Il Messaggero, 29 giugno 2023
In spiaggia con pulci e calabroni
ROMA Non sempre le vacanze al mare lasciano soltanto ricordi belli e da immortalare. Che siano api, vespe, calabroni, pulci, oppure meduse e tracine, persino sulla spiaggia il rischio di ritrovarsi doloranti e gonfi è sempre dietro l’angolo. Sarà per la disattenzione tipica dei momenti di relax, oppure per le creme profumate che proteggono dal sole ma attirano gli insetti più fastidiosi, ma soprattutto per la posizione più tranquilla, ma spesso isolata e lontana dagli stabilimenti, fatto sta che in men che non si dica braccia o gambe diventano il bersaglio preferito di animaletti volanti più o meno impercettibili. «Tra gli insetti, quelli più a rischio di reazioni anafilattiche gravi sono senz’altro gli imenotteri, quindi le vespe e le api – spiega Eleonora Nucera, direttore di Allergologia e Immunologia clinica della Fondazione Policlinico Gemelli di Roma – In questo caso, se la persona che viene punta sa di essere allergica sarà stata sicuramente istruita sulla terapia sintomatica da assumere subito: è necessario prendere cortisone e antistaminico per via orale o tramite iniezione, a seconda del grado di intensità dei sintomi. Ma poi è necessario comunque rivolgersi ad un pronto soccorso. Per evitare il peggio, è bene dunque portarsi dietro sempre l’adrenalina autoiniettabile, che in casi di reazione grave deve essere immediatamente somministrata».
LE ALLERGIE
Il problema però diventa serio se ci si trova in un posto da sogno, ma troppo lontano da una struttura sanitaria. «Se la persona non sa di essere allergica e la reazione è generalizzata – mette in guardia Nucera – è sempre necessario correre subito al pronto soccorso». A meno che, mettendo in conto di incorrere in qualche spiacevole inconveniente, oltre alla crema solare ci portiamo dietro sempre un kit salvavita. «Se la reazione è solo locale, si può fare un impacco di crema cortisonica. Mentre se la reazione è generalizzata ma non grave, conviene comunque prendere cortisone e antistaminico per bocca e poi andare al pronto soccorso, perché i rischi non si possono prevedere». I sintomi che mettono in allarme, in genere, sono quasi immediati. «Per quanto riguarda le reazioni allergiche, dal gonfiore alla difficoltà a respirare – spiega l’esperta – quella grave si manifesta entra 30 minuti dal contatto con l’allergene. Poi, più è grave e prima si manifesta. È raro che queste reazioni vengano fuori dopo ore o giorni. Anche se, dobbiamo ricordarlo, la medicina non è una scienza esatta e quindi a volte ci sono sintomi che non dovrebbero manifestarsi, oppure altri che rarissimamente si manifestano anche oltre i 30 minuti». Non esistono, in realtà, persone immuni da una possibile reazione, seppure lieve. Senza contare che spesso le terapie salvavita possono essere dannose in caso di comorbidità. Se infatti un soggetto soffre di diabete deve stare attento perché il cortisone può momentaneamente portare ad un innalzamento della glicemia. «Una patologia che può interferire in maniera negativa quindi amplificare o peggiorare la gravità della reazione è la mastocitosi – sottolinea Nucera – Si tratta di una malattia caratterizzata da un’alterazione funzionale dei mastociti, che sono quelle cellule che producono l’istamina; è una patologia molto silente che si manifesta subdolamente o solo in determinate condizioni. E spesso la scopriamo quando i pazienti vengono da noi perché hanno avuto uno shock anafilattico dopo punture di imenotteri».
IN ACQUA
Ma le insidie dei vacanzieri si nascondono sempre di più anche quando si sta in acqua. “Il cambiamento climatico ha determinato un aumento di meduse – spiega Giuseppe Argenziano, presidente della società italiana di dermatologia (Sidemast) – Nei nostri mari ormai sono all’ordine del giorno». Il fastidio in questi casi è assicurato, ecco perché è bene sapere come comportarsi per non peggiorare la situazione. «Innanzitutto occorre tirar via le piccole particelle che la medusa rilascia sulla pelle – raccomanda Argenziano – meglio usare una carta plastificata o anche una tessera, perché permette di liberarci dei residui, evitando che si rompano e quindi creino irritazione. Poi è necessario sciacquare la parte interessata con acqua fredda. Non serve invece utilizzare ammoniaca. Se invece la medusa è riuscita a produrre irritazione, una crema al cortisone riuscirà a bloccare gli effetti infiammatori e urticanti. In caso di contatto con le tracine, invece, occorre disinfettare con soluzioni disinfettanti e, anche in quel caso, è bene applicare una pomata cortico-antibiotica».