la Repubblica, 30 giugno 2023
Intervista a Joe Dante
I Gremlins, le creature del folklore e del fantasy deliziose e buffe finché non virano verso il malvagio, sono tornati. E per Joe Dante, autore dei due film culto che le hanno rese icone pop degli anni Ottanta, c’è la soddisfazione di vederle rinascere sotto forma di una serie animataGremlins – Secrets of theMogwai,
made in Cina. «Quando ho saputo del progetto li ho chiamati: ragazzi, se vi servono consigli sono qui. Mi hanno nominato produttore». Il cineasta americano si racconta su Zoom dal suo studio. Sta per volare a Bologna, dove da oggi la Cineteca lo omaggia con tre film; The movie orgy, GremlinseGremlins 2: la nuova stirpe.
Prima dei “Gremlins”, “Piranha”.
«Progetto ambizioso, visto il budget.
Non c’erano tante riprese subacquee, per l’ovvio rischio di venire divorati.
Abbiamo fatto test in una piscina inTexas. Si dice guai ai film con acqua, effetti, bimbi e cani. Qui c’era tutto».
Con le musiche di Pino Donaggio.
«Il produttore mi ha fatto il suo nome e non ci credevo. Piranha è stato il primo di una serie di film a basso budget che Pino ha fatto per affermarsi a Hollywood, la sua vittoria è stata il sodalizio con De Palma, che se lo è accaparrato».
“Piranha” ha attirato l’attenzione di Spielberg.
«Solo perché era un’ovvia imitazione del suoS qualo.La Universal aveva Lo squalo2 in uscita, aveva vinto molte cause e pensava a un’ingiunzione per non far uscire Piranha. Ma Spielberg l’ha visto e ha detto che era una parodia, non un’imitazione. Ho scoperto solo anni dopo che mi aveva salvato. I miei maestri sono stati lui e Roger Corman, la disillusione è stata entrare nel mondo degli studio, dove non capivano le domande e i film».
Spielberg le affidò i Gremlins.
«Mi presero perché volevano lavorare con Spielberg e questo era il primo film della sua Amblin. Hanno pensato: “Ha un piccolo film horror, costa poco, un ragazzo per dirigerlo, glielo lasceremo fare e andrà bene”.
Ma a loro non è piaciuto il copione e vedendo il film sono rimasti perplessi, “è solo un gruppo di mostri inquietanti che si soffiano il naso sulle tende, ci sono troppi Gremlins nel film”. Spielberg disse che se li eliminavamo il pubblico non sarebbe venuto. Il film è stato un successo».
Il suo “Gremlins” venne diverso da quello immaginato da Chris Columbus, spaventoso e freddo.
«Era stato scritto come un horror raccapricciante, che doveva costare poco e guadagnare tanto. Ma poi abbiamo pensato che troppo orroreavrebbe limitato il pubblico: se la madre si faceva tagliare la testa, che rimbalzava sulle scale, come nello script originale, alla famiglia non sarebbe piaciuto. In più Steven è un regista tenero, non volevache il dolce Gizmo, una sorta di peluche, morisse o diventasse crudele dopo venti minuti. Un mese prima del set Steven dice: “Amo Gizmo, dovrebbe diventare l’amico dell’eroe e restare per tutto il film”. È stata una sfida tecnica enorme. Ma è il motivo per cui il film è ancora così popolare oggi. È entrato nella cultura».
Nel sequel ha avuto più libertà.
«Si. All’inizio avevo rifiutato, sfinito dal lavoro gigantesco del primo film.
Lo studio ha tentato il sequel ma poiché non aveva capito il primo, dopo 4 anni mi ha dato carta bianca».
È un film proiettato nel futuro, con Donald Trump e la sua Tower.
«Il primo film era vecchio stile, una cittadina a Natale, per non ripeterci abbiamo pensato a New York.
Eravamo all’inizio dei Novanta, tutti aspettavano il nuovo millennio e parlavano di futuro. Abbiamo pensato a parodie sulla società epersonaggi come Donald Trump e Ted Turner: il miliardario doveva essere il cattivo, ma l’attore John Glover era così simpatico che lo ha reso solo stravagante. È stato un film personale, con budget, tecnologia, un cast fantastico. Ma è costato tanto e non è rientratocon gli incassi. E lo hanno fatto uscire contro Dick Tracy,che temevano insidiasse Batman : un tragico errore».
Le chiesero di girare “Batman”.
«Subito dopo iGremlins. Entusiasta, ho incontrato Bob Kane, il copione era un po’ alla James Bond, c’era ancora Robin. John Lithgow era un Joker perfetto, ma mi piaceva più lui di Batman, non credevo alla sua vita in collina col maggiordomo e tutto il resto. Per salvarmi ho detto no, mi hanno preso per matto».
C’è un progetto di “Gremlins 3” di Chris Columbus.
«Nella sua sceneggiatura Gizmo moriva. Non sono sicuro sia una buona idea».
Invece cosa le piace della serie?
«Con Gremlins 2abbiamo rotto ogni regola. Hanno aggirato il problema con un prequel. Ritroviamo Sam Wing. il vecchio cinese del primo film, bambino a Shangai, 1920, incontra Gizmo, il Mogwai fuggito dall’isola di Jade e braccato dai cattivi. Nella serie folclore e cultura cinese si fondono con intelligenti richiami ai film. Io li ho aiutati a non fare errori. La serie è bellissima».
Cosa pensa dello sciopero degli scrittori a Hollywood?
«Qui a Hollywood non ci sono quasi più sale. Non esistono le matinée, i bimbi hanno perso l’abitudine del cinema, non ci sono più centri commerciali in cui incontrarsi. Il Covid ha dato via allo streaming, ma i film non hanno più la risonanza di una volta. Lo sciopero riguarda il fattore umano: la robotizzazione che ci raccontava la mia amata fantascienza anni 50 si avvera».
Nei suoi film c’è sempre uno sguardo politico sugli Usa. Oggi?
«Le cose vanno piuttosto male qui.
Un’onda di fascismo, antisemitismo e bigottismo cresce, molto a causa di Trump. Alla gente è stato dato il permesso di dare il peggio di sé, intere fazioni dei Repubblicani sono come in una setta, non c’è niente che tu possa fare per tirarli fuori.
Ovunque al mondo un tizio incriminato due volte non sarebbe votato. Dobbiamo sperare che ci siano persone abbastanza sane di mente da dire no. Non ne sono così sicuro. Penso che ci sia la possibilità che questo pazzo finisca per essere rieletto».