Corriere della Sera, 29 giugno 2023
Gigi Riva, Milani racconta la vita straordinaria del campione
Ci sono voluti più di vent’anni perché il regista Riccardo Milani realizzasse un grande sogno: raccontare Gigi Riva. Dopo molte insistenze è riuscito a fare breccia nella dura corazza che da sempre avvolge il nostro campione, lo ha filmato di spalle, gli ha strappato persino qualche parola.
«Nel nostro cielo un rombo di tuono», è un docufilm prodotto da Wildside che ripercorre le scelte esemplari e la parabola della straordinaria carriera sportiva di Riva, uno dei più grandi e amati campioni del calcio italiano (Sky).
Oggi Riva vive chiuso in casa, ha paura di uscire, come se temesse di incontrare i fantasmi che gli hanno reso dura la vita: la morte dei genitori quando era ancora ragazzino, gli infortuni, la difficoltà nei rapporti, l’isola come metafora della sua vita interiore. Eppure, il rito antico dell’eroe che si ribella al suo destino e diventa simbolo di un’intera regione è sempre ricca di fascinazione.
La tecnica usata da Milani è quella della costruzione a mosaico, con pezzi di repertorio (che genio quel Manlio Scopigno!), con interviste ai suoi vecchi compagni di squadra, quando ancora si giocava all’Amsicora, a personaggi più noti come Gianfranco Zola, Nicolò Barella, Gianluigi Buffon, Roberto Baggio, Massimo Moratti, a tifosi anonimi che pur di assistere a una partita del Cagliari sopportavano mille sacrifici.
Qualcosa del genere è successo solo Diego Maradona. Nel 1973, Gigi sarebbe dovuto andare alla Juve: «Sì, certo, dissi no ad Agnelli. Cos’altro avrei potuto fare? La Sardegna mi diede una casa, un affetto immenso, una famiglia. I soldi, anche quelli.
Ma l’umanità della gente, l’amore, non avevano prezzo». Su questa frase si è costruito il mito dell’eterna fedeltà.
Anche se Massimo Moratti confessa che allora, per impedire il trasferimento, suo padre di fatto si comprò il Cagliari (una storia tutta da approfondire). Per dare spessore a Riva, Milani sente il bisogno di citare Pasolini, di riempire il docufilm di Mamuthones, di virare spesso sul simbolico. Basta e avanza il volto di Gigi Riva, un Monte Rushmore vivente.