Corriere della Sera, 7 luglio 2023
Ecco a chi vanno le ville, le barche e i quadri del Cav
E le ville? Le barche? Le opere d’arte? I 116 box auto di Milano 2? Gli investimenti personali? I conti in banca?
Tutto sommato è facile dividere tra gli eredi di Silvio Berlusconi il capitale di Fininvest: si tratta di contare le azioni. Ma tutto il resto? Se il rapporto è, grosso modo, 60/40 ovvero 60% del patrimonio a Marina e Pier Silvio e il 40% pro-quota agli altri tre fratelli, si dovranno attribuire i beni con queste proporzioni.
A 4 miliardi di valore complessivo dell’eredità ci si arriva con stime abbastanza attendibili e conservative, considerando nel perimetro il 61% di Fininvest. La holding ha 4,5 miliardi di patrimonio netto consolidato. Dunque il 61% corrisponde a 2,7 miliardi. Poi c’è il resto. E vengono subito in mente le grandi ville. Le più rappresentative dell’epopea berlusconiana sono San Martino ad Arcore e Certosa in Sardegna. Di quest’ultima esiste anche un perizia recente che la valuta 259 milioni anche se in passato erano circolate voci di offerte fino a 450 milioni. La villa sarda che ha accolto in ciabatte e bermuda capi di Stato e potenti di mezzo mondo potrebbe essere messa sul mercato. Da escludere che venga venduta l’abitazione di Arcore, ultimo domicilio del Cavaliere che tuttavia ha sempre mantenuto la residenza a Milano in Via Rovani. Nel mausoleo di Villa San Martino sono riposte le ceneri dell’ex premier accanto a quelle della mamma Rosa, del papà Luigi e della sorella Maria Antonietta. Il problema di come dividere tra i fratelli queste lussuose proprietà (ma anche i box auto a Milano 2, Villa La Lampara a Cannes, terreni per 15 milioni in Brianza ecc) non esiste per un semplice motivo: fanno capo a una holding immobiliare, la Dolcedrago, che verrà semplicemente ripartita nelle proporzioni ereditarie: circa 30% ciascuno Marina e Pier Silvio, 13,3% ciascuno Barbara, Eleonora e Luigi. Questo semplifica la gestione finanziaria e permette di condividere onori e oneri. Per la frequentazione delle residenze, invece, si metteranno d’accordo senza contare le azioni.
Fuori da gabbie societarie restano quattro immobili di cui l’ex leader di Forza Italia aveva la proprietà personale. ll primo è la dimora storica di Milano-San Gimignano. Il secondo è il villino “Due Palme” di Lampedusa. Il terzo era uno dei rifugi preferiti da Berlusconi fuori dalla Brianza: Villa Campari sul Lago Maggiore. Infine, il quarto: due stanze a Trieste lasciate in eredità da un eccentrico artista triestino. Totale immobili, a spanne, 6-700 milioni. Il capitolo più complesso riguarda la ripartizione di tutti quei beni per i quali sarà necessario un inventario: mobili, opere d’arte, arredi ecc. Sulle imbarcazioni ci sarebbe già una tacito accordo di utilizzo tra i fratelli. Il vero punto di domanda riguarda il leggendario hangar con 24 mila quadri. Ci sarà davvero? E, soprattutto, contiene opere di valore?