ItaliaOggi, 4 luglio 2023
I tedeschi non sanno nuotare
L’anno scorso, in Germania, in 355 sono annegati nelle piscine, fiumi, laghi e in mare. Un record. Nel 2021, furono 300. Nel 2022, 836 sono stati salvati dai bagnini, mai così tanti da 40 anni. La Germania è un Land der nichtschwimmer, un paese di chi non sa nuotare, si allarmano i giornali. Che cosa accadrà nell’estate, appena iniziata?
Le statistiche sono certamente falsate nei tre anni di pandemia. Le piscine erano chiuse per evitare contagi, ed oggi molte sono chiuse per i costi energetici. Riscaldare è sempre più caro, e i comuni sono in rosso, e risparmiano. Per il Covid si chiusero anche le scuole, i ragazzi studiavano da casa via Zoom, e vennero cancellate le lezioni di nuoto, parte del programma scolastico obbligatorio, come aritmetica o tedesco.
Io non ho mai imparato a nuotare. Quando avevo meno di due anni, mia madre mi metteva fuori dalla sua barca a remi e mi tenevo aggrappato a poppa. Un giorno aprii le mani e mi misi a nuotare. Avevo imparato senza rendermene conto. Da adulto, ebbi il sospetto che mia madre fosse giudicata una folle dalle sue coetanee. Mi permetteva anche di tuffarmi subito dopo mangiato, mentre i miei amichetti erano costretti a attendere almeno tre ore sotto l’ombrellone.
Ma nella Sicilia della mia infanzia erano pochi quelli che andavano al mare. Anche i pescatori si tenevano appena a galla, e nuotavano «alla marinara», su un fianco, uno stile faticoso. A nuotare bene si impara in piscina, e da noi sono sempre molto meno che in Germania, dove si registrò un boom negli Anni Sessanta e Settanta.
Ogni quartiere in città, ogni paese voleva avere la sua piscina, possibilmente coperta. Alla fine degli Anni Ottanta, il 90% dei bambini e dei ragazzi sapeva nuotare.
Mia figlia a cinque o sei anni ottenne il suo patentino da Seepferdchen, da cavalluccio marino. Bisogna saper nuotare almeno per 25 metri. L’anno scorso l’hanno avuto quasi il 70% degli scolari. Un dato che inganna: il test dimostra che sai stare a galla, ma non che sei un discreto nuotatore. In realtà secondo un sondaggio il 60% di bambini e adolescenti è un cattivo nuotatore o non sa nuotare. Se hai difficoltà a tenerti a galla, anneghi in cinque minuti. Nel 2017, il 10% degli scolari non sapeva nuotare, oggi sono il doppio, oltre il 20%, probabilmente a causa della pandemia.
La Germania ha meno coste dell?Italia, e nel Mare del Nord a causa delle maree è quasi impossibile nuotare. E? un rischio mortale. Ma qualcuno annega perché passeggia per i vasti tratti sabbiosi scoperti dalla bassa marea. A piedi si possono raggiungere anche alcune isole,
E ci si inganna: l?acqua alta non arriva dal largo, ma sorge dal fondo, e improvvisamente ti trovi circondato dalle correnti gelide. Con la bassa marea. I turisti dovrebbero affidarsi a una guida.
Fiumi e torrenti sono una trappola, chi è inesperto si fa tentare da un tuffo, e sottovaluta il freddo dell’acqua e le correnti. E ci si inganna anche sulla profondità, a causa della rifrazione ci si illude di poter toccare, e invece il fondo è a due metri, e si annega. Il problema è, dicono gli esperti, che la scuola non basta, si impara dai propri genitori, e la maggioranza dei giovani padri e madri a sua volta non sa nuotare.
Come di consueto, non ci sono dati sull’etnia delle vittime, ma si sospetta che il numero degli annegati sia in aumento, a causa dei profughi stranieri.
A Berlino, la percentuale di non nuotatori tra gli scolari turchi è il doppio. E la maggioranza degli adulti stranieri giunti negli ultimi anni non sa nuotare. E, soprattutto i padri musulmani, sono contrari alle lezioni di nuoto per le figlie nelle classi miste.
La scuola dipende dai Länder che reagiscono in modo diverso. A Lipsia hanno costretto un padre a mandare la figlia a lezione di nuoto minacciandolo con un processo. Avrebbe rischiato il carcere.
A Berlino si è più permissivi: hanno organizzato lezioni di nuovo separate per le bambine musulmane a cui possono partecipare anche le madri, a cui è consentito di tuffarsi in piscina con una versione leggera del chador, che ovviamente impedisce di nuotare.