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 2023  luglio 01 Sabato calendario

In difesa di Cipriani, l’economista umarell

Il rito tribaledetto dibattito pubblico è in larga parte composto di discorsi da bar. Ovviamente siamo in democrazia e dunque a ciascuno il suo bar, per così dire: mentre le tazzine di caffè tintinnano si può buttare lì il clichè progressista come la cazzata conservatrice, ci si può rivoltolare, sorbendo un Bellini, nella neghittosa idiozia da circolo di conversazione siculo o preferire, Negroni alla mano, una meneghina vacuità international in cui non si sa dove inizia il cosmopolita e finisce il turista. Per questo ci sentiamo di spezzare una lancia in favore di Arrigo Cipriani, patron dell’Harry’s Bar di Venezia, storico locale fondato dal padre nel 1931, un anno prima della sua nascita: per il proprietario di un bar – ancorché dedicato a spennare gente disposta a pagare 50 euro per un piatto di pasta uguale a quello che può trovare dovunque a parecchio meno della metà – fare discorsi da bar è persino naturale. Ci si riferisce ad alcune dichiarazioni da economista umarell affidate alla stampa dal buon Arrigo, che qui proveremo a riportare nel loro contesto originale. L’antefatto è che il nostro è infastidito perché – dice – non trova personale: gli mancano camerieri, pasticceri, contabili e pure un motoscafista. Come immaginate, “la colpa (Un caffè!) è del reddito di cittadinanza, che ha rovinato il mondo del lavoro”. Tanto più che “ormai (per il signore cotto e mozzarella!) sono i soldi che comandano il mondo” ed è solo per indebolirne il potere satanico che le sue sogliole alla mugnaia vanno via a 80 euro. Dice: ma non sarà che pure gli stipendi bassi… “In alcuni casi anche questo è un problema (cameriere… l’acqua!) ma la colpa non è dell’imprenditore quanto del lavoratore (gassata!), l’Italia è infatti il Paese dove il prelievo fiscale è il più alto al mondo” (sic). E fosse solo il fisco, con cui pure il nostro ha avuto rapporti non sempre idilliaci: “L’Italia ormai è una Repubblica fondata sulle ferie (cannelloni al 12!), un Paese in cui tutti hanno diritti e nessuno ha doveri”. Insomma, la gente non ha più voglia di lavorare, non ci sono più le mezze stagioni, né i bei valori di una volta. Pare Meloni in Parlamento o Briatore in tv, invece Cipriani alla fine è solo un anziano signore che al bar fa discorsi da bar (macchiato grazie!).