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 2023  giugno 05 Lunedì calendario

Biografia di Vincenzo Mantovani

Vincenzo Mantovani (1935-2023). Traduttore. Uno dei più grandi traduttori editoriali italiani. Ha tradotto Philip Roth, Ernest Hemingway, Saul Bellow, Francis Scott Fitzgerald, Jack Kerouac, Harper Lee, Truman Capote e innumerevoli altri. «Nato a Ferrara nel 1935, raccontava di essersi avvicinato alla traduzione quasi per caso, ma era diventato uno dei primi veri traduttori editoriali “puri”: di sé aveva detto, nel corso di un’intervista al Corriere, di essere “traduttore con passione per il mestiere, e non come surrogato di un altro posto nelle case editrici”. E aggiungeva, con lo spirito che lo caratterizzava: «Un traduttore così ha ambizioni smisurate: mi piacerebbe ritradurre Moby-Dick, o tutto Shakespeare». E di imprese smisurate ne aveva compiute parecchie. Dopo gli esordi con L’abitudine di amare di Doris Lessing, per Feltrinelli, negli anni Cinquanta aveva lasciato la carriera di giornalista per trasferirsi a Milano e dedicarsi alla traduzione. “Il rumore con cui io e mio fratello andavamo a dormire — ricorda la figlia Alice Mantovani — era il ticchettio della sua macchina per scrivere. E, sia da piccoli sia da grandi, per noi è stato un punto di riferimento: sapeva tutto del mondo, anche se non viaggiava di frequente, grazie al numero enorme di libri che leggeva”. Immensa la sua bibliografia rothiana per Einaudi: a partire dalla leggendaria traduzione di Pastorale americana, del 1998, e poi con Ho sposato un comunista (2000), Lo scrittore fantasma (2002), L’animale morente (2002), Zuckerman scatenato (2004), La lezione di anatomia (2006), La controvita (2010), La macchia umana (2011), e molti altri titoli. Anche se non aveva mai sentito la necessità di conoscere lo scrittore: “Viviamo da reclusi allo stesso modo — diceva Mantovani —, e non ho mai avuto necessità di incontrarlo: temo sia un uomo impossibile, ma di certo è tra i massimi autori del nostro tempo”. Impossibile ricordare qui tutte le sue traduzioni, e i suoi editori: il Ravelstein di Saul Bellow (Mondadori, 2000), la riedizione per Feltrinelli de Il buio oltre la siepe di Harper Lee (2014), del seguito Va’, metti una sentinella (2015), i più recenti titoli di Richard Ford, sempre per Feltrinelli, Canada (2013), Tutto potrebbe andare molto peggio (2015) e Tra loro (2017). Amava ricordare le imprese monumentali, come le quasi mille pagine del romanzo JR di William Gaddis per Alet, nel 2009 (“Quindici anni di fatica, anche per trovare un editore: mi sono fatto commesso viaggiatore per Gaddis”) e di recente era entusiasta della grande impresa che lo vedeva curare la nuova traduzione dell’opera omnia di Kurt Vonnegut, per Bompiani, tutti i romanzi e quello che Mantovani chiamava familiarmente “il Vonneguttone”, il volume di Tutti i racconti, di 1.295 pagine» [Bozzi, CdS]. Si è spento sabato sera a causa di una lunga malattia.