la Repubblica, 28 giugno 2023
Uno Stato per Wagner
Il dittatore bielorusso Aleksandr Lukashenko parla dell’arrivo nel Paese del gruppo di mercenari russi Wagner con il capo Evgenij Prigozhin in un incontro con il suo ministro della Difesa Viktor Khrenin e sembra che descriva i pregi di un’automobile appena acquistata da un amico. «I loro comandanti possono venire da noi e aiutarci. Hanno esperienza. Sono stati sul fronte, squadre d’assalto. Roba che è molto importante adesso. Droni. Putin mi ha detto: i combattimenti con il fuoco di controbatteria sono impossibili senza di loro». Ieri mattina Prigozhin è atterrato nella capitale bielorussa Minsk e i servizi di sicurezza russi hanno annunciato che l’incriminazione contro di lui per incitamento alla ribellione è stata cancellata. È stato il segnale combinato del passaggio di consegne: il gruppo Wagner passa dalla Russia – dove ormai non può più stare dopo la ribellione armata del 24 giugno – alla Bielorussia, dove aiuterà a rendere l’esercito locale più preparato alla guerra. Senza le armi pesanti, riconsegnate all’esercito di Mosca.
Lukashenko fa l’elogio del gruppo e dice di essere sicuro che sarà una convivenza senza problemi. «Ci sono un sacco di chiacchiere e discorsi sulla Wagner, ma la gente non capisce che stiamo facendo una mossa pragmatica. Ne hanno viste di cotte e di crude. Ci diranno tutto sulle armi: quali funzionano bene, quali no. Le tattiche, le armi, come attaccare, come difendere. Tutta roba che non ha prezzo. Per questo abbiamo bisogno di prenderci gli uomini della Wagner».
Il fuoco di controbatteria menzionato da Putin durante una conversazione con Lukashenko, nella quale evidentemente si congratulava per l’acquisto fatto, è un dettaglio che stupisce. È la tecnica sulla quale si basa tutta la guerra d’artiglieria contro gli ucraini nel Donbass: loro sparano ai soldati russi, i soldati russi calcolano da dove viene il fuoco e sparano sui cannoni ucraini il più in fretta possibile prima che si spostino. Il fatto che Putin dica che l’esercito di Mosca non riesca a fare questa cosa senza gli uomini della Wagner sembra un’esagerazione difficile da spiegare.
Lukashenko ha anche detto al suo ministro – secondo l’agenzia russa Tass – che non c’è da preoccuparsi per la presenza dei mercenari in Bielorussia. «Non abbiamo nulla da temere. Terremo le orecchie aperte». Chi si innervosisce per questo spostamento della Wagner – o meglio: degli uomini che accetteranno di seguire Prigozhin nella nuova fase, il numero non è chiaro – sono i viciniNato della Bielorussia. Il presidente polacco Andrej Duda ieri ha dichiarato: «Vediamo tutti cosa sta succedendo. Il riposizionamento di forze che di fatto sono russe in Bielorussia e il trasferimento del loro capo lì. Sono tutti segnali molto negativi per noi». Una delle nuove basi che ospiteranno i combattenti Wagner è nella regione di Grodno, al confine con la Polonia. I governi di Lituania e Lettonia hanno chiesto alla Nato di rafforzare il suo confine orientale. «Questa mossa della Wagner dev’essere analizzata. Abbiamo visto le capacità di quei mercenari», ha detto il ministro degli Esteri lettone Edgars Rinkevics. E senz’altro gli ucraini hanno preso nota della vanteria di Prigozhin con l’esercito russo: «Vi ho fatto una master class su come ci si avvicina in poche ore a una capitale», riferimento al fallito attacco russo per prendere Kiev nel febbraio 2022.
Aleksandr Alesin, giornalista bielorusso di cose militari, indipendente al punto da finire in cella nel 2014, oggi dice che per la Wagner la Bielorussia è soltanto una tappa temporanea prima di spostarsi in Africa, perché Lukashenko non tollera la presenza di personaggi indipendenti nella sua struttura di potere a tenuta stagna – e anche perché il denaro reale per la Wagner si trova nei contratti minerari africani e altrove.
Anche a Prigozhin, arrivato ieri a Minsk, non conviene soggiornare troppo in Bielorussia, perché primao poi potrebbe essere raggiunto dalla punizione di Putin – magari quando l’attenzione si abbasserà. Ieri le parole del presidente russo sul denaro dato dal governo russo alla Wagner sono suonate come una minaccia: ci sarà sempre la possibilità di accusare Prigozhin, se parla troppo e diventa scomodo, di altri reati legati a questi finanziamenti enormi – un miliardo di eiro nell’ultimo anno – e di farlo estradare in Russia.
Non si sa dove potrebbe andare Prigozhin dopo il periodo bielorusso. Lunedì la telefonata di Putin agli Emirati Arabi Uniti potrebbe avergli sbarrato la strada, perché gli Emirati sono il centro di molte attività della Wagner – c’è pure una compagnia aerea che serve a spostare uomini e mezzi – ed erano alleati forti di Prigozhin. A fianco a lui hanno organizzato la tentata presa di Tripoli durante la guerra civile in Libia nel 2019. Il capo della Wagner potrebbe scegliere di trasferirsi in uno dei Paesi dove ha molti interessi come affarista di guerra. Ma sa di avere un valore anche come grande pentito del sistema Putin, è l’informatore perfetto in grado di raccontare il dietro le quinte di molte decisioni del Cremlino di questi ultimi anni. Un rapporto dell’intelligence americana trafugato nell’ambito dei cosiddetti Discord Leak spiegava che Prigozhin ha contatti frequenti con l’intelligence militare ucraina del generale Kirilo Budanov.