la Repubblica, 7 luglio 2023
Twiga, il regno di Daniela Santanchè Ovviamente nel piccolo mondo romano tutti parlano di quelli che telefonavano a Daniela Santanchè per chiederle di prenotare un posto al Twiga di Forte dei Marmi, e ora invece sono in prima fila nell’attaccarla. «Non faccio i nomi per carità di patria», ha detto la ministra, con un colpo di teatro, mercoledì in Senato. Vero o falso? Non importa. Le chat ribollono. Le indagini interne impazzano. «Anche noi ne abbiamo fatto una», ammette un importante dirigente del Partito democratico. Telefoniamo al capogruppo del Pd, Francesco Boccia. «Lei frequenta il Twiga?» «Non scherziamo. Mai stato. Querelo chi l’ha scritto». Boccia è sposato con Nunzia De Girolamo, ex Pdl, ora star della televisione meloniana. Perciò ha attirato su di sé i sospetti. «Se permette, da pugliese, posso godermi un mare più bello. Però non è nel nostro campo che deve cercare: escludo che uno di noi ci sia mai andato». Tra i banchi del Senato, lato democratico, girava il nome di Carlo Calenda. Lo chiamiamo subito. «Mai messo piede lì. Per pura taccagneria. Mi ripugna spendere 300 euro per un lettino», dice il segretario di Azione. Una tenda araba con dentro sofà, due letti king size, due lettini standard, una sedia regista e un tavolino, cabina doccia, costa 600 euro al giorno. Il tutto in uno spazio quattro metri per quattro. Per fortuna «il servizio d’acqua è gratuito ». L’intera stagione in prima fila viene 16 mila euro, 12 mila le seconde file. Calenda è di buon umore: «Ho madre valdese, figuriamoci se vado al Twiga. Le mie vacanze le trascorro a casa mia, a Capalbio. Santanchè era chiaramente girata verso il Pd». Ci viene voglia di telefonare al direttore del Twiga, Raffaele Boischio. Lui sicuramente può aiutarci a capire chi sono questi di sinistra che scroccano l’ingresso. «Non ho titolo io» risponde. Viriamo allora sull’ad, Mario Cambiaggio: «Non ho autorità io». Alba Parietti è la persona giusta. È di sinistra, lei al Twiga ci va. «Veramente ci sono andata tre volte. Invitata da Briatore, due volte per lavorare, una volta con gli amici. Conosco Daniela da 40 anni. Se ho incontrato bagnanti di sinistra? Immagino di sì, ma chi può dirlo? È un posto dove la gente si diverte ». Umberto Smaila vi ha tenuto molte serate. «Eh, appunto, solo lavoro, mai in spiaggia», fa sapere. Che sia Paolo Cirino Pomicino la persona a cui si riferiva Santanchè? Proprio aRepubblica “O’ ministro” ha rilasciato un’intervista al vetriolo sull’ex allieva. «Non ho rapporti con lei dal 2004, e se consente io vado dove il mare è più bello», dice. Pomicino tiene casa a Capri. I veleni corrono. C’è una corrente di pensiero che ritiene che la ministra si riferisse in realtà a qualche penna del giornalismo. «Daniela » è sempre stata di vasta e trasversali relazioni. Comunque un piatto di spaghetti alle vongole costa 30 euro. L’insalata granchio e avocado 35. La pizza Margherita 18. Sul sito la prima scritta che incontrate è: «Sei pronto per un’ experience indimenticabile? ». Potrebbe averla scritta Briatore. Un genio, comunque. Fattura 4 milioni all’anno, ne paga 17 mila di concessione. Rende 227 volte l’affitto. Ah, la questione balneare. Si mangia e si danza, palestre, centro estetico, piscina, functional training, pilates, acquagym. «Cento per cento pet friendly , anche perché i nostri piccoli amici si meritano un’estate da sogno». Fondato nel 2001 da Briatore, Santanchè, Paolo Brosio e Davide Lippi, figlio dell’ex ct, è stato il regno di attrici, starlette, meteorine, schedine, letterine, calciatori, ricchi russi (quando potevano venire), riuniti per l’imperdibile aperitivo al calar del sole al Chiringuito; lo spritz costa venti euro. Buffon e Seredova si conobbero qui; Ancelotti e Galliani ci portarono la Champions vinta nel 2007. Ci vanno a ballare la super influencer Chiara Ferragni e Barbara D’Urso. Brosio e Lippi poi hanno lasciato, ma Brosio vi ospita le sue Olimpiadi del cuore, per beneficenza. Briatore ha voluto gli interni etnici, gli ricordano il Kenia. Twiga, la terza Camera. Si possono incontrare La Russa e Salvini. C’è stato Renzi. Giorgia Meloni è stata ospite l’anno scorso. Più assiduo, pare, il suo compagno, «il dottor Giambruno». Secondo una scuola di pensiero più sofisticata Santanchè alludeva in realtà al campo suo, alla destra. La maggioranza è stata freddina con lei. Appena due applausi. Una volta Gasparri l’attaccò: «Morire per Berlusconi sì, ma per il Twiga no». E Santanchè: «Una cosa è certa, Gasparri non morirà mai di troppo lavoro ». Affare di Stato, ’sto Twiga. Per non sbagliare ieri in Transatlantico i parlamentari giuravano tutti di fare vacanze discrete, familiari, francescane.
