Anteprima, 13 giugno 2023
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Biografia di Francesco Nuti
Francesco Nuti (1955-2023). Attore. Regista. Due David di Donatello come miglior protagonista: Io, Chiara e lo Scuro (Maurizio Ponzi 1983, anche Nastro d’argento), Casablanca, Casablanca (Ponzi 1985) • «Aveva addosso una canottiera stretta, dei pantaloni di lino, degli occhiali da sole e delle Superga. E quegli occhi che non sapevi se stavano per far ridere, oppure per conquistare o forse ancora accarezzare qualcuna a letto subito dopo esser stati insieme. Sicuramente erano pieni di malinconia, di disincanto, di altrove. Francesco è stato puppe a pera, ma anche lo stambecco albino, è stato per molti forse soprattutto il meraviglioso Stregati, persi dentro a un cinema a nasconderci per vederlo e intravvederlo assieme a lei. Francesco ha provato quella via terza, diversa dagli altri autori della sua generazione, che comprendeva un romanticismo sensuale e divertito, intenso, che poteva convivere (e anzi ne diventava sostegno) con la commedia figlia di Monicelli e Risi, ma virata in chiave contemporanea, in quegli anni in cui ci lasciavamo alle spalle certe pesantezze del passato per entrare in un’epoca di “giovani disponibili, che hanno il coraggio di ondeggiare il sedere come se fossero loro le star”. Francesco aveva attorno una banda di fratelli con cui ridere e far ridere, con cui sognare. Francesco aveva vicine quelle donne meravigliose che amava e che raccontava sornione e disperato nei suoi film, in quei racconti sinceri e senza filtri, così come li vivevamo i sognavamo. Francesco era la radio di notte con mille sigarette e il piatto che gira, il biliardo a notte fonda per non mandare a dormire i sogni e strappare all’alba ancora un po’ di notte. Francesco era Sarà per te, a Sanremo, e se il tempo passa sarà per te, se ho sbagliato e ho riprovato sarà per te. Francesco aveva avuto quel successo che toccava il cielo con un dito e il cielo si era vendicato, risucchiandolo da quella casa ai Parioli, dove tutto fuori è così dolce. O almeno sembra. Francesco era Ginevra ed è ancora. È tutto l’amore che ci ha legati a lui. Francesco è stato tutte le promesse che pensavamo potessero avverarsi e invece no. Francesco è il rimpianto per un destino bastardo e ingiusto. E la gratitudine per tutto il bello che c’è stato» [Alberto Infelise, Sta].