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 2023  luglio 02 Domenica calendario

Aspettando il taxi

«Damn», dannazione. Jennifer, si dispera per il ritardo, da 40 minuti in coda sotto al sole. Americana, 27 anni. Cappellino, taglio biondo cortissimo e t-shirt nera. Aspetta il suo taxi insieme ad altre decine di persone fuori dalla stazione Centrale di Milano. Ma a Piazzale Luigi di Savoia c’è solo una lenta via crucis di auto bianche che non ce la fanno a soddisfare la domanda, tra turisti e “local”, in arrivo con i treni dell’ora di pranzo. La valigia, pur con quattro ruote, è troppo grande per essere portata su e giù in metropolitana. «Preferisco i mezzi pubblici che inquinano meno ma oggi non potevo fare diversamente», spiega ancora Jennifer. Ha un volo per Palermo alle 17 dall’aeroporto di Linate: sta girando l’Italia prima di rientrare negli States. Come lei, molti altri si spazientiscono: qualcuno si siede a terra, qualcun altro sul trolley. Qualcuno digita sulla tastiera dello smartphone: probabilmente un messaggio di scuse per il ritardo. Inevitabile con queste code che possono arrivare anche a un’ora. E va così non solo in Centrale. In piazza Duomo la fila è meno lunga ma l’attesa dura di più. Un gruppo di ragazze spagnole, in Italia per l’ultima data del concerto dei Coldplay, decide di andare a piedi fino a San Siro. Per fortuna sono munite di scarpette da tennis. Non va diversamente a Linate e alla stazione di Rogoredo. E il problema va avanti da mesi, con picchi di disservizio e isterie collettive nei periodi “caldi” come le vacanze natalizie e quelle estive, stagione di turismo ed eventi musicali. E infatti, il sindaco Beppe Sala nei giorni scorsi aveva annunciato di voler fare richiesta a Regione Lombardia di ulteriori mille licenze (un numero sufficiente per migliorare il servizio e dare un po’ di ossigeno monetario alle casse di Palazzo Marino che potrebbero ricavare circa 150 milioni di euro da reinvestire in mobilità sostenibile). Le ultime licenze concesse – 288 a fronte di una richiesta di 500 – risalgono infatti al 2003 e portano la firma dell’allora primo cittadino Gabriele Albertini. «Sala mandi la richiesta e vedremo», aveva risposto il presidente della Regione Attilio Fontana. Il Pirellone dovrebbe decidere entro la fine di luglio. Ma dall’assessore regionale ai Trasporti di Fratelli d’Italia Franco Lucente arriva solo un «Niente da fare» mentre parla di «soluzioni alternative da perseguire con maggior decisione». Si riferisce all’opzione della “doppia guida”, ovvero la possibilità di estendere il servizio della vettura a un membro della famiglia (di chi detiene la licenza). Per Lucente, la via è quella di allargare a «una persona di fiducia». Nel capoluogo lombardo, però, la misura non aveva ottenuto gli esiti sperati: con il recente secondo bando sono state autorizzate appena 28 nuove doppie guide oltre a 43 passaggi dal turno unico di 12 ore a quello integrativo di 16 tra quelli che già ne usufruivano. Poca cosa su un panorama di 4.855 taxi. I numeri, comunque, non lasciano dubbi: a Milano ci sono 3,6 taxi ogni mille abitanti, mentre – per esempio – a Barcellona ben 6,49 ogni mille.
«Mio figlio, sabato scorso, è uscito dalla discoteca alle 3 di notte con alcuni amici. Avevano bevuto e volevano dividere un taxi. In Largo La Foppa era pieno di ragazzi che cercavano un taxi con l’app e al telefono. Solo alle 5 di mattina è passato un tassista a fine servizio che li ha caricati facendo un “prezzo speciale” senza tassametro. Altro che campagne “Don’t drink and drive"», si sfoga Rinaldo E.Le sigle dei tassisti si smarcano provando a dare la colpa ai mezzi pubblici ritenuti «anche dagli utenti» insufficienti: «Il nostro servizio va migliorato ma non può coprire l’intero bacino di utenza di un concerto se la metro è chiusa», argomenta Emilio Boccalini, vice presidente di Taxiblu. «Rimodulazione dei turni, nuove corsie preferenziali e viabilità a noi dedicata», è la soluzione auspicata da Alessandro Casotto, presidente di Taxi 028585, il più grande di Milano. Dunque, no a nuove licenze.A soffrire, comunque, non è solo Milano. Nella Capitale parlano le lunghissime code davanti alla stazione Termini e gli utenti in attesa di una vettura a ogni angolo della città. I tempi, per sperare di avere un taxi chiamando i numeri dedicati, arrivano anche a 20 minuti. Senza garanzie di successo. «Aumentare le licenze sarà necessario», specie in vista del Giubileo 2025. Il sindaco di Roma Roberto Gualtieri, dopo giorni di tentennamenti, ha sciolto le riserve: «Speriamo che gli operatori colgano l’opportunità della doppia guida: tanto più lo faranno, tanto meno sarà necessario un incremento, che però servirà in ogni caso». Roma conta al momento 7.672 licenze e un’adesione del 12% alle seconde guide per un numero di abitanti che supera i 2 milioni e 800 e non tiene conto dei turisti che ogni anno affollano la Capitale. Parigi, solo per fare un esempio, ha circa 20 mila taxi attivi con un servizio 24 ore su 24.Anche il Codacons, visto l’aggravarsi dell’emergenza, ha presentato un esposto alla magistratura capitolina, chiedendo di aprire un’indagine per interruzione di pubblico servizio oltre ad accertare «se il comportamento di tassisti e sigle sindacali di chiusura verso l’aumento delle licenze possa costituire reato». Secondo l’associazione dei consumatori, infatti, a Roma servirebbe un migliaio di taxi in più rispetto a quelli attualmente in circolazione mentre nelle principali città con una forte vocazione turistica il servizio «andrebbe incrementato di almeno il 20%». Chiede l’intervento di Giorgia Meloni il coordinamento Azione Ncc: «Le amministrazioni comunali stanno facendo dei passi avanti ma ora è il governo che deve prendere in mano la situazione», commenta il portavoce Francesco Ruo. A Napoli, terza città in Italia per numero di licenze di auto bianche, i taxi sono 2.373. Qui, l’amministrazione di centrosinistra guidata da Gaetano Manfredi deve combattere non solo contro la penuria di auto bianche ma anche contro l’abusivismo. In arrivo in Stazione Centrale e al Molo Beverello (da dove partono e dove arrivano i turisti delle isole) presidi fissi della Polizia locale. Ma per ora, nessuna nuova licenza. —