Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2023  luglio 06 Giovedì calendario

Erica Marsh, l’influencer che ha messo in crisi la politica e che forse non esiste

Le sono serviti solo otto mesi per raccogliere oltre 130.000 follower e milioni di commenti, diventando uno degli account di sinistra più virali di Twitter. I suoi tweet populisti e spesso melodrammatici, a volte al limite della parodia sulle posizioni progressiste, erano seguiti e odiati dai conservatori e dalla destra che li usava come esempio per attaccare le politiche di Joe Biden. Ora, l’identità di Erica Marsh, il nome della ragazza che sostiene di gestire questo profilo, è stata messa in dubbio da diversi analisti e Twitter ha deciso di sospendere il suo account. E infatti non è chiaro se Erica Marsh esista, se sia un bot creato da un utente di destra, o forse da un attore comico. Negli ultimi mesi diverse analisi e da ultimo un articolo del Washington Post hanno mostrato come qualcosa non funzionasse attorno a Erica Marsh: non esiste un numero di telefono o una prova che abbia mai votato, non esistono tracce della sua partecipazione alla campagna elettorale di Joe Biden, che lei sostiene di aver fatto. Non ci sono elementi per dire se – sempre facendo riferimento a quanto affermato dal profilo online – abbia mai fatto la volontaria nella Obama Foundation. Oltre al profilo su Twitter, Erica Marsh aveva anche un account su TikTok. Tuttavia non appare mai di persona mostrando la sua immagine in video e non usa mai la sua voce. I post sono soltanto video in cui ripubblica i sui tweet. Inoltre le uniche tre immagini presenti online e ricollegabili a Erica Marsh sarebbero state modificate: mostrano una ragazza bionda, molto giovane e sorridente, ma potrebbero essere un collage di altre immagini di volti o anche un viso completamente creato con una intelligenza artificiale.
L’ANALISI
«Credo fortemente che si tratti di una persona che non esiste», ha detto al Washington Post John Scott-Railton, ricercatore al Citizen Lab della University of Toronto, aggiungendo che sembra che il mondo di Erica Marsh sia stato creato a tavolino per far sembrare i progressisti degli idioti. Ad esempio, dopo la decisione della Corte suprema di definire incostituzionali le regole che consentono di agevolare le minoranze etniche nelle università, il profilo di Marsh ha attaccato scrivendo: «Nessuna persona nera è in grado di avere successo in un sistema basato sul merito». Il tweet è stato visualizzato più di 27 milioni di volte. In un altro caso l’account di Marsh ha più di una volta scritto tweet per festeggiare la morte di Ashli Babbitt, un’estremista di destra che aveva tentato di fare irruzione a Capitol Hill il 6 gennaio del 2021: era stato uccisa dalla polizia mentre cercava di arrampicarsi all’esterno di un ingresso.
IL SILENZIO
L’account è stato sospeso dopo che il Washington Post ha chiesto spiegazioni, tuttavia né Twitter, né l’utente Erica Marsh hanno risposto alle domande del quotidiano o hanno dato spiegazioni in merito alla questione. La strategia usata da account come Erica Marsh è definita “rage baiting”, e prevede di pubblicare enormi quantità di post con notizie false e polarizzate in modo da creare tensioni sociali e scontri. Questa tecnica è stata usata nel 2016 dalla troll farm del governo russo guidata dal Wagner Group con l’obiettivo di influenzare le elezioni americane e destabilizzare il paese.
Twitter combatte da molto tempo contro la presenza di account falsi gestiti da bot o profili che fanno spam, spesso con scarsi risultati. Lo scorso ottobre, poco dopo aver acquistato il social media per 44 miliardi di dollari, Elon Musk aveva detto che avrebbe risolto la questione dei bot, che tuttavia continuano a essere un grosso problema per la piattaforma. Inoltre la decisione di permettere di accedere a pagamento alla spunta blu, che prima era gratis e dedicata solo ai profili verificati, ha reso ancora più difficile avere la certezza di quale account sia verificato e rilevante e quale non lo sia.