la Repubblica, 28 giugno 2023
Intervista a Brunello Cucinelli
Un regalo, morbido come un cashmere, elegante come un capo firmato. È quello che l’imprenditore, stilista e mecenate Brunello Cucinelli ha confezionato per Norcia e per la sua frazione più nota: Castelluccio, il borgo a 1400 metri sui Monti Sibillini raso al suolo dal terremoto del 2016. Ieri, alla Triennale di Milano, Cucinelli ha presentato il suo “Progetto per la rinascita”. «Ci lavoriamo dal 2017, con cinque giovani architetti guidati da Massimo de Vico Fallani. Abbiamo fatto decine di sopralluoghi e di studi sui materiali e sulla vegetazione. Il risultato è un progetto in 28 tavole e un plastico in scala 1:300», spiega lo stilista. «Ora lo doniamo al Comune di Norcia, perché sia uno stimolo a ricostruire il borgo con gusto».
La Fondazione Brunello e Federica Cucinelli non è nuova a imprese simili. Nel 1985 iniziò il restauro di Solomeo, il borgo a 15 chilometri da Perugia dove è nata e ha prosperato l’azienda di famiglia, famosa nel mondo per i capi in cashmere. Più di recente, tra il 2014 e il 2018, la “bonifica” della valle sottostante: viacapannoni dismessi per far posto a vigneti e opere d’arte. Ora è la volta di Castelluccio.
Cucinelli, in cosa consiste il progetto che regalate a Norcia e alla sua comunità?
«È la nostra idea di restauro del borgo. Un progetto molto dettagliato, pietra dopo pietra.
L’auspicio è che possa essere una fonte di ispirazione per la ricostruzione, nel rispetto del Genius loci».
Avete immaginato di ricostruire Castelluccio esattamente come era prima della scossa del 30 ottobre 2016?
«È un borgo antico, ma noi pensiamo debba essere ricostruito per prosperare nei prossimi cinque secoli. Deve insomma entrare nella modernità. E dunque andrebbe rifatto com’era, naturalmente rispettando i criteri antisismici e di efficienza energetica. Abbiamo però aggiunto qualcosa che renda Castelluccio un luogo dove si possa vivere bene, nonostante il suo essere isolato e con temperature che d’inverno scendono sotto i – 20».
Quali sono le principali novità del progetto?
«Abbiamo ripensato Piazza della Fonte. Oggi è un punto di passaggio obbligato, perché da lì partono la strada per Visso verso nord e quella per Norcia verso sud. Noiproponiamo di creare una bretella che eviti il passaggio delle auto e dei mezzi pesanti attraverso il centro, in modo che la piazza possa essere pedonalizzata, pur consentendo la circolazione automobilistica per gli accessi privati, le necessità delcommercio e le emergenze. Sotto la piazza abbiamo previsto un parcheggio sotterraneo per le vetture di residenti, commercianti e turisti. L’altra novità è un teatro all’aperto rivolto verso lo scenario maestoso del Monte Vettore».
Prima di presentare il progetto vi siete confrontati con le istituzioni locali?
«Lo abbiamo illustrato in anteprima al sovrintendente per l’Umbria Giuseppe Lacava. Ho avuto l’impressione che lo abbia molto gradito».
E gli abitanti di Castelluccio? Non lo sentiranno come un progetto calato dall’alto?
«La nostra è una proposta. E comunque chi aveva una casa di 150 metri quadri nel nostro progetto avrà un’abitazione esattamente delle stesse dimensioni, noi l’abbiamo solo ridisegnata».
Quanto costerà ricostruire Castelluccio?
«Non saprei dirlo. Ognuno dovrebbe restaurare la sua casa usando i finanziamenti pubblici a disposizione per la ricostruzione. Il problema è procedere con una omogeneità di gusto. Speriamo di essere d’aiuto in questo. Oltre aessere uno stimolo: magari il nostro progetto spingerà il Comune e i proprietari a dire “dai, cominciamo”».
Una volta riedificato, come farà Castelluccio a prosperare per i secoli a venire?
«I piccoli borghi, anche grazie alla tecnologia, hanno un grande futuro.
Noi lavoriamo a Solomeo e non abbiamo alcuno svantaggio rispetto a chi fa lo stesso mestiere in città, anzi… Tra qualche anno questi luoghi saranno presi d’assalto, in senso buono. L’altra sera ero in call con Oprah Winfrey e mi ha chiesto di consigliarle una casa in Umbria dove trascorrere un paio di mesi: “Ma vorrei quelle condizioni che tu conosci: spiritualità, intimità, verità, unicità”».
Ora che ha regalato il progetto, quale sarà il suo ruolo per Castelluccio di Norcia?
«Se trovassi una casetta vorrei comprarla, sono tanti anni che la cerco. E poi, se il nostro progetto fosse adottato, vorrei contribuire alla costruzione del teatro e della piazza».