la Repubblica, 8 luglio 2023
Il caso Luigi Berlusconi
Luigi è il cucciolo di casa Berlusconi, sullo stato di WhatsApp del suo cellulare c’è una foto di lui bambino in braccio al Cavaliere che sorride, possibile che nell’ultimo dei tre testamenti olografi dell’imprenditore si sia scordato di nominarlo? Questa è la domanda che da ore si stanno facendo tutti, ma chi conosce la famiglia Berlusconi tende a rispondere che si tratti di un caso, legato al momento drammatico dell’imprenditore, che in uno stato di malessere, prima del ricovero al SanRaffaele, scrive «se non dovessi tornare». Il testamento del Cavaliere del 19 gennaio 2022, che consta 15 righe scritte a mano, si rivolge solo a Marina, Pier Silvio, Barbara e Eleonora, ma pare si tratti di una svista, dato il momento particolare in cui Silvio Berlusconi prende carta e penna e scrive ai figli ricordando «il bene che gli ho voluto, e che loro hanno voluto a me» chiedendo loro di «prendersi cura» del fratello Paolo (a cui riserva un legato di 100 milioni), della compagna Marta Fascina (100 milioni) e dell’amico Marcello Dell’Utri (30 milioni), da pagare attingendo «dalle vostre eredità di tutti i miei beni».
Sicuramente l’imprenditore era molto affezionato anche a Luigi a cui ha dato il nome di suo padre, si rispettavano e amavano a vicenda anche nelle proprie differenze. Luigi viene descritto da chi lo conosce come molto religioso e timido, il padre di certo lo era molto meno. Ma entrambi erano curiosi, e pronti a investire in nuove iniziative imprenditoriali, quelle che oggi si chiamano start up. Silvio credette in Ennio Doris e nel 1982 lo finanziò per fondare quella che poi sarebbe diventata Banca Mediolanum, Luigi nel 2019 è stato tra i primi a investire in Bending Spoons, la società delle app milanesi che tra le altre cose ha creato Immuni.
«Non posso che parlare molto bene di Luigi Berlusconi – dice Massimo Doris, figlio di Ennio e ad di Mediolanum – Quando sedeva nel nostro cda era giovane, eppure già molto preparato, specie in materia di finanza». Bravo e umile, così lo descrive il banchiere Gianni Tamburi, fondatore e azionista di Tip, con cui H14 ha fatto qualche investimento finanziario. Per Tamburi «Luigi è sveglio, serio e intelligente, direi che è quasi imbarazzato dal cognome che porta». Dei tre figli di Veronica Lario è l’unico con il pallino della finanza, per questo dal 2007 al 2015 è stato scelto per rappresentare Fininvest nel cda di Mediolanum, di cui la finanziaria di famiglia ha il 30% del capitale. «Mi piace ancor più ricordare il senso di responsabilità e l’umiltà con la quale svolgeva questo importante incarico da noi e il grandissimo rispetto che ha sempre avuto per tutti gli altri consiglieri più senior – aggiunge Massimo Doris – ovviamente siamo tuttora in contatto e vedo oggi in Luigi un grande professionista della finanza, con esperienza maturata sul campo e molto abile soprattutto nel segmento del private equity. Ed anche oggi Luigi si distingue per quel profilo di assoluta serietà che lo caratterizzava nei lavori del nostro cda».
Tornando al testamento, in teoria, non essendo stato menzionato nel legato che stabilisce di pagare a Paolo Berlusconi, Marta Fascina e a Marcello Dell’Utri complessivamente 230 milioni, Luigi potrebbe esimersi da questo obbligo. O almeno così dice la legge. Ma chi lo conosce da vicino, lo descrive come generoso e attento al prossimo (tanto che ha una sua fondazione per i più bisognosi), ed è pronto a scommettere che invece darà disponibilità a versare la sua quota parte del legato, attingendo dalla propria eredità. Interpellata la segreteria della Holding Quattordicesima, quella che ora controllerà le quote del 47% di Fininvest che sono state ereditate dai tre figli di Veronica Lario, non è stato possibile ricevere un commento sul legato. Bisognerà quindi attendere qualche giorno, perché sia personalmente Luigi Berlusconi a dirimere la questione.