino nel Pacifico tropicale (El Niño) e nel Nord Atlantico, le acque insolitamente “tiepide” anche intorno all’Antartide, dove la banchisa, in pieno inverno australe, è di gran lunga ai minimi storici per la stagione, nonché i calori esagerati in Canada, Messico, Europa nord-occidentale, parte di Siberia e oriente asiatico. E luglio continua con questo stile: tutti i giorni dal 3 al 7 sono stati in assoluto i più roventi mai registrati al mondo, ennesima conferma di un riscaldamento globale che procede secondo i peggiori scenari delineati da mezzo secolo dai modelli di simulazione del clima futuro. La soffocante temperatura minima di giovedì ad Adrar, nel Sahara algerino (39,6 °C), è la più elevata mai misurata in tutta l’Africa. Nuovo record di caldo per luglio a Manila, Filippine (massima di 37,0 °C), incredibili punte di 43 °C a quote di 1.500 m in Iran, e 34,3 °C a Kuujjuaq, a 58 gradi di latitudine nord nell’estremo settentrione del Québec (Canada). La depressione atlantica “Poly” ha attraversato l’Europa settentrionale mercoledì 5 luglio, e in Olanda ha assunto un’intensità da record per l’estate considerati i venti fino a 146 km/h: due vittime, strade interrotte e trecento voli aerei cancellati ad Amsterdam. Giovedì sera è toccato a Saragozza (Spagna) subire una dirompente alluvione-lampo sotto un nubifragio da 114 mm in un’ora, e nei dintorni è caduta grandine da 10 cm di diametro. La crisi climatica è “fuori controllo”, ha detto il segretario Onu Guterres, “e se ritardiamo ulteriormente le azioni cruciali e necessarie, credo che finiremo in una situazione catastrofica”. Voce autorevole, quanto inascoltata.