Ovviamente nel piccolo mondo romano tutti parlano di quelli che telefonavano a Daniela Santanchè per chiederle di prenotare un posto al Twiga di Forte dei Marmi, e ora invece sono in prima fila nell’attaccarla. «Non faccio i nomi per carità di patria», ha detto la ministra, con un colpo di teatro, mercoledì in Senato.
Vero o falso? Non importa. Le chat ribollono. Le indagini interne impazzano.
«Anche noi ne abbiamo fatta una», ammette un importante dirigente del Partito democratico.
Telefoniamo al capogruppo del Pd, Francesco Boccia. «Lei frequenta il Twiga?» «Non scherziamo. Mai stato. Querelo chi l’ha scritto». Boccia è sposato con Nunzia De Girolamo, ex Pdl, ora star della televisione meloniana. Perciò ha attirato su di sé i sospetti. «Se permette, da pugliese, posso godermi un mare più bello. Però non è nel nostro campo che deve cercare: escludo che uno di noi ci sia mai andato».
Tra i banchi del Senato, lato democratico, girava il nome di Carlo Calenda. Lo chiamiamo subito. «Mai messo piede lì. Per pura taccagneria. Mi ripugna spendere 300 euro per un lettino», dice il segretario di Azione.
Una tenda araba con dentro sofà, due letti king size, due lettini standard, una sedia regista e un tavolino, cabina doccia, costa 600 euro al giorno. Il tutto in uno spazio quattro metri per quattro. Per fortuna «il servizio d’acqua è gratuito ». L’intera stagione in prima fila viene 16 mila euro, 12 mila le seconde file.
Calenda è di buon umore: «Ho madre valdese, figuriamoci se vado al Twiga. Le mie vacanze le trascorro a casa mia, a Capalbio. Santanchè era chiaramente girata verso il Pd».
Ci viene voglia di telefonare al direttore del Twiga, Raffaele Boischio. Lui sicuramente può aiutarci a capire chi sono questi di sinistra che scroccano l’ingresso. «Non ho titolo io» risponde. Viriamo allora sull’ad, Mario Cambiaggio: «Non ho autorità io».
Alba Parietti è la persona giusta. È di sinistra, lei al Twiga ci va. «Veramente ci sono andata tre volte. Invitata da Briatore, due volte per lavorare, una volta con gli amici. Conosco Daniela da 40 anni. Se ho incontrato bagnanti di sinistra? Immagino di sì, ma chi può dirlo? È un posto dove la gente si diverte ». Umberto Smaila vi ha tenuto molte serate. «Eh, appunto, solo lavoro, mai in spiaggia», fa sapere.
Che sia Paolo Cirino Pomicino la persona a cui si riferiva Santanchè? Proprio aRepubblica “O’ ministro” ha rilasciato un’intervista al vetriolo sull’ex allieva. «Non ho rapporti con lei dal 2004, e se consente io vado dove il mare è più bello», dice. Pomicino tiene casa a Capri.
I veleni corrono. C’è una corrente di pensiero che ritiene che la ministra si riferisse in realtà a qualche penna del giornalismo. «Daniela » è sempre stata di vasta e trasversali relazioni.
Comunque un piatto di spaghetti alle vongole costa 30 euro. L’insalata granchio e avocado 35. La pizza Margherita 18. Sul sito la prima scritta che incontrate è: «Sei pronto per un’ experience indimenticabile? ». Potrebbe averla scritta Briatore. Un genio, comunque. Fattura 4 milioni all’anno, ne paga 17 mila di concessione. Rende 227 volte l’affitto. Ah, la questione balneare. Si mangia e si danza, palestre, centro estetico, piscina, functional training, pilates, acquagym. «Cento per cento pet friendly , anche perché i nostri piccoli amici si meritano un’estate da sogno». Fondato nel 2001 da Briatore, Santanchè, Paolo Brosio e Davide Lippi, figlio dell’ex ct, è stato il regno di attrici, starlette, meteorine, schedine, letterine, calciatori, ricchi russi (quando potevano venire), riuniti per l’imperdibile aperitivo al calar del sole al Chiringuito; lo spritz costa venti euro. Buffon e Seredova si conobbero qui; Ancelotti e Galliani ci portarono la Champions vinta nel 2007. Ci vanno a ballare la super influencer Chiara Ferragni e Barbara D’Urso. Brosio e Lippi poi hanno lasciato, ma Brosio vi ospita le sue Olimpiadi del cuore, per beneficenza. Briatore ha voluto gli interni etnici, gli ricordano il Kenia.
Twiga, la terza Camera. Si possono incontrare La Russa e Salvini. C’è stato Renzi. Giorgia Meloni è stata ospite l’anno scorso. Più assiduo, pare, il suo compagno, «il dottor Giambruno». Secondo una scuola di pensiero più sofisticata Santanchè alludeva in realtà al campo suo, alla destra. La maggioranza è stata freddina con lei. Appena due applausi. Una volta Gasparri l’attaccò: «Morire per Berlusconi sì, ma per il Twiga no». E Santanchè: «Una cosa è certa, Gasparri non morirà mai di troppo lavoro ». Affare di Stato, ’sto Twiga. Per non sbagliare ieri in Transatlantico i parlamentari giuravano tutti di fare vacanze discrete, familiari, francescane.