Tuttolibri, 1 luglio 2023
Biografia di Bruce Lee
In C’era una volta a Hollywood Quentin Tarantino dice la sua su Bruce Lee, l’attore che ha reso famosa in tutto il mondo la disciplina del kung fu. A un certo punto Brad Pitt (che interpreta uno stunt man pronto a tutto: lanciarsi dal terzo piano, cambiare l’antenna della televisione, riempire di pugni alcuni hippie aggressivi…) incontra Kato, il protagonista della serie televisiva di successo Green Hornet. Il giovane cinese dai muscoli scolpiti e dall’ego smisurato ha qualcosa da dire allo stesso Pitt, finisce che i due si affrontano e che Kato inizia ad urlare e a roteare braccia e gambe. Come fa Harrison Ford in I predatori dell’arca perduta con il nemico che brandisce la scimitarra, Pitt resta tranquillo e con un paio di mosse meno appariscenti ma molto più sostanziose gli cambia i connotati e gli fa passare la voglia di urlare.La scena è inventata di sana pianta, ma è molto divertente e resta impressa nella mente. Però chi conosce bene la vita di Bruce Lee come Michele Martino (che ha dedicato all’attore cinese una dettagliata e informatissima biografia) sostiene che mai e poi mai Lee avrebbe compiuto quel tipo di mosse dovendo affrontare un avversario. La sua visione del kung fu era un attento e studiatissimo mix di tecniche tradizionali e di aggiornamenti mutuati dalla vita quotidiana («il kung fu è come l’acqua, se la colpisci con un pugno poi torna uguale a come era prima»), un’unione di saldezza mentale e alimentazione iperproteica. Era come se l’antica tradizione cinese si coniugasse con le esigenze moderne dell’America degli anni Sessanta. Del resto, Bruce Lee conosceva molto bene il mondo dello spettacolo visto che era figlio di un uomo di cinema e aveva iniziato a esibirsi nello spettacolo già da bambino. Però che fosse un attaccabrighe non c’era dubbio, visto che per quel motivo fu espulso da scuola quando era adolescente.Negli anni Sessanta si trasferisce negli Stati Uniti in cerca di fortuna, vive prima a Seattle e poi a Oakland, scegliendo la California anche perché spera fortemente di fare cinema. Si mantiene dando lezioni di arti marziali, è instancabile, le prova tutte, si mette anche a studiare le mosse dei grandi pugili per trasferire nel mondo della arti marziali le loro tecniche. Con il passare del tempo inizia ad acquistare una certa credibilità e i nomi di coloro che fruiscono dei suoi insegnamenti cresce di livello. Steve McQueen, Vic Damone, James Coburn, Elke Sommer, Blake Edwards, Lee Marvin, Sharon Tate (con lei ha anche una breve ma intensa love story, una delle tante che punteggeranno la breve ma frenetica esistenza di Lee). A questi nomi ne vanno aggiunti altri due decisamente meno noti ma forse più importanti. Uno è il coiffeur Jay Sebring, famosissimo a Hollywood, una delle vittime assieme a Sharon Tate della furia omicida di Charles Manson e dei suoi satanisti. L’altro è lo sceneggiatore Sterling Silliphant, famoso per l’enorme successo di La calda notte dell’ispettore Tibbs.Con quest’ultimo e con James Coburn, Lee lavora a lungo a un progetto che legge in chiave metafisica un’avventura di arti marziali, The Silent Flute. Per anni i tre cercano di realizzarlo, giungendo anche a cercare per motivi fiscali di girarlo in India. Resterà un progetto sulla carta fino a quando sarà poi realizzato in modo grossolano e con un titolo italiano delirante (Messaggi da forze sconosciute) con David Carradine nel ruolo previsto per Lee. Nella seconda metà degli anni Sessanta, forte anche del successo del telefilm The Green Hornet, Lee fa qualche piccola apparizione in film non memorabili come il Marlowe interpretato da James Garner o un episodio del ciclo Matt Helm dove Bruce Lee allena le protagoniste femminili Sharon Tate e Elke Sommer (ma non Dean Martin, che era sempre ubriaco) e riesce anche a far esordire l’amico Chuck Norris, che avrà una brillante carriera.Ma il successo arriverà a Hong Kong, proprio dove il giovane Lee aveva mosso i primi passi. Dalla Cina con furore e Il furore della Cina colpisce ancora (due titoli memorabili di quegli anni) hanno un successo insperato ma travolgente prima in patria (1.200.000 biglietti venduti su una popolazione di quattro milioni di abitanti) e poi nel mondo. Lee diventa conteso dai produttori: ci prova la Warner, persino Carlo Ponti. Lui ritroverà l’amico Chuck Norris obbligandolo a ingrassare e a perdere lo scontro con lui in L’urlo di Chen terrorizza anche l’occidente (notare i titoli italiani piuttosto puerili). Poi girerà il suo vero testamento, Enter the Dragon, per morire improvvisamente forse per un colpo di caldo (si era fatto espiantare le ghiandole pilifere perché odiava avere le ascelle sudate…). Resterà popolare per sempre, come testimoniano i tanti fans ma anche i film apocrifi con attori che si chiamano Bruce Li, Lee Dragon etc etc.