ItaliaOggi, 4 luglio 2023
Tra Palermo e Catania, c’è ancora un’eternità
Tra Palermo e Catania c’è una ferrovia di 243 km nata unendo nel 1885 mezza linea Palermo-Agrigento e due terzi di Agrigento-Catania. Le due linee erano nate separate perché agli inglesi verso il 1870 serviva spedire lo zolfo nei porti delle due grandi città sicule in tempi rapidi, e chissenefrega se per andare da Palermo a Catania ci voleva una giornata di treno. Oggi su quella linea si potrebbe andare da Palermo a Catania (e viceversa) in circa tre ore: un viaggio con altri ritmi nel panorama davvero inconsueto (e affascinante, provare per credere) della Sicilia interna. Dico “si potrebbe” perché la linea oggi si interrompe a Dittàino (stazione che non è un paese ma prende nome dal fiume vicino), ad una settantina di km prima di Catania, perché la stanno ricostruendo e raddoppiando. Il nuovo progetto permetterà domani di arrivare fino a 200 km/h in alcuni tratti (che comunque non è Alta Velocità, l’AV ha come soglia i 250 km/h) e coprire il percorso in circa due ore. A Catania ci vorrà ancora una cinquantina di minuti per arrivare fino a Messina e, nel 2030 e spicci, prendere il Ponte sullo Stretto.
Notizia numero 1: ad oggi ci vogliono circa tre ore per fare Messina-Palermo sulla linea tirrenica diretta, senza passare per Catania (km 232). Finite di raddoppiare anche quella, che è a binario singolo per metà tracciato. Magari s’accorcia per l’itinerario più diretto.
Notizia numero 2: sia pure su un percorso di circa 50 km più corto, nel 1975 via autostrada A19 mio padre tra Palermo e Catania ci metteva un’ora e mezza-un’ora e tre quarti a prenderla comoda con l’Alfetta 1800. E altri 45 minuti da Catania a Messina. Così, per dire.