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 2023  luglio 06 Giovedì calendario

Salvatore Parolisi torna a parlare dopo 12 anni di carcere

«Se trovassi un lavoro potrei uscire ma chi me lo dà un lavoro... quando sentono il mio nome e cognome scappano, fanno il deserto».
Il nome è infatti quello: Salvatore Parolisi, l’ex caporal maggiore dell’esercito condannato a 20 anni per l’omicidio della moglie Melania Rea. Era il 18 aprile del 2011 e sul corpo di Melania contarono 35 coltellate.
Ed eccolo Parolisi, oggi quarantaquattrenne in ottima forma, sorpreso fuori dal carcere da Raffaella Griggi di Chi l‘ha visto?: «Mi hanno dato 12 ore di m...permesso dopo 12 anni». La legge parla chiaro: scontata la metà della pena, se c’è la buona condotta e altri presupposti, il detenuto ha diritto a usufruire di permessi premio «per consentirgli di coltivare interessi affettivi, culturali e di lavoro». Sembra di risentire il Parolisi di un tempo: «Ho tradito Melania, ma non l’ho uccisa... con Ludovica era solo una scappatella». Stesse parole di allora. Continua, dunque, a protestarsi innocente. Mentre per i giudici non ci sono dubbi: «Ha ucciso Melania in un impeto d’ira, nato da un litigio tra i due coniugi e dovuto all’infedeltà dell’uomo». Il movente? «L’imbuto nel quale Parolisi sarebbe stato inghiottito», diviso com’era fra la moglie e l’amante.
«Non vedevo Ludovica da cinque mesi, non avrei mai lasciato Melania... ma sua madre era troppo presente», ripete oggi l’ex soldato ora centralinista del penitenziario e studente un po’ a singhiozzo di giurisprudenza, anche se lui si sente ancora in divisa. «Da uomo, da militare. penso una cosa: se tu giudice pensi che sia stato io mi devi dare l’ergastolo, non 20 anni, butti la chiave e non mi fai più uscire. E me lo provi però perché non me l’hanno mai provato».
La figlia
L’uomo non l’ha più rivista. È uscita dalla scuola media con la media del 9 in pagella
Parole che hanno fatto sussultare i familiari di Melania: «Non va bene questa libertà – s’indigna Michele Rea, il fratello —. É una giustizia a metà, già la condanna era inaccettabile e ora esce pure dopo 12 anni. Io penso che un assassino capace di uccidere in quel modo la moglie e madre di sua figlia non possa essere equiparato a un delinquente comune. Si parla tanto di femminicidi ma mi sembra che si sia fatto ben poco. E poi mia madre era rispettosa...».
L’avvocato Mauro Gionni, che assiste la famiglia di Melania, aggiunge: «Oggi Parolisi non avrebbe avuto accesso al rito abbreviato che gli ha consentito lo sconto di pena, al di là del fatto che non era stata riconosciuta l’aggravante della crudeltà. Comunque sia, questa è la legge ed è giusto che usufruisca dei permessi se ne ha diritto. Io faccio l’avvocato e non posso che vederla così. Ma i familiari vanno capiti: a loro è stato inflitto l’ergastolo del dolore che non si misura con le norme del codice penale e con i diritti». Dolore che abbraccia tutto e tutti in questa brutta storia. «Saremo sempre provati dalla tragedia di Melania – sospira Rocco Parolisi, fratello di Salvatore, che vuole credere alla sua innocenza – Non l’ho ancora visto, è andato dritto a trovare i genitori. Ora lui si deve rimettere in carreggiata. Io penso che comunque un ulteriore approfondimento sulla vicenda andava fatto perché non ho visto prove schiaccianti».
C’è infine lei, la bambina dell’ex militare e di Melania, che allora aveva due anni e praticamente si è ritrovata orfana. A Parolisi era stata tolta la patria potestà, lei ha cambiato cognome ed è cresciuta con i nonni e gli zii materni. «La bambina oggi è una ragazza di 14 anni che si è iscritta al liceo scientifico – precisa zio Michele —. Una bravissima studentessa, uscita dalle medie con la media del 9. Ed è anche una persona molto serena». Parolisi non l’ha più rivista. «Né lui né io e questa è l’altra grande sofferenza di mio fratello e mia. Ma la legge prevede l’allontanamento per il bene della figlia e dobbiamo accettarla», aggiunge Rocco che sembra vivere la vicenda con grande equilibrio: «Io vorrei solo capire bene cos’è successo quella volta. Immagino che sua figlia un giorno glielo chiederà».