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 2023  luglio 03 Lunedì calendario

la biancheria dell’arciduchessa

Se in Baviera Vasilij Kandinskij si sentì subito a casa, il merito fu di un cavallo color Isabella, che appariva a Monaco nella tarda primavera, quando cominciava a far caldo. Trainava le botti dell’acqua per innaffiare le strade. A Vasilij ricordava il cavallino di piombo con il quale giocava a Mosca quando aveva tre anni.
Anche il cavallino-giocattolo era dipinto in color Isabella, un giallo sporco, macchiato di ocra, con una criniera gialla ma più chiara.
Le malelingue del Seicento avevano messo in giro la voce che il color Isabella fosse un’invenzione di Isabella Clara Eugenia d’Asburgo, infanta di Spagna e di Portogallo, arciduchessa d’Austria, principessa sovrana dei Paesi Bassi spagnoli.
Si diceva che nel 1601, quando il marito arciduca Alberto d’Austria aveva dato inizio all’assedio di Ostenda, Isabella avesse fatto voto di non lavarsi e di non cambiarsi la biancheria intima fino alla capitolazione. Era convinta che questa sarebbe avvenuta in pochi giorni. Invece l’assedio si rivelò uno dei più lunghi della storia, durò tre anni. E la biancheria di Isabella diventò di un colore che fino ad allora non s’era mai visto, e che fu battezzato col suo nome.
Ci vollero due secoli per sfatare la leggenda. Nell’Ottocento, gli studiosi che frugavano tra gli inventari del guardaroba di Elisabetta i scoprirono che la regina d’Inghilterra aveva posseduto già nell’anno 1600, quindi prima dell’assedio di Ostenda, «due abiti color Isabella: una tunica e una veste da cerimonia di raso decorata con lustrini d’argento».

Il color Isabella, detto in Italia anche giallo lionato, è rimasto nella descrizione degli animali. Sono catalogati con questo colore il cavallo palomino, l’orso himalayano e il culbianco isabellino, uccello insettivoro migratore.

Un tufo giallo lionato esiste a Roma. È una roccia vulcani- ca a grana fina, con inserti di calcare e di scorie fulve, per cui i muri realizzati con questo tufo assomigliano al mantello del leone. Molto usato tra il ii e il i secolo avanti Cristo. Resti di muri in tufo lionato sono stati trovati anche sul Palatino, risa- lenti alla Roma Quadrata. Veniva scavato sotto la collina che oggi ospita il quartiere di Monteverde. Qui le cave si estendo- no ancora nelle viscere della terra per oltre centocinquanta- mila metri quadrati: gallerie spettacolari con volte altissime e laghi d’acqua cristallina.