Corriere della Sera, 7 luglio 2023
Biografia di Susanna Messaggio raccontata da lei stessa
Susanna Messaggio è una bellissima donna di sessant’anni che ci accoglie nel suo studio, nel centro di Milano, in pantaloncini e maglietta, capelli raccolti e pochissimo trucco. Il sorriso è lo stesso da decenni. È familiare.
Come si fa a essere così in forma?
«Studio epigenetica, faccio sport e siccome mi occupo di divulgazione medica conosco bene il mondo degli integratori. Niente diete tristi, piuttosto curo bene l’intestino».
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Milanese, mamma costumista alla Scala, papà impiegato nell’Azienda Trasporti. Che cosa voleva diventare da bambina?
«Facevo danza classica, ero anche brava. Poi mi crebbe il seno. Rinunciai alla danza, ma il mio fisico venne notato da un fotografo, un vicino di casa. Mi propose di fare la modella, mamma non si fidava, lo ricevette in soggiorno, si fece spiegare bene tutto».
E così decollò la sua carriera da top model.
«Che impressione vedere i manifesti con la mia immagine, in Italia e all’estero. Jeans famosi, una linea di intimo famosissima che ha “vestito” anche Michelle Hunziker. Però io ho sempre continuato a studiare. Oggi ho tre lauree: Lingue, Psicopedagogia e Arte, oltre a numerosi master».
E poi la tv. Come andò?
«Ero nella sede Rai di Milano per portare traduzioni dal tedesco con cui mi mantenevo agli studi, quando in ascensore mi vide Anna Tortora, che mi disse “è lei”. Poi arrivò Enzo, suo fratello, che ripeté: “è lei”. Mi dissero che ero perfetta come telefonista a Portobello e mi fecero fare una prova. Io però dissi che c’era un errore, perché ero lì per delle traduzioni. Nessun errore, dissero e così cominciai la carriera al mitico Centralone. Guadagnavo 200mila lire a puntata».
Tortora divenne un caso, oggi simbolo degli errori giudiziari.
«Un simbolo tragico. Quando tornò in tv dopo la lunga parentesi dolorosa, ci abbracciò e ci disse: “Non fatevi mai schiacciare da nessuno”».
Nel 1983 lei affiancò Cecchetto nella conduzione di «Popcorn».
«Sapevo l’inglese e questo colpì Claudio. E colpì anche Mike Bongiorno, che si considerava americano».
Mike. Un lunghissimo sodalizio, da «Bis» a «Telemike». Che tipo era?
«Proprio come lo vedevate sugli schermi. Difficile ma generoso, puntiglioso e pieno di calore. Voleva giocare a tennis con noi e soprattutto voleva vincere. Una sera “il signor No” (lo sceneggiatore Ludovico Peregrini, ndr) mi supplicò di lasciarlo vincere sennò non si andava più a casa. Mi ricordo quando portava Leonardo, il più piccolo, in studio: quante volte l’ho tenuto in braccio. Quando poi il ragazzo crebbe e andò a Londra Mike si disperava perché faceva rumore nelle feste in casa con gli amici. Si confidava spesso con me, mi ha sempre rispettata».
E intanto lei continuava a studiare. È vero che è diventata anche giornalista?
«Sì, ma oggi sono solo pubblicista. Riconsegnai la tessera quando mi proposero un celebre spot di pannolini per bambini con un famoso ippopotamo, Pippo. Mi offrivano tanti tanti soldi, capisce».
Pippo, che ricordi...
«Lo sa che dentro quel pupazzo c’erano gli operai disoccupati della Fiat? Lo spot si girava a Torino, loro animavano il fantoccio dall’interno».
Si guadagnava tanto con la pubblicità?
«Erano altri tempi. Si guadagnava con gli spot ma anche con le copertine di Vestro e Postalmarket, sapesse quante ne ho fatte. Mike però mi incitava a studiare, “devi prendere trenta”, mi diceva. Lui voleva una figlia femmina a tutti i costi, perché aveva avuto tre maschi. Forse un poco sono stata sua figlia».
Anche Mondaini e Vianello l’hanno «adottata»?
«Due persone meravigliose, sensibili e intelligenti. Raimondo quando mi vedeva mi sussurrava con divertita complicità: “Abbracciami, così Sandra si ingelosisce”. Quando lui morì, Mondaini precipitò in un abisso. Andai a salutarla e lei mi disse: “Tra due o tre mesi me ne vado anche io”. E così fu. La vede quella catenina sul tavolo? Me l’ha regalata lei. E quel sasso a forma di cuore? È di Mike».
Conserva tutto?
«I ricordi mi accompagnano e mi proteggono. Come la presenza di mamma Mercedes e papà Ennio, anche se non ci sono più».
Susanna, nella sua vita c’è stato anche un evento tragico, la morte di sua figlia Alice di appena otto mesi. Ne vuole parlare?
«Quell’evento ha sconvolto la mia vita. Alice era una bella bambina all’apparenza sana, ma poi scoprirono un grave problema cardiocircolatorio. Era la mia prima figlia, quando morì mi fermai. Avevo vinto anche un dottorato in Psicopedagogia, ma non me la sentii di continuare».
Però poi la vita ripartì...
«Due anni dopo rimasi incinta di Martina, che oggi ha 25 anni, è specializzata in Scienze e Tecnologie agro-alimentari e un giorno mi ha fatto piangere: è tornata a casa e si è scoperta la nuca, dove aveva fatto tatuare la lettera “A” di Alice».
E poi, nel terzo matrimonio (con Giorgio Olivieri, ndr) è arrivato anche il maschio.
«Jacopo, un metro e novanta, ha studiato in America, fa basket e calcio, è energia purissima. Cerco di stare spesso con i miei figli, anche perché con tutti gli impegni che ha Giorgio bisogna prendere appuntamento».
Davvero?
«Al nostro secondo appuntamento ci ritrovammo sul divano di casa mia semplicemente a dormire. Martina, che era piccola, ci svegliò e gli disse: “Se sei il nuovo fidanzato della mamma, benvenuto, perché lei ne ha bisogno”. Giorgio si alzò, andò al pianoforte e si mise a suonare i brani preferiti della bambina».
Susanna, perché ha lasciato la tv?
«Ma non l’ho mai lasciata. Oggi collaboro con numerose trasmissioni come autrice e come consulente, con la mia agenzia, Messaggio Consulting, ci siamo specializzati in salute e benessere e diamo il nostro contributo. Ho dieci dipendenti e oltre a questo insegno all’università, per esempio nel Dipartimento di Moda, Arte e Benessere della “Bocconi”. Scrivo su numerose riviste e mi occupo anche di arte, la mia grande passione. A proposito di restare in forma: percorro chilometri al giorno per Milano nelle mie riunioni con i clienti. Altro che diete da fame!».