Corriere della Sera, 1 luglio 2023
La sfida Musk-Zuckerberg dentro il Colosseo
ROMA È bastata una piccola frase rilanciata dal sito americano Tmz («some chance fight happens in Colosseum», «C’è la possibilità che la sfida avvenga al Colosseo») per scatenare i siti web di mezzo mondo. Il flash portava la firma di Elon Musk sul «suo» Twitter. E si riferiva a un duello con Mark Zuckerberg, amministratore delegato di Facebook, suo eterno avversario. Tmz aggiungeva particolari: il duello sarebbe stato proposto da un «alto dirigente del ministero della Cultura italiano» che avrebbe contattato Zuckerberg per organizzare la sfida sul «campo di battaglia più famoso del mondo».
Tmz, specializzato in gossip sui Vip (ieri si occupava della casa dello scrittore Stephen King), aveva già preparato uno schema: Mark Zuckerberg, 39 anni, peso in libbre 145 (65.7 chili), specializzato in jujitsu brasiliano. Elon Musk, 51 anni, peso 230 libbre (104,3 chili), allenato in karate, taekwondo, judo. Altri particolari: «Non è chiaro se combatteranno dentro o fuori il Colosseo, la differenza di peso è un ostacolo ma sembra che i due non abbiano problemi su questo». Impossibile non pensare a Massimo Decimo Meridio, interpretato nel 2000 da Russel Crowe nel film Il gladiatore diretto da Ridley Scott. La notizia è finita sul ben più paludato sito businessinsider per fare poi titolo sulla stampa popolare britannica, dailymail e dailystar, planando in India, su timesofindia e su hindustantimes. Gran Bretagna e India, due grandi bacini del turismo in Italia e che hanno nel Colosseo una delle mete d’obbligo, come purtroppo dimostra il graffito sull’Anfiteatro Flavio inciso giorni fa da un giovane inglese che non ha trovato di meglio che dichiarare l’amore per la sua ragazza sfregiando un mattone del 70 dopo Cristo.
Tutto è approdato anche al Parlamento italiano. Le agenzie hanno battuto una indignata nota dei membri Pd della commissione cultura alla Camera: «Pensano davvero di svendere così il nostro patrimonio? Il Colosseo viene concesso per eventi a pagamento di alto profilo quasi sempre a scopo benefico compatibili con la tutela del sito e il rispetto di questo straordinario patrimonio». Il ministero della Cultura ha emesso una nota informale (dove è facile individuare l’ironia del ministro Gennaro Sangiuliano): «Non c’è stato alcun contatto formale da parte del Ministero né tantomeno alcun atto scritto. Anche se la notizia appare gustosa, è infondata. Il Colosseo viene concesso, non da oggi, per eventi a pagamento di alto profilo quasi sempre a scopo benefico. Ogni richiesta viene valutata attentamente dalla direzione del Parco archeologico che ne verifica la compatibilità ai fini della tutela del sito e non compete all’organo politico. Quanto accaduto questa mattina è l’ennesima dimostrazione che il patrimonio culturale italiano è al centro dell’interesse mondiale. Se Zuckerberg e Musk volessero esibirsi nel Colosseo dovrebbero dare vita a una sfida che si concluda con un abbraccio. E magari sarebbe meglio una sorta di certamen, un duello a colpi di versi in latino. E dovrebbero assicurare un congruo contributo economico da devolvere alla tutela dei beni storico-artistici italiani e magari una quota all’Emilia-Romagna». Uno spiraglio? Sempre dal ministero ieri pomeriggio tardi trapelava un’altra indiscrezione: «Se offrissero una somma enorme da destinare all’Emilia-Romagna o alla ricerca contro il cancro e concludessero abbracciandosi, con il via libera degli archeologi preposti alla tutela, se ne può parlare». Sempre che si tratti di una disfida pacifica, e puramente simbolica.