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 2023  luglio 03 Lunedì calendario

I conti (da pagare) di Santanchè

C’è una cosa della ministra che va di traverso pure alla destra, ed è l’elemento antropologico-soggettivo del “me ne frego!”, seguito da stizzita stretta di borse Hermès all’altezza del gomito. Quella roba per cui quando dice “prima gli italiani” hai sempre il dubbio che intenda se stessa. Il 5 luglio Daniela Santanchè andrà in aula a riferire sui guai giudiziari delle imprese fallimentari in cui s’è cimentata e per i quali rischia accuse di bancarotta e falso in bilancio. Ma nulla di quanto dirà nell’informativa (che non prevede domande) potrà cancellare quel tratto d’arroganza come si fa con le multe, materia in cui può dar lezioni: in cinque anni Daniela Santanchè ha collezionato ben 462 accertamenti, molti subito archiviati grazie allo status di parlamentare, ma anche 43 multe per divieto di sosta che invece non ha proprio pagato. Il tutto non a Roma, dove era deputata e senatrice e c’è quantomeno un Parlamento ma a Milano appunto, dove la Santa tiene casa e ufficio, cioè le sedi della galassia Visibilia che le è poi crollata addosso.
Nel 2014 la società quotata ora in liquidazione accumulava già debiti significativi. Come rivelato dal Fatto, oltre a incassare un emolumento da 130 mila euro, il 25 novembre di quell’anno Santanchè stipula un contratto di leasing da 77 mila per una Maserati da 300 cavalli presso il concessionario “Rosso Corse” di Cinisello Balsamo, accollandone però il costo all’azienda da cui gli ex dipendenti, oltre a quelli di Ki Group, attendono ancora Tfr e arretrati, i creditori d’esser pagati e tra loro lo Stato, cui viene prospettato un rimborso dei debiti fiscali con sconto d’un terzo spalmato in 10 anni. “Ma cosa dovrei rispondere sulla Maserati? Io penso che dobbiamo parlare di cose serie” ha sbottato l’indomani la ministra ai microfoni del Giornale Radio.
Qualche risposta certe volte sarebbe anche utile. Con quella fuoriserie grigia, ad esempio, la Santanchè ha percorso circa 150 mila chilometri e nella scia di debiti che ha lasciato dietro di sé ci sono anche quelli accumulati nei confronti del Comune di Milano dove risiede. Dal 4 febbraio 2015 al 19 giugno 2019, quando è stato restituito al concessionario, il bolide ha ricevuto 419 accertamenti che sono stati archiviati in automatico dal sistema sanzionatorio grazie all’abbinamento della targa a un pass che autorizza l’accesso dove gli altri non possono: ztl, corsie preferenziali o i famosi “varchi” per accesso a pagamento in Area C (Ecopass), che sono la dannazione per molti ma non per lei, che poteva accedere senza nulla pagare, anche con un’auto a gasolio che sarebbe assolutamente “off limits”. E lasciamo stare fosse intestata a Visibilia Editore Spa, così paga la società, e il pass all’esponente politico Santanché, dettagli. “Prima gli italiani”, e lei prima di tutti.
Risultano anche 43 multe per divieto di sosta che sono state elevate sul posto dagli agenti e dunque notificate ma non pagate, tanto che il Comune le ha trasmesse alla società di riscossione Geri, cui cede i debiti dei cittadini che non riesce a riscuotere. Alla faccia dei comuni mortali che le multe le pagano e subito se possibile, onde evitare maggiorazioni e interessi di mora salatissimi.
L’unica infrazione pagata risulta per altro rimborsata. E vai a sapere se è proprio quella legata al fermo del veicolo del 2017, quando l’autista della deputata Santanché fu fermato dai vigili per aver bruciato un semaforo. L’agente nota i lampeggianti e una sirena che risultavano non più autorizzati dal Viminale, giacché non era ministra ormai da tre anni e non aveva la scorta. L’auto era però rimasta allestita così. “La ragione è semplice” si difese lei: “Sirena e lampeggiante sono di proprietà della polizia di Stato, e deve essere la stessa polizia a ritirarli. Fino a quando questo non avverrà, non dovrò essere certo io a toglierli. Comunque ribadisco: l’auto non è intestata a me, non ero presente al momento del fatto, né ho alcuna responsabilità di alcun tipo”. Sostituisci Maserati con Visibilia, e il 5 luglio il discorso sarà più o meno lo stesso.