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 2023  giugno 30 Venerdì calendario

Intervista a Eleonora Giorgi

Gli anni Ottanta? «Al di là delle mie vicende personali drammatiche, legate al mio primo marito Angelo Rizzoli, quel periodo è stato felice per il mio lavoro e per l’Italia. Ne ho una grande nostalgia», risponde Eleonora Giorgi. L’attrice è tra gli ospiti d’onore del Conero Film Festival, in programma oggi e domani a Numana, sull’Adriatico, artisticamente diretto da Enrico Vanzina e destinato a celebrare il momento d’oro del cinema italiano che, proprio 40 anni fa, in un Paese euforico e assetato di benessere assisteva al trionfo della commedia. Eleonora, che di quel cinema è un’icona (tra i suoi successi Borotalco, Mia moglie è una strega, Mani di fata, Compagni di scuola), il 21 ottobre compirà 70 anni. Intanto festeggia i 50 di carriera, appena premiati con la Pellicola d’oro. E ripercorre trionfi, cadute, amori, dolori. Con la consueta schiettezza, senza fare sconti a nessuno, tantomeno a sé stessa.
Cosa rimane, per lei, degli anni Ottanta?
«La gioia di aver interpretato dei film rimasti nel cuore del pubblico che, malgrado 30 anni fa sia stata brutalmente estromessa dal cinema, non ha mai smesso di amarmi. Lo dimostrano i milioni di follower che ho sui social».
Perché sarebbe stata estromessa?
«Ero stata traumaticamemte coinvolta nelle vicende giudiziarie di Rizzoli. Cose più grandi di me che ho impiegato decenni a capire... il cinema mi ha voltato le spalle e non mi ha più riaperto le porte».
Anche oggi?
«Altro che. Come tutte le attrici della mia età, subisco una discriminazione vergognosa: per noi over 60 ci sono solo ruoli di nonna o particine di contorno. Siamo esodate dalla narrazione mentre il pubblico è composto in gran parte di donne mature che rappresenterebbero un ottimo mercato. Ma io ho uno spirito combattivo e faccio di tutto perché questa fatwa contro di noi venga cancellata».
Cosa fa in concreto?
«Ho scritto un film su una 65enne che s’innamora di un 25enne durante il lockdown. L’ho dato da leggere a un importante produttore, aspetto la risposta. È una specie di Pretty Woman per le anziane: anche noi abbiamo il diritto di sognare... Io vivo la vita con entusiasmo. Rappresento un modello di sessantenne che nella realtà esiste, mi sento in gran forma».
I ritocchi estetici hanno aiutato?
«Ma li ho fatti solo sul collo. In faccia ho tenuto le mie rughe, compreso il "codice a barre" sulle labbra».
Ha un compagno?
«Attualmente no. Sono una donna da grandi amori: tutti quelli che ho avuto sono stati importanti. Oggi rimango senza parole quando una ragazza dice "faccio sesso" come se il sentimento fosse una faccenda puramente genitale».
Ha ancora contatti con il suo ex Warren Beatty?
«Purtoppo no e mi dispiace. Potrei recuperarli se il film che ho scritto si farà: mi piacerebbe offrire il ruolo di protagonista a sua moglie Annette Benning».
Altri amori che ricorda con piacere?
«Massimo Troisi e Pino Daniele, due persone eccezionali con cui ho avuto relazioni brevi ma intense. Sono grata alla vita anche per questo».
Sente di aver chiuso i conti anche con il suo passato più doloroso che include la tossicodipendenza?
«Ho fatto pace anche con quel periodo. Negli anni ’70 mi sono drogata, come molti della mia generazione, per compensare dei traumi: il successo era stato travolgente e improvviso, era morto tragicamente il mio compagno Alessandro Momo, vivevo da sola senza avere i genitori vicino... L’amore per Rizzoli mi ha dato le motivazioni per uscire dal tunnel in appena un mese».
Com’è stato, nel 2018, partecipare al Grande Fratello?
«Un’esperienza surreale ma interessante. Mi eccitava l’idea di vivere a Cinecittà, il luogo dove ho sempre lavorato».
La più grande soddisfazione?
«Di avercela fatta ed aver ricevuto tanti premi dopo essere diventata attrice senza nemmeno volerlo».
Rimpianti?
«Sono furiosa con me stessa per non essere stata capace di difendermi tanti anni fa, quando venni attaccata brutalmente. Sono sempre stata un’ingenua».