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 2023  luglio 01 Sabato calendario

Una serie su Brigitte Bardot

«L’unica cosa che conta è la mia vita vera – con me dentro – non una fiction del cavolo!». A far arrabbiare Brigitte Bardot, un mese fa, è stata la messa in onda su France 2 della prima serie tv sulla sua vita realizzata da France Télévisions con Mediaset, uno degli eventi più attesi della nuova stagione di Canale 5 (sei episodi da 52 minuti in onda il prossimo autunno, in tre prime serate). La scena iniziale? Un meraviglioso mambo selvaggio, ballato a piedi nudi da una ventenne con i capelli biondi scompigliati e lo sguardo febbrile: BB, il mito.
I TURBAMENTI
«L’ho trovata? È lei», disse senza dubbi Roger Vadim, il regista di Et Dieu... créa la femme (Piace a troppi, 1956), film scandalo sui turbamenti di una ragazza di Saint Tropez che scandalizzò mezzo mondo (nel 58 all’Expo di Bruxelles il padiglione del Vaticano usò le sue foto mentre danza per la Sala del Male...). Lei era la giovane Brigitte e non sapeva che sarebbe diventata l’incarnazione del desiderio e della donna liberata, seduttrice anticonformista dal broncio puerile, un po’ instabile e bizzarra. Una figura così meritava una serie come Bardot, un’unica parola che dice tutto, come per Marilyn o Madonna. A interpretare lui, Vadim, è Victor Belmondo, 30 anni, nipote del mitico Jean Paul, che proprio nel 60 ebbe una storia con BB. I critici, però, in patria sono rimasti un po’ freddini: «Troppo accademica». E anche lo share non ha entusiasmato, passando dal 15 al 10 per cento dopo l’esordio su France 2.
A sentire i commenti sui social, la serie non regge il paragone – per fare un esempio – con il recente Blonde su Marilyn Monroe. «Lei è morta giovane e sola, io ho pensato a salvarmi la vita», dichiarava Brigitte, che a 88 anni se ne infischia del passato, dopo essere sparita dai set nel ’73 per diventare una pasionaria della causa animalista, in spregio al cinema contemporaneo definito «una merda molle».
LA DEBUTTANTE
Ad interpretarla, l’esordiente Julia de Nunez, francese di 23 anni, scelta fra ottanta aspiranti, che è sembrata sbalorditiva, tanto è impressionante la somiglianza con l’originale. Simone de Beauvoir la descriveva così: «Se la Garbo era detta “la Divina”, quasi irraggiungibile, la Bardot, al contrario, è del tutto terrestre, preda e cacciatrice di uomini che lei considera suoi pari». La serie ricostruisce attenta i primi dieci anni della sua carriera (ma già si parla di una possibile seconda stagione): dall’adolescenza fino al tentato suicidio nel 1960, salvata in extremis nel giorno del suo 26esimo compleanno. «So cosa significa essere braccata», dichiarava la Bardot paragonando la sua sofferta vita da star e quella degli animali che cerca ora di proteggere. Se gli uomini le gridavano «Brigitte, un bacio!», le donne urlavano: «Puttana!», a riprova dell’ambivalenza dei sentimenti che scatenava nella Francia conservatrice della Quarta Repubblica. Quando nel primo episodio suo padre si congratula perché Brigitte si sposa vergine a 18 anni con il suo pigmalione Roger Vadim, lei gli risponde che va a letto con lui da quando ne aveva 15.
Secondo la regista Danièle Thompson «attraverso la Bardot, parliamo anche di liberazione sessuale delle donne. E non solo: lei rivendica il diritto di dire quel che vuole, di non volere un figlio, di abortire». Tuttavia, ai critici non è piaciuto l’eccessivo risalto alle avventure sentimentali dell’attrice, che tra i 15 e i 25 anni ha avuto tante relazioni e matrimoni (Jean-Louis Trintignant, Sami Frey, Jacques Charrier, oltre a Vadim), ma alla lunga sembra solo una ragazza capricciosa e depressa. Era davvero così indipendente o aveva paura di restare senza un uomo? Si è parlato di fiction bon ton, a differenza della sofisticata ricerca estetica di Blonde – che narrava con flashback e sequenze oniriche – per via di un ordine delle scene cronologico e di un innocuo immaginario vintage. Mancherebbe soprattutto quel potere di sedurre che la Bardot trasmetteva con altezzosa impudenza. Curiosamente, a essere nudi in scena sono i suoi partner, perché forse il corpo dell’attrice come ce lo aveva svelato Godard nel Disprezzo, è l’antitesi del femminismo #MeToo e la regia – poco passionale – fa di tutto per nasconderlo. Per comprendere il suo mistero, allora, meglio rivedere Vita privata di Louis Malle, con la vera Bardot che interpretava se stessa con Marcello Mastroianni: una star infelice perché condannata ad avere solo una vita pubblica, artificiale e folle.
SCANDALO
A maggio l’attrice era data «tra la vita e la morte» in ospedale ma lei su Twitter rispondeva con una lettera scritta a mano: «È il solito scandalo montato dalla stampa». E per provare che era sempre la stessa, dichiarava il suo disprezzo verso Macron: «Una marionetta spregevole». Dando ragione a Simone de Beauvoir: «Spero che per divenire popolare non accetti di diventare insignificante. Le auguro di morire senza cambiare mai».