Il Messaggero, 28 giugno 2023
Bere vino riduce il rischio di infarto e ictus
Il dibattito sugli effetti del consumo di alcol sul nostro organismo data da lungo tempo e con giudizi molte volte contrastanti tra loro. Peraltro spesso si parla genericamente di effetti sulla salute non tenendo in considerazione che l’alcol, come qualsiasi altra sostanza, può avere effetti dannosi su un organo ma effetti positivi su un organo diverso.
Inoltre si possono registrare effetti positivi per consumo di quantità di alcol modeste, che diventano però negativi se la quantità consumata è maggiore.
L’ASSOCIAZIONE
Sull’ultimo numero della rivista Journal of American college of Cardiology, Kenechukwu Mezue ed suoi collaboratori del Dipartimento di Medicina Interna della Yale School of Medicine di New Even (Connecticut-USA) hanno voluto valutare se l’associazione tra un moderato consumo di alcol ed un ridotto rischio di eventi cardiovascolari a distanza (associazione dimostrata da numerosi studi precedentemente effettuati sull’argomento) potesse essere mediata dagli effetti dell’alcol sull’attività del network neuronale. Il controllo del sistema nervoso sul cuore si esercita infatti attraverso questa complessa rete neuronale, sia centrale che periferica, che regola i vari aspetti della funzionalità del sistema cardiovascolare.
Partendo dai dati della Mass General Brigham Biobank, sono stati analizzati i dati di oltre 700 soggetti che avevano completato il periodo di sorveglianza sanitaria e che avevano effettuato una Pet cerebrale per valutare la funzionalità delle diverse aree del cervello.
I pazienti erano divisi in tre gruppi a secondo del loro consumo si alcol settimanale. 1) non bevitori 2)lievi-moderati bevitori (1-14 bicchieri a settimana) 3) grandi bevitori (oltre i 14 bicchieri a settimana).
LO SCOMPENSO
Alla fine del periodo di follow up di circa tre anni e mezzo si è quindi valutato il numero di eventi vascolari occorsi (mortalità, infarto, ictus, vasculopatie periferiche, scompenso cardiaco e rivascolarizzazioni coronariche) mettendolo in relazione con i dati della Pet.
I pazienti con ridotto-moderato uso di alcol avevano meno accidenti cardiovascolari (22% in meno) rispetto ai non bevitori, e questo era in parte dovuto ad una ridotta stimolazione del network neuronale nelle aree dello stress, come provato dalle immagini della Pet. I grandi bevitori avevano invece, nello stesso periodo, un numero di eventi cardiovascolari decisamente maggiore sia dei moderati bevitori che degli astemi.
Numerosi studi hanno dimostrato che un consumo moderato di alcol è associato con un minor rischio di demenza, ridotta funzione cognitiva nonché con una ridotta atrofia cerebrale in soggetti di età media o avanzata.
I meccanismi attraverso cui l’alcol agisce non sono completamente conosciuti ma si sa che alcune sostanze contenute specialmente nel vino, quali il resveratrolo ed alcuni flavonoidi hanno proprietà antiossidanti ed antinfiammatorie.
Un consumo moderato di vino sembra quindi avere un effetto benefico sul sistema cardiovascolare e sul sistema nervoso.
Antonio G. Rebuzzi
Professore di Cardiologia
Università Cattolica, Roma