Avvenire, 30 giugno 2023
Biografia di Ana Pauker
Nel 1948 “Time” dedicò una delle sue famose copertine sui grandi personaggi del tempo ad Ana Pauker, presentata come «la più potente donna vivente». Ma oggi è dimenticatissima, anche se esiste qualche studio, sempre americano, che analizza la sua ascesa e caduta. E più tardi venne paragonata a lei Evita Perón come donna estremamente influente nella politica del proprio paese. Ma Evita era la moglie di Perón, il politico era lui anche se lei era forse più intelligente di lui... o così si dice. Ana, romena, fu a lungo ministro degli Esteri del suo paese – la prima donna nel mondo ad avere questa carica. Per qualche anno gestì un grande potere, ma come tanti vecchi bolscevichi finì per scontrarsi, dopo la guerra e in un “paese satellite”, con la politica staliniana, anche se era rientrata in patria grazie all’Armata Rossa, sulle “purghe” decretate dal dittatore russo nei confronti dei russi e orientali che avevano preso parte, dalla parte giusta, alla guerra di Spagna e alla resistenza francese, opponendosi ovviamente anche al suo feroce antisemitismo. E soprattutto si ribellò arditamente anche all’ideologia e pratica della collettivizzazione, nelle campagne e altrove. Non so come venga oggi giudicata nel suo paese, dopo la dittatura di Ceausescu che lei avrebbe certamente avversato, ma sui giornali italiani di destra al tempo della mia infanzia era presentata come una sorta di spauracchio, una feroce dittatrice comunista – un’immagine aggravata dal fatto che era una donna, mentre, da coerente vecchia bolscevica, fu come altre grandi bolsceviche una donna di grande coerenza e di grande coraggio, che il fascismo romeno aveva condannato a suo tempo a vent’anni di carcere. E per alcuni anni fu una delle pochissime donne a essere una politica di primo piano, nel mondo. Forse tra i più accorti e saggi politici di un’epoca di confronti estremi.