la Repubblica, 30 giugno 2023
I conti di Santanchè
La società della ministra Daniela Santanchè aveva un patrimonio negativo che non compariva nei bilanci solo perché avrebbe continuato a iscrivere crediti senza nemmeno fatture di appoggio: ma mentre perdeva milioni di euro garantiva finanziamenti a società terze in gran parte non restituiti. E di chi erano queste società? Sempre della Santanchè ed erano state create qualche giorno prima di ricevere i soldi.
La procura di Milano sta analizzando con molta attenzione la perizia di parte appena depositata anche nel procedimento civile aperto dopo le denunce dei piccoli azionisti che hanno visto crollare il valore delle loro azioni. E spulciando questa perizia si trovano singolari operazioni nella galassia Visibilia, e soprattutto in Visibilia srl oggi in liquidazione e ancora di proprietà della ministra del Turismo. La perizia si concentra sui crediti inesigibili messi a bilancio negli anni da Visibilia srl, che per molto tempo è stata il cuore della galassia omonima che si occupa di editoria e raccolta pubblicitaria per i quotidiani del gruppo, Ciak e Novella2000, ma anche per Il Giornale e il Riformista.
Secondo la perizia, negli anni sono stati iscritti crediti senza fatture, che venivano in alcuni casi emesse molti anni dopo. Si legge nel documento della procura: «Appare invece immediatamente evidente come i saldi finali in Visibilia srl riportino valori rilevati in anni precedenti per i quali non è stata emessa fattura». Grazie a questo meccanismo le perdite sono state camuffate: «Si evidenzia come il patrimonio netto rettificato assume un valore negativo per oltre 5,4 milioni di euro già al 31 dicembre 2014 e che tale aggregato peggiora nel periodo fino ad assumere al 31 dicembre 2018 un valore negativo per oltre 8,2 milioni».
Dunque secondo la perizia già nel 2014 le perdite erano milionarie e in parte dovute anche alla gestione degli anni precedenti, chiaramente. Ma Visibilia srl non solo avrebbe evitato di iscrivere queste perdite a bilancio, ma sarebbe stata anche molto generosa. Con contratto firmato il 17 maggio 2013 «Visibilia srl rappresentata dal suo amministratore unico Daniela Santanchè concede alla D1 Partecipazioni rappresentata dal suo amministratore unico Daniela Santanchè» un finanziamento: inizialmente di 2,5 milioni, ma nella perizia della procura di certo si fa riferimento al finanziamento «accordato il 17 maggio 2013 alla D1 Partecipazioni per 680 mila euro». Questa società, che vede come usufruttuario l’allora compagno Alessandro Sallusti e proprietaria unica Santanchè, era nata pochi giorni prima, il 10 maggio 2013. Come si legge nella perizia della procura, andava comunque verificata la solidità della società: che però era appena nata. E di cosa si occupa? Da statuto svolge «attività di assunzione, detenzione e gestione di partecipazioni in altre società o enti». Nel 2013, in appena otto mesi registra debiti per 1,5 milioni. Dal 2017 il patrimonio netto diventa sempre negativo, sottolinea la perizia della procura che aggiunge: «Appare evidente come la recuperabilità di tale credito fosse strettamente legata alla situazione patrimoniale ed economica di D1 Partecipazioni». La società nel 2019 è stata messa in liquidazione e negli ultimi bilanci i revisori scrivano che «la società non possiede azioni proprie; non possiede azioni o quote di società controllanti; nel corso dell’esercizio la società non ha posto in essere acquisti o alienazioni di azioni». Secondo la perizia sul tavolo della procura il credito non poteva essere recuperato fin dal 2017 ma la svalutazione a bilancio in Visibilia è stata fatta soltanto tra il 2020 e il 2021. Resta una domanda: Visibilia, con quei conti, poteva erogare finanziamenti a enti terzi in questo modo? Di sicuro l’amministratore di Visibilia non si è posto tanti problemi. Anche perché era lo stesso della società che i soldi li ha ricevuti: la ministra Santanchè.