il Fatto Quotidiano, 5 luglio 2023
La bolla dei manga
Trovare dei manga nella classifica dei libri più venduti è ormai una consuetudine, nonostante il disorientamento di qualche lettore nel vedere, come accaduto la settimana scorsa, l’ultimo romanzo di Cormac McCarthy appaiato per numero di copie a Jujutsu Kaisen. È che si tratta di episodi così ordinari che aiutano solo in parte a comprendere l’enorme popolarità del fumetto giapponese in Italia. Lo scorso aprile, ad esempio, il volume 23 di Demon Slayer ricopriva ben due posizioni nella classifica dei libri più venduti: terzo nell’edizione normale e primo nella sua versione variant. Entrambi i tomi avevano lo stesso contenuto e a cambiare era solo la copertina, metalizzata e con un disegno differente per la variant, una specie di feticcio per collezionisti. «Il pubblico è così appassionato che le case editrici ne approfittano per offrirgli anche queste edizioni alternative» spiega Angelo Cavallaro, fra i più apprezzati esperti del settore sul web dov’è noto col soprannome di Sommobuta. Curatore dell’area anime e manga del Comicon di Napoli, Cavallaro sghignazza «nel vedere i vari One Piece prendersi a cazzotti coi libri di Scurati o Cazzullo per la testa delle classifiche», anche se tutto questo successo «ha portato a un profluvio di variant a volte superflue». A stuzzicare i collezionisti non è solo la copertina diversa, ma anche la rarità del fumetto. L’esempio più noto è quello di Berserk, manga capolavoro di Kentaro Miura messo in vendita da Panini in una doppia edizione de luxe: la prima, normale, venduta a 50 euro, e poi la variant, pubblicata in appena 216 copie al prezzo di 200 euro l’una, ed esaurita in meno di 20 minuti. Dopo qualche giorno la variant di Berserk era di nuovo disponibile su eBay, con un costo più che quintuplicato; oggi ha un prezzo che raggiunge i 6.500 euro. «Si tratta di una bolla speculativa per cui compri il volume a prezzo di mercato e poi lo rivendi a cifre assurde», commenta Cavallaro. Prezzi all’apparenza folli, ma che derivano da un mercato dei manga mai così ampio. Nel 2022 il 58% dei fumetti venduti in Italia erano di origine giapponese: +7,6% rispetto all’anno precedente, certifica l’Aie (Associazione Italiana Editori). «Nel 2021 – osserva Cavallaro – Coconino ha pubblicato Palepoli di Usamaru Furuya, un capolavoro sperimentale che nessuno si sarebbe filato se fosse stato pubblicato 6-7 anni fa. Oggi invece c’è un manga per ogni gusto».