la Repubblica, 1 luglio 2023
Intervista ad Angelina Mango
Ha fatto un discorso bellissimo sull’amore al Pride a Milano.
Angelina Mango ci ha pensato.
«Sicuramente c’è voluto coraggio a dire qualcosa che non fosse già stato detto», racconta la giovane cantante «ma i sentimenti non sono banalità, e in certi casi nessuna parola è sprecata. Volevo che la gente capisse qualcosa di me.
La cosa più forte su quel palco è stata la verità». Ha spiegato bene che le fanno paura tantissime cose – il buio, i fantasmi, gli insetti, gli aerei – ma non ha paura di amare. «La prima cosa che mi hanno insegnato i miei genitori è stato l’amore, molti non hanno questa fortuna». Figlia di Pino Mango, scomparso nel 2014, e di Laura Valente (voce dei Matia Bazar), è stata la rivelazione diAmici :ha vinto per la sezione Canto e si è piazzata seconda dietro al ballerino Mattia Zenzola nella classifica generale, è disco d’oro con Ci pensiamo domani (singolo dell’album Voglia di vivere ), e prepara per l’autunno un tour nei club. A 22 anni ha bruciato le tappe, è cantautrice, racconta che la musica era il suo destino.
Grinta, determinazione e grande sensibilità. Ha trovato un equilibrio?
«In realtà la sensibilità mi ha reso molto più fragile, è un’arma a doppio taglio. Ma preferisco vedere il lato bello, sono sempre in ascolto e se non fossi così mi priverei di un sacco di cose».
In “Ci pensiamo domani”, c’è un verso che dice “quant’è bello sbagliare”. Ha mai avuto paura di fallire?
«No, in realtà no. Non per una sicurezza cieca nel futuro, ma perché è sbagliato abbattersi: ci sono infinite strade e possibilità».
Quando ha deciso di iscriversi ai provini di “Amici” pensava di cambiare la sua vita?
«Sentivo che era importante uscire dal mio gruppo e dalla mia quotidianità, volevo farmi ascoltare da tante persone. Stavo iniziando a costruire, volevo di più. È stata una scelta personale, volevo creare una cosa mia, anche se avevo paura. Tutte queste riflessioni mi hanno portato a fare il provino».
Sua madre era preoccupata?
«All’inizio sì, perché sono molto abitudinaria, aggrappata alle mie cose, facevo fatica a uscire dalla mia comfort zone. Da madre si è preoccupata, ma mi ha anche detto: “Prova”».
Con Maria De Filippi vi siete capite subito?
«All’inizio non credeva nella mia riuscita, i presupposti avevano abbassato le aspettative. Ma è bastato poco per trovarsi in sintonia, ti legge dentro. La sua fiducia e la sua attenzione hannodato valore a quello che stavo facendo. Ho capito che potevo farcela».
Porta un cognome importante, che peso ha avuto?
«Non era quella la mia preoccupazione. Sono cresciuta e ho imparato a vedere il lato positivo, la responsabilità per il nome che porto ce l’avrei in ogni caso, come ce l’hanno tutti.
Voglio essere apprezzata per quello che sono, poi sulla carta d’identità mi chiamo Angelina Mango».
Sente l’amore per i suoi genitori nelle persone che incontra?
«Lo sento e mi rende molto fiera, sono orgogliosa di loro. Poi, chiaro, il mio pubblico, i ragazzi, spesso non conoscono la musica della mia famiglia. Sono due cose diverse».
Cosa le interessava comunicare con “Ci pensiamo domani”?
«Il concetto espresso nella canzone è quello che ho provato a mettere in pratica negli ultimi mesi: non osservarsi troppo, non giudicarsi sempre, imparare a lasciarsi scivolare addosso le esperienze negative. Non bisogna appesantire le cose, tanto accadono».
Da come parla, si capisce che non era amica della leggerezza.
«È stato l’obiettivo da raggiungere in tutta la vita, l’ho cercata negli anni e sembra strano, perché sono piccola. Ma ho vissuto il periodo dell’adolescenza in modo pesante. Sì, ero pesante».
Le giovani artiste si creano un look, lei porta questi capelli lunghissimi. La rappresentano?
«Sì assolutamente, sono parte di me. C’è un video in cui ho otto anni e sono così, identica. Non riesco a farne a meno».
Cantava anche allora?
«Ho iniziato subito. Ascoltavo
Aretha Franklin, Beyoncé: ho imparato a cantare con loro».
Modelli alti per una bambina, non trova?
«Per forza. Quando non riuscivo a fare le cose mi incaponivo, ascoltare le grandi è stata la mia scuola. Non ho mai studiato canto, sono stati i primi modelli.
Adesso i miei modelli sono le ragazze che frequento e faticano per farsi spazio. Vedo poche donne rispetto al totale, ma c’ètanto talento».
Sanremo è unobiettivo?
«Gli obiettivi non fanno parte di me.
Sono sincera, tendo a non averne, forse per paura. Diciamo che il festival è una possibilità. Io mi vedo cantautrice».
E il tour nei club?
«Non vedo l’ora, ci sarà la band con cui suono da tanti anni, siamo famiglia.
Condividere il palco è una delle cose più belle della vita e poi nei club guardi in faccia il pubblico, c’è uno scambio».
Cosa la spaventa di più?
«Forse, non avere più niente da dire».
E cosa la rende più felice?
«Chiamare mia mamma e raccontarle come è andata quando faccio qualcosa a cui tengo